A bug’s life

Siamo entrati nell’era degli insetti.

Premetto che io odio gli insetti. C’ho una forma di repulsione cronica per tutto quello che si muove e ha una grandezza inferiore ai 5 cm (a parte, ovviamente, l’attributo di Tino ;-)).

Erano bei tempi quando alla scuola materna facevo la morale agli altri bambini che uccidevano le formiche, rompendogli le balle con l’Inferno e tutte quelle punizioni che piacciono tanto ai cristiani. A ripensarci mi faccio venire l’orchite da sola per il buonismo che promuovevo a piene mani.

Per me, oggi, gli insetti possono davvero andare a quel paese. Cioé, non è che auguri loro morte eh? Sia ben chiaro.  Ne riconosco anche gli innegabili vantaggi per l’ecosistema. Ma oguno a casa sua. Sono una leghista convinta di Insettilandia.

Mia figlia no. Come tutti i marmocchi sta sviluppando una sua passione per queste bestioline che mi costringe, alle volte, a fare delle cose che altrimenti mi procurerebbero svenimento sicuro.

L’altro giorno eravamo a Peron”s Park. Stavamo per ritornare a casa, dopo una mattina di din don e corri corri e salta salta, quando un bambino un po’ più grande della frollina è arrivato sventolando il suo cappellino ricolmo di qualcosa.

Orgoglioso come per una medaglia. Il cappellino conteneva ENNEMILA “vestitini” di cicale. C’avete presente quella pippona della muta che ti insegnano alle elementari? Degli animali che si appoggiano agli alberi e poi si tramutano da larve in cose più orrende ancora? Quella cosa che romanticamente – se per caso non sei proprio un bel gioino (leggi: bel fanciullo) – ti fa pensare che anche tu un giorno ti tramuterai in cigno. E passi il tempo ad aspettare di vederti gnocca allo specchio per rimanere ineluttabilmente fregata a vita dalle parabole dei 5 anni.

Ecco, comunque in natura succede davvero. Le cicale mollano la loro prima pelle attaccata agli alberi e poi volano via, a cicalare tutta estate. Che qui nel quartiere ogni anno ci sono convescion vere e proprie di cicale, tanto è il chiasso che fanno!

La frollina è rimasta subito estasiata da questo cappello ricolmo di roba orrenda e chetinosa e che a me mi metteva i brividi lungo la schiena. La mamma del bambino entusiasta (poi mi ha spiegato che si tratta di rassegnazione, ormai, data la passione di ambo i figli!) ha proclamato un’offerta di vestitini a tutti i bimbi ne avessero voluti. Ho tremato.

La frollina ha saltato e poi ha infilato le manine dentro al cappello e le ha tirate fuori ricolme di quella roba. Per un attimo ho davvero pensato che avrei potuto darla in adozione seduta stante, anche senza firmare documenti accurati 😉

Stavo davvero per svenire. Ho dovuto ovviamente fare buon viso a cattivo gioco, che mica voglio che mia figlia venga su spaventata da qualche insetto eh? Che non sopporto quei genitori che hanno paura di cani, gatti o altri animali e si vede proprio che trasmettono la loro fobia ai piccoli…

Ieri sera siamo stati a un concerto jazz. Posto bellissimo. Serata bellissima. Si chiudeva la mostra dei genitori di una compagna di nido della frolla. Suonavano due papà dell’asilo. C’erano anche le dade, qualche bimbo e un parco enorme e pieno di.

Pieno di lumache.

Lumaconi enormi che girovagano sotto un pergolato.

Inutile dire che mentre mamma e papà sorseggiavano birra, fumavano un paglino e chiacchieravano con altri genitori ascoltando ottima musica, la frollina e i suoi amichetti del nido si sono messi a raccogliere lumache. Come quando ero piccina io, che con mio fratello facevamo le gare. Ce n’erano centinaia. Le avevano accumulate in un angolo.

La prima volta mi sono voltata e lei e la sua amica ne stavano leccando una a testa. Stavano sbavando sulle lumache. Ho fatto un salto in alto degno di una gara.

Dopo aver spiegato che le lumache non si mangiano e che non è bello leccare la casa degli altri (nemmeno la propria, a dire il vero!) sono tornata a ignorare quello che accadeva. Un genitore col tempo sviluppa la capacità di non vedere cose che non saprebbe sopportare.

Sono passati dieci minuti e per non sembrare una mamma disinteressata e assente (coda di paglia fumante!) mi sono avvicinata al luogo di gioco delle bimbe.

Stavo soavemente chiedendo alle tre canaglie: “Allora, vi divertite con le lumachine?” quando ho sentito un CRAC terribile sotto il mio sandalino e sotto i miei ennemila kili.

Ho dovuto occultare un cadavere polpetta di lumaca, morta in sacrificio dell’amore materno…

Ecco. Probabilmente nei prossimi 4 anni l’entusiasmo di frollina per gli insetti crescerà esponenzialmente e dovrò abituarmi a salvataggi di cavalette, perlustrazioni di formicai e pisenlov con insettopoli.

Questa è una delle cose che proprio non avevo calcolato quando con felicità mi sono lasciata inseminare.

6 commenti
  1. ziacris dice:

    Solidarietà a panzallaria…e noi viviamo in paese, attaccati alla campagna…..pelle d’oca tutti i giorni in giro per parchi e campi, tanta pelle d’oca…anche sulla lingua

  2. Silvia dice:

    pensa un po’ che a me non danno nessun fastidio, nè ribrezzo, nè antipatia e sono titolare dell’unico cinquenne maschio disinteressato agli insetti!

  3. ba1976 dice:

    oddio, se la gai arriva a casa anche solo con un vestitino di cicale, svengo.
    L’altro giorno ha visot una formica, le ha detto”ciao, formica”. La formica non ha risposto.
    “ho detto ciao, formica” con voce incazzereccia e l’ha schiacchiata. Io ero così O____________O e lei mi ha detto: “mamma, era una formica molto maleducata. non mi ha risposto”.

  4. Elisa dice:

    Ossignur , non avevo pensato che il continuo indicare “ica” (formica) potesse essere il preludio di tutto ciò … ho quasi paura

  5. /graz dice:

    Io ricordo quando mio fratello, durante la vacanza in amena località montana, acchiappava le mosche e ci decorava il cespuglio di rose.

    Una mosca per spina …. uno spettacolo di decorazione!!!

    /graz

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