Sindrome da post intelligente

A me dopo l’articolo della Repubblica delle Donne mi è venuta la sindrome del post intelligente. Dato che Elettra – la giornalista che mi ha intervistata (lo so, lo so, state pensando che sono più presenzialista della Parietti, ma GIURO che mio padre non è il Presidente dell’associazione giornalisti ;-)) è riuscita a trasformare le cose che ho blaterato in una lunga e interessante telefonata in robe che le ho lette e ho subito pensato: “Soccia ma sembro quasi intelligente!”, ora mi è venuta questa paturnia di dover scrivere per forza cose all’altezza.

Che se mi dipingono che parlo di post femminismo, allora è meglio che non racconto che ho passato il fine settimana a fare aerosol alla frollina (rantolina), a pulire casa come la più nevrotica delle igieniste e che mi sono concessa pure il lusso del cambio degli armadi (incubo di qualsiasi casalinga e a pari merito, nell’indice di gradimento mondiale, solo con una maratona di Porta a Porta con Berlusconi che consegna case ai terremotati di tutto il pianeta).

Sarebbe anche meglio che non svelassi che il cambio degli armadi mi ha fatto giungere alla serafica consapevolezza che:

  1. non ho gusto in fatto di vestiti;
  2. ho più pigiami che pantaloni da indossare fuori casa: segnale evidente dell’autoclausura in cui mi ero relegata nel primo periodo post nascita della Prole.

Non dovrei nemmeno raccontare che ieri sera c’era la babi a cena e alle 9 sono andata ad addormentare Frollina e dato che ci si metteva un po’, tra favole e pinzillacchere, non ho fatto più ritorno, decessa nel mio letto accanto a una bambina che russava più di un tir in folle.

‘Desso i lettori/lettrici che sono arrivati qui tramite quell’articolo si penseranno che debba dire qualcosa di sensato, che li ripaghi della fatica di aver digitato questo link sul loro browser, dandomi una possibilità per far comprendere al mondo perché sono stata messa dentro ad un articolo e la mia opinione è finita su un giornale (che alcuni maligni credono la dia in giro come il verderame, non tanto fiduciosi nelle mie altre doti).

Ma io non ho mica niente di intelligente da dire, da scrivere o da pensare, in questa fine di domenica ottobrina.

Tranne che rodo come poche perché non potrò assistere a una delle presentazioni italiane del libro della mia amica Mamma Amsterdam in arte Barbara Summa che ha scritto mirabili cose – quelle si che vale la pena di leggerle – sulla storia dell’Abruzzo (sua terra natìa), dal titolo Statale 17.

Mi sono dovuta accontentare di guardare la video intervista, emozionandomi perché finalmente ho dato un volto a lei, che sempre ridanciana, riesce invece anche ad essere serissima e super professional, ma in ogni caso avvolgente. Sia nello scritto che nel parlato.

11 commenti
  1. PianoB dice:

    Dai, per consolarti, prometto che quando lo pubblicherai tu, un libro (e io sento che prima o poi lo farai), ti organizziamo la presentazione come abbiamo fatto per Barbara (sperando che la libreria dell’usato tenga botta, altrimenti va a finire come la faccenda del teatro… ancora mi dispiace tanto, che non siamo riusciti a combinare nulla).

  2. Giuliana Cupi dice:

    E quanto devo essere orgogliona io, allora, che Barbara la vedo in carne e ossa e libro mercoledì sera al Basaglia (un nome un programma) dove probabilmente le organizziamo degna accoglienza intellettual-cuciniera la prossima volta che passa per queste lande un po’ troppo occidentali? Che poi Bologna – Torino son tre ore e mezza di treno, volendo una ce la potrebbe pure fare…beh, certo, una che non si ritrovi l’agenda che ormai avrai tu 😉
    Vorrà dire che dovremo farci noi le due ore che ci separano da Milano verso maggio…
    Giul

  3. Panzallaria dice:

    @giuliana: ci avevo anche pensato sai? ma non è l’agenda a frenarmi quanto la bambina malata e il nuovo lavoro in ufficio…

    anche perché è da mo’ che dico che voglio venire a torino e invece non riesco mai.
    dalle un bacio anche da parte mia eh?

  4. Giuliana Cupi dice:

    Sarà sicuramente fatto.
    Quando vieni/venite a Torino, purché tu venga/veniate tra un congruo numero di mesi ché qui i lavori procedono a rilento e ahimé quando ne ho cercato uno io gli uomini-attrezzo erano finiti ;-), sappi che ora c’è la vera camera degli ospiti (cosa ospiti al momento meglio non dirlo però)…
    Giul

  5. Francesca dice:

    Cara Panz, mi consola enormemente leggere che il tuo week end ha quasi raggiunto le vette di mondanità del mio…causa tosse e bronchite asmatica della Bibi ho anche bidonato il Teatrino di Mangiafoco! AArgh!

  6. Panzallaria dice:

    @franci: anche io!!! volevamo andare a vedere le favole e alla fine nisba. chiusi in casa. Ma non è che alla bibi gli ha attaccato la tosse frollina la settimana scorsa? che a furia di spintonarla fuori dalla panca, mi meraviglio che tua figlia non le abbia tirato due scapaccioni! (tutto rigorosamente in slang sdaura bolognese)

  7. roberta dice:

    ecco, appunto, io sono arrivata qui dopo l’articolo di d. comunque siccome sono incinta, me ne sono infischiata del post intelligente e sono andata dritta a leggere i post dell’ultimo mese di gravidanza e parto, così mi sono fatta un bel piantino (io sono alla 14 settimana, ma i miei ormoni sballati sono in cerca di storie commoventi).
    ciao ciao – adesso mi rimetto al lavoro
    alla prossima
    roberta

  8. Francesca dice:

    Macchè Panz, la bronchite appartiene al DNA della Bibi da sempre. Va là va là che qualche spintarella della Frolla le fa solo bene, così si sgaggia un po’. A sabato prossimo, se ci siete (e se ci siamo riprese…). Baci!

  9. simon dice:

    Wow wow l’ intervista su Repubblica!
    L’ ho letta, belle riflessioni.
    Amara la condizione delle donne sul lavoro, centri il punto quando dici che e’ forse da una nuova educazione dei figli maschi che puo’ partire il cambiamento.
    Di fatto sono loro (non tutti naturalmente…) che poi crescendo vi mettono i bastoni sulle ruote in azienda.
    A presto.

  10. Mammamsterdam dice:

    Porca miseria, rientro, cerco di aggiornarmi con i blog in arretrato che non ho letto e COSA VEDO? Giuro che sono commossa, Panz.

    E ribdisco, non sonbo sua parente e non la pago per la pubblicità. Ma grazie lo stesso un sacco. (È un bel libro, me lo hano detto in tutte le salse quelli che l’hanno letto e alle presentazioni mi sono divertita da matti, ho conosciuto gente in gamba, insomma, cosa voglio di più dalla vita? E fra un pò metto il video he ci ha fatto il findanzautista-regista, che ci sono donne che gli uomini si che se li sanno scegliere).

  11. piattinicinesi dice:

    e infatti qui si parla di post-femminismo. ch si fa con il lavoro di notte, un saco di piagiami e l’aerosol, oltre al cervello sempre acceso sull’on

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