Il gigante scoreggione

C’era una volta una valle molto tranquilla dove abitavano gnomi, bambini e animaletti del bosco. Da qualche tempo in quella valle tranquilla, alla notte, si faceva molta fatica a dormire a causa di rombi di tuono fortissimo e di un fetore assassino che teneva sveglie tutte le creature della favola.

Era per via del Gigante scoreggione che abitava sulla montagna. Alla notte emetteva questi rumori fortissimi e una puzza, una puzza che nemmeno centinaia di calzini di bimbo sporchi avrebbero emesso lo stesso odorino.

Gli abitanti della valle decisero allora di mandare una delegazione a parlare con il Gigante, affinché cambiasse dieta. Partirono una bimba di nome Frollina, la sua amica Malta, lo gnomo Birra e la cornacchia Cartapesta.

Salirono in cima alla montagna e dopo un lungo viaggio arrivarono alla casa, grandissima, del gigante scoreggione.

Il quale era molto gentile e li fece accomodare sul suo divano enorme.

“Caro gigante” iniziò Frollina “siamo venuti a chiederti di cambiare un po’ la tua alimentazione. Nella valle non si dorme più a causa dei tuoi peti puzzolenti!”

Il gigante allora li guardò un po’ dispiaciuto e rispose:

“Non è colpa mia! E’ la mia mamma che mi prepara sempre la minestra con i fagioli perché dice che devo crescere e mi servono le proteine!”

“Allola Gigante, pelché non ci dici dobe abita la tua mamma che andiamo a dille di cambiati la dieta?” chiese Malta che in quanto a furbizia la battevano in pochi.

Il gigante era entusiasta all’idea. Non ne poteva più di fagioli in tutte le salse. Indicò la montagna di fianco dicendo:

“La mamma sta vicino! Proprio in quella montagna lì!”

Non era tanto vicino, per la verità. Loro avevano gambette corte, mica come quelle lunghe, lunghe del gigante. Ma lo gnomo Birra convinse tutti a partire, che bisognava risolvere il problema.

Camminarono, camminarono, camminarono. Furono aiutati anche da un paio di cavalli che li trasportarono per un pezzo di strada. Poi arrivarono i falchetti che li presero per la collotta e li fecero volare in alto, fino alle pendici del monte dove abitava mamma gigantessa.

Poi i nostri eroi salirono in cima alla montagna, fin quando non arrivarono alla casa della mamma gigantessa. La quale era gentile come il suo bambino e li invitò ad entrare e gli offrì anche una tazza di the, dove poterono fare un bagno caldo, dato che per loro quella tazza era enorme!

Frollina e Malta presero poi il coraggio e chiesero alla gigantessa se cambiava, per favore, il menu per il suo bambino. Lei rispose che non sapeva fare altro, che il dottore dei giganti prescriveva proteine e lei conosceva solo i fagioli.

Lo gnomo Birra, che era il cuoco migliore di tutta Gnomilandia, tirò fuori dal taschino un libro di ricette sane e proteiche da regalare alla gigantessa.

Lei ne fu felice, solo che il libro nelle sue manone era talmente piccolo che non riusciva a leggere. Anche perché era già un po’ presbite per via dell’età.

La cornacchia Cartapesta allora volò veloce verso il suo nido e quando tornò tirò fuori da dietro le ali una lente di ingrandimento che aveva rubato da qualche parte e con la quale la Gigantessa potè leggere il ricettario.

Erano tutti molto contenti. Da quel giorno la notte si ricominciò a dormire e l’aria era frizzante di un tenue odorino di erbetta. La gigantessa divenne una cuoca bravissima e il gigante non soffrì mai più di aerofagia.

4 commenti
  1. Gallinavecchia dice:

    Favola? o racconto autobiografico? ;D
    (non mi mandare, ma appena ho letto non ho potuto fare a meno di pensarlo… anche perché con questo freddo improvviso i fagioli sono già comparsi su tutte le tavole!)

  2. la coniglia dice:

    chissà perchè mi ero immaginata che il gigante riuscisse anche a volare, a suon di scoregge 🙂
    P.S.
    Grazie per essere passata nel mio blog…ti penso spesso e mentalmente ti mando tanti incoraggiamenti! 🙂

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