Sopra le righe

Oggi ci ho avuto una di quelle illuminazioni che mia madre, tutti quelli che mi conoscono, Tino e perfino i gatti direbbero che ho scoperto l’acqua calda.

Eppure non ci avevo mai pensato lucidamente.

Sono una persona sopra le righe.

Di quelle che mica si mettono troppi problemi a fare della polemica e a dire quello che pensano e poi – certe volte – dopo mi viene da pensare che forse a nessuno gliene frega poi molto di sentire tutte le mie elucubrazioni e le mie idealità e che diventare adulti, nel mondo civilizzato, significa tornare dentro le righe. E invece io sto sempre sopra.

Ci ho pensato e mi sono detta che per certe cose è meglio che mi dia una bella regolata. Tipo con le maestre della frollina, che ci assomigliamo poco noi altre e il mio carattere caciarone mi sa che non va d’accordo con la loro pacata formalità e professionalità di altri tempi.

Ci ho pensato e mi sono detta che invece per certe cose mi va poi bene così e anzi – diciamolo – non ho mica voglia di essere dentro le righe sempre.

Tipo quando ascolto la musica per strada con l’ Aipò. Che è un po’ come quando ascoltavo la musica per strada con il uolkmen. Anzi, diciamolo, io lo chiamo Uolkmen anche questo qua con la mela e le copertine degli album che ballano mentre suona la canzone. Questo aggeggio che non ha il tasto per spegnerlo – dannata pazienza – e uno che come me non legge il libretto di istruzioni, ci mette un po’ a capire che si spegne da solo, entra in stand by e cose del genere e fino a quando non lo capisce, che non c’è un tasto di spegnimento, finisce per sentirsi un cretino, uno come me, che ha un Master in informatica e non riesce a domare un robo  che dovrebbe essere l’evoluzione intelligente della radiolina.

Comunque. Stamattina che ero in treno ci pensavo. Io mica voglio tornare dentro le righe per quanto riguarda la musica. Che mi piace molto ascoltare Guccini, De Gregori, la Mannoia, Fossati, De Andrè  (lo so, sono un’italianista sfegatata e ci ho pure una competenza limitata e provinciale in fatto di musica, ma a me – che ci volete fare – mi piacciono le parole) e cominciare piano piano a scuotere la testa, a sorridere a tutti se sento una canzone che mi piace e poi alla fine, finisce sempre che anche se ho trentasei anni suonati, finisce sempre che io mi metto a canticchiare mentre ascolto e intanto sorrido o a volte piango perché mi commuovo e a volte muovo anche le gambe.

Come i matti

Che a loro non gliene frega nulla di essere sopra le righe.

Come quando avevo 15 anni e anche allora – ovviamente – ero sopra le righe, anche per una quindicenne negli anni ottanta.

Ma che ci volete fare. Secondo me invecchiare significa poi anche sapere che ci sono delle volte, come durante le “Assemblee di Plesso scolastico” che non si può essere sopra le righe (e io giuro che ora mi impegno e me ne sto buona almeno a scuola) e delle volte, come sul treno o sull’autobus o in mezzo a una bellissima giornata di autunno che sembra estate e infatti si sono risvegliate tutte le fottute zanzare, che uno poi fa bene a essere sopra le righe, se esserlo lo fa sentire bello, leggero e in pace con il mondo come alla sottoscritta.

Poi c’è da dire che a me mi prende sempre una saudade emiliana quando ascolto la musica in cuffia e mi metto a pensare e faccio la play list della mia vita e alle canzoni associo delle facce che non sono più nel presente e mi vengono in mente fatti strani e meravigliosi e anche tristi che sono pezzetti del puzzle che compone la mia vita, quei pezzetti che tengo in disordine dentro a un sacchetto, che dico sempre che poi li sistemo e invece sono lì e ogni tanto ne prendo fuori uno, lo guardo, e poi lo rimetto dentro al sacchetto e quel sacchetto lo infilo in fondo al comò, dove tengo anche i calzini spaiati.

E insomma oggi mi sono fatta tutta una play list: amiche, parenti, libri letti, viaggi, amori e figlie.

E mentre ero lì che mi ascoltavo la mia play list ho avuto questa illuminazione

che io

sono

sopra

le

righe.

12 commenti
  1. Mammamsterdam dice:

    Meno male che c’è gente sopra le righe. Ma cosa stai dicendo, che a grosse dosi quotidiane sei insopportabile? No, eh, non ci credo. Hai troppo senso di te per esserlo, quindi viva le righe.

  2. Hoshi dice:

    L’iPod ce l’ha il tasto di spegnimento, devi pigiare forte e per almeno 10 secondi, il tasto Play/Pausa, anche se è più comodo farlo andare in stand-by! 😀 Comunque in una società globalizzata, meglio essere sopra le righe, non c’è dubbio! 🙂

  3. mammaemigrata dice:

    embé, che male c’è? Anzi, come dice mammamsterdam, meno male che c’è gente sopra le righe! Non ho mai sopportato l’idea di definire qualcuno come “normale”… odio ancora di più quei genitori che si preoccupano perchè i figli non seguono le tappe “normali” che gli altri bambini seguono. Ognuno di noi dovrebbe battersi per conservare gli aspetti che lo rendono unico, come la passione per le canzoni considerate “da sfigati”, o per i libri che nessuno legge, per un hobby “da vecchi pensionati”, ecc… io per esempio ho imparato a fare a maglia e a cucire quando ero ancora una bambina. Con mia mamma trascorrevamo tutte le sere a sferruzzare davanti alla tv, sfornavo fino a 6-7 maglioni l’anno. I miei compagni spesso mi prendevano anche in giro, alle medie e al liceo, salvo poi cambiare idea quando i maglioni fatti a mano sono tornati di moda qualche anno fa… Ecco, alla fine, essere sopra le righe non può che essere una qualità importante, che ti aiuta a capire chi sei e quello che vuoi!

  4. Dalia dice:

    Questo è proprio un bel post cara Panzallaria. Perchè le stesse parole le covavo dentro pure io da un bel po’, ma non le avrei sapute spiegare altrettanto bene.
    Che anche io ogni mattina mentre ascolto le mie playlist ripenso alle facce e ai fatti della mia simpatica vita e mi faccio un sacco di pensieri, magari rido e mi coglie anche un pizzico di malinconia in certi momenti.Sapere di non essere l’unica mi fa sentire un po’ meno sopra le righe…che a me la vita adulta mi ha dato quella diplomazia che non ho mai avuto prima.
    Un bacione Dalia

  5. Maria Rita dice:

    Ah ah ah. Scusa ma è l’unico modo per ridere, qua sopra. Già, c’è anche questo, :)) ma l’altro è meglio. Ho scoperto il tuo blog ieri perchè la dolcissima Linda di Pane Amore e creatività ti ha dato, giustamente, un premio. Ti premierò anch’io di rimando, e sei già nella mia lista.

  6. elisa dice:

    E pensare che io amo l’understatement…
    Anche il post è sopra le righe e adoro la musica inglese. Noi non sappiamo neppure che vuol dire far musica, in confronto.
    Guccini, De Andrè, sai che ppalle..
    Però, Panz, comunque è un gran piacere leggerti!

  7. tanaka dice:

    Righe? Quali righe? La vita è un foglio bianco! 😀

    PS anch’io non riesco a non canticchiare e a non fare le facce quando ascolto musica in cuffia, faccio pure i movimenti a ritmo senza accorgermene… in compenso se ne accorge la gente che mi vede in giro…

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