La Gelmini: ovvero cosa pensa chi ci governa dei mesi di maternità.

Stare a casa dopo il parto: un privilegio afferma Maria Stella Gelmini, Ministro dell’Istruzione italiana, durante un’intervista al Corriere.

Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte.

Questa frase si commenta da sola e in un battito di ciglia butta alle ortiche – come ha scritto la mia amica Meringa – il DIRITTO DI OGNI BAMBINO ad avere accanto la propria madre nei primi mesi di vita, a favore di un “lavorismo” becero che è evidentemente l’obiettivo a cui mira l’impoverimento culturale e l’appiattimento che sta scientemente costruendo, a partire dalla scuola, la nostra cara Ministra.

Alla Maria Stella vorrei segnalare il documentario e il blog di Silvia Ferreri Uno virgola due che è:

Uno virgola due è il titolo di un film documentario che ho girato nel 2005 che analizza le ragioni per cui in Italia le donne non fanno figli o ne fanno pochi (Uno virgola due a testa appunto). Le ragioni quasi sempre hanno a che fare col lavoro, col denaro, con una società inesistente.

Trovo vergognoso che la Ministra parli di “privilegio” anzi che di diritto e se non mi importa cosa vuole fare lei, mi importa molto che rilasciando interviste come questa sdogani un certo modo di guardare al congedo parentale.

Propongo a chiunque ne abbia voglia, di scriverle una mail. Queste cose non possono essere tenute sotto silenzio.

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fonte: http://www.governo.it/Governo/Ministeri/ministeri_gov.html

Per altro spero che le tante mamme blogger che ho visto venire qui un’unica volta per  dire la loro, trovandosi in disaccordo con me su temi davvero molto più leggeri e sciocchi, si rimbocchino le maniche anche in questo caso.

Le affermazioni contenute nell’articolo mi sembrano davvero gravi, non trovate?

42 commenti
  1. la meringa dice:

    Sono gravi soprattutto perché, per poterle fare, la ministra ha sicuramente assoldato altre donne che si prendono cura della sua pargola. Si serve quindi del lavoro di altre donne per demandare la cura di una bimba di meno di un mese e ritornare a lavorare come ministro della repubblica, la cui costituzione si mette però prima sotto i piedi.
    Sono stanca di questo revisionismo delle lotte che tante donne hanno fatto a prezzo di dura fatica, dolore, sangue, per permettere a “donne” così di ottenere il loro posto senza meriti e con licenza di sputare su diritti acquisiti solo perché loro sono delle privilegiate.
    Quella donna lì è un essere umano incapace.
    Incapace di sostenere un esame da procuratore nella sua città (come ha fatto, per esempio, mia sorella a Roma, badate bene!); incapace di fare il mestiere che fa perché giovane ed inesperta (e sono gentile) e soprattutto perchè ottenuto senza meriti; incapace di tirare su un figlio, perché stare a casa dopo il parto – secondo lei – è un privilegio di alcune donne. E che cosa è normale allora? Che torniamo a lavorare per dare lavoro ad altre donne che li tirino su loro i nostri figli?
    Io penso che lavorare oggi sia un privilegio.
    Ma anche avere un figlio e potergli garantire un futuro occupandosi di lui i primi, fondamentali, mesi della sua unica vita.

  2. billo dice:

    all’inizio io e le mie amiche pensavamo ad uno sfogo da puerpera. di una neo mamma un po’ stanca, sola e senza supporti.
    ma poi…..no, ci siamo dette, non è possibile nè lecito.
    questa è la solita provocazione di un governo che cerca di smantellare i diritti basilari ottenuti dalle donne nel corso degli anni.
    lanciano pietre e rompono vetrate. in continuazione.
    prima con pillola del giorno dopo, poi con la RU486, la legge 194……sono affermazioni gravissime che non possono essere sparate a caso.
    certo, prima di tutto mi fa pena quella bambina che non avrà la mamma vicino a tempo pieno nei suoi primi mesi di vita. ma poi provo rabbia per tutte le donne che sono cotrette a fare allo stesso modo e per quelle a cui viene installato il tarlo che il congedo parentale sia un “privilegio” e non un “diritto”. non dobbiamo fargliela passare liscia.

  3. anna dice:

    Nell’intervista citata la ministra sostiene che l’astensione dal lavoro per le donne appena divenute madri sia “ un privilegio”, il giornalista le ricorda che forse è un DIRITTO e lei risponde con altre mirabili perle di stupidità tipo:” le donne devono essere ottimiste ..fare sacrifici”
    Forse e’ troppo pretendere che un ministro conosca e rispetti le leggi del suo stesso stato e comprenda la portata delle sua dichiarazioni?
    Nella medesima pagina il corriere mette a confronto le opinioni di esperti plurititolati che affermano tutto ed il contrario di tutto..”una donna fa bene lasciare il figlio appena nato….no fa male a lasciarlo…” ma veramente abbiamo perso la luce del buon senso ed abbiamo bisogno che un esperto ci dica che i neonati ed i bambini possono fare a meno di un continuativo legame con la madre, soprattutto i primi mesi?
    La famiglia evidentemente non serve ai bambini che possono crescere senza una significativa presenza della madre e del padre schiacciati da una struttura del lavoro rigida ed ipocrita ( non conta quanto sei bravo, conta quanto sei a disposizione e controllabile..)
    Poi però ecco l’italia popolarsi di turpi adolescenti disturbati di cui anche la suola è succube…e si grida all’assenza di educazione di regole….si denuncia una scuola che non riesce più ad educare, si lamenta l’assenza di agenzie educative.
    Ci sono poche donne privilegiate che dispongono di professioni e mezzi per cui volendo è realmente possibile conciliare precocemente entrambi i ruoli: tipo farsi allestire una nursery sul luogo di lavoro con tanto di tata al seguito, come fanno alcune donne dello spettacolo…e non solo.
    Tutto ciò ha a che vedere con le persone “normali” e con le leggi che tutelano la maternità nel suo rapporto con il lavoro?
    Al contrario frequenti fatti di cronaca vedono le lavoratrici madri discriminate e ricattate fino all’essere costrette a licenziarsi.
    Signora Gelmini, voglio sperare che le notti insonni per l’allattamento e la fatica del puerperio abbiano obnubilato la sua mente provata , nel caso in cui riuscisse presto a riprendersi si scusi con le donne e vista la sua posizione promuova qualcosa di utile.

  4. elena dice:

    Donne, NON facciamogliela passare liscia!!! Io sono in menopausa, ma sono nonna e vedo che mia figlia e mia nuora si fanno in quattro per far quadrare il cerchio: casa, lavoro e figli! …Cerchiamo di ricordare le parole di questa ministra del cavolo quando saremo IN CABINA ELETTORALE!!!!!
    Elenadisgustata

  5. Alex dice:

    Spero davvero che siano state le fatiche della maternità a farla parlare, altrimenti ci sarebbe la certezza che il posto che occupa non le compete né per maturità né per senso dello stato, figuriamoci per merito!! E poi perché tornare presto al lavoro, se tanto quello che sa fare è solo togliere mezzi alla scuola pubblica? tanto valeva che se ne stasse a casa ad accudire la figlia, se voleva fare qualcosa di utile! Certe parole fanno veramente male a chi nella scuola ci lavora come me, e la vede distruggere giorno dopo giorno senza la minima considerazione per i ragazzi e le famiglie. La maternità e il diritto all’istruzione non sono privilegi, cara ministra, sono diritti acquisiti da chi aveva a cuore il benessere dello Stato e dei suoi cittadini. Ci rifletta e pensi che solo grazie ai nostri voti Lei si può permettere di parlare, anche a sproposito, da privilegiata e si ricordi che nel momento in cui dovesse perdere tali privilegi, tornerebbe ad essere una donna lavoratrice come tutte le altre. Forse allora capirebbe le difficoltà e i sacrifici di chi le sta scrivendo e cerca ogni giorno di affrontare al meglio sia la vita professionale che la vita privata.
    Insegnante in dolce attesa!!

  6. elisa - mestiere di mamma dice:

    Spero di non ripetermi (non ho letto tutti i commenti). Anche io manderò una mail all’inidirizzo che hai indicato, grazie per averlo proposto. Ho detto quello che penso sul mio blog. Il nostro ministo è una privilegiata che addita come privilegiate le donne che godono di un diritto (peraltro obbligatorio come la maternità, almeno i 5 mesi). Avessi potuto farne qualcuno in più. Invece di dire queste …cose (mi trattengo per netiquette) potrebbe pensare seriamente alla conciliazione tra i tempi della cura e i tempi del lavoro, per dare qualche soldo agli asili nido in modo che le famiglie non si indebitino per pagare le rette. non vado oltre altrimenti divento cattiva

  7. Valentina dice:

    Finchè ci sono madri così gelide e false, ci saranno bambini che faranno lo stesso identico percorso senza scampo. Fermiamole!!
    Lo sappiamo tutte che la mancanza di una madre può fare piccoli o grandi danni, figuriamoci per quella povera bimba che verrà presa in braccio solamente durante l’allattamento (il resto del tempo lavora, “interrompe il lavoro solo per allattare Emma” come ha detto lei…).
    Che ignoranza, questa specie di statua di marmo non ne ha un’idea di cosa vuole dire vivere col 30% dello stipendio e dopo tornare a lavorare e se va bene avere per il bambino un povero nonno di supporto per 10 ore!!!…se va male metterlo ad un nido. Se va bene pubblico e se non sei sotto la soglia della poverta( e per povertà intendo 15.000.000 euro all’anno) allora paghi una cifra che varia dai 400 euro ai 500. Se invece non entri al nido come può spesso capitare ci sono i privati che se lavori 8 ora al giorno (quindi 10 ore fuori casa) si ciucciano dai 700 ai 1000 euro al mese.DOV’è IL PRIVILEGIO?? NON è PIUTTOSTO UNA COSTRIZIONE? quanto mi fanno incazzare certe cose.

  8. supermambanana dice:

    si. vabbe. pero’. Facciamo finta che chi ha detto quasta frase non sia la marystar che tanta gioia ci ha dato fin qui. Presa fuori contesto. Non e’ che la neomamma sia soltanto ancora tutta presa dai primi giorni postparto quando tutto ti pare facile? Non e’ che ha detto sta cosa perche’ vuol lei per prima anticipare i commenti (o anche il suo stesso disagio dissonante) di chi non vuole vedere una mamma che lavora? Magari io lascerei stare, questa volta. Ne riparliamo fra un annetto magari, ma ora avra’ pure lei le sue paturnie, che dici?

  9. LGO dice:

    Sarà che io quest’euforia post partum non ce l’ho avuta, e appena tornata a casa ho cominciato a non capire più nulla ;-), ma non credo che tra un annetto le cose cambierebbero. E’ che questa gente qui non conosce regole nè leggi e non vede oltre il suo orizzonte privilegiato.

  10. panz dice:

    @supermam: a prescindere da quello che lei vuole fare della sua vita (e che non contesto), secondo me la cosa gravissima è che passi il messaggio: congedo parentale=privilegio.
    E’ un diritto di madre e figlio, non un privilegio. Se lo dice la tua collega stacanovista ha un valore, se lo dice pubblicamente in una intervista una Ministra donna ne ha un altro, non trovi? cioé sta gente dovrebbe essere esemplare o è un’utopia personale?

  11. Gloria dice:

    Non commento quasi mai e ti leggo quasi sempre dai feed, ma stavolta non riesco a non commentare. Quanto è passato dalla Rachida Dati, la ministra francese che a 5 giorni dal cesareo ha fatto le stesse affermazioni della Gelmini? Un anno? Nemmeno, credo. Nel frattempo, se non sbaglio, l’hanno silurata lo stesso.

    Quello che credo è che l’astensione per maternità non sia un privilegio, sia una necessità fisica in primo luogo (e un dirittto stabilito per legge, poi). Soprattutto, credo che non tutti i lavori si prestino ad un rientro del genere. Io stessa ho lavorato spesso anche nei primi giorni di maternità di tutte e due le mie figlie, ma davanti al pc e in casa mia. Ma in questo (da libera precaria) sono privilegiata. E tutte le lavoratrici dipendenti? E chi lavora in fabbrica? Riprendere il lavoro per molte non significa avere 5 tate e lavorare 3 ore a settimana, ma barcamenarsi tra nido-baby sitter-nonni e stare 12 ore fuori casa ogni giorno.

    Non credo siano paturnie da puerpera, ma frasi ben studiate a tavolino, invece. Solo, avrebbe fatto bene a guardare l’esempio francese…

  12. supermambanana dice:

    e’ vero che la parola ‘privilegio’ e’ stata particolarmente infelice, ma questo prova quanto sia scema, se mai ce ne fosse bisogno, che sia anche in malafede non lo so. A meno che non sia stata imboccata dal papino of course.

  13. Ondaluna dice:

    Cara Panz, io ne ho già scritto, nel mio blog. L’ho fatto dal mio punto di vista (perché ognuna di noi, poi, contribuisce vedendo la cosa secondo la propria specificità: ecco perché è bello condividere queste osservazioni).
    Non avevo ancora pensato alla possibilità di scriverle, penso che lo farò.

  14. rocciajubba dice:

    Scusate la brevità ma questa è scema!!!
    Ora l’ho messo su FB, appena riesco commetno sul blog e scrivo alla svarionata.
    Ho una mail già pronta mandata già a ogni ministro dell’istruzione e/o della famiglia e anche a un paio di premier.
    Ovviamente nessuno si è degnato di rispondere.
    Ma qui un bel po’ di mail-bombing ci sta proprio.

  15. Virgy dice:

    E certo che le scriviamo e bombardiamo -in questo momento la rabbia è tale che penso ad un bombardamento fisico vero e proprio, però so che con la violenza non si risolve nulla, scusate lo sfogo- privilegio dice…talmente priviliegio che quando rientri, tranne rare eccezioni, trovi il tuo spaziettino -scrivania, postazione, loculo che dir si voglia insomma il luogo materiale dove ti sudi la pagnotta- usurpato ben che ti vada

  16. virgy dice:

    Scusate, il commento di prima era molto più lungo e articolato, ma non so perchè me ne è partito mezzo, vabbè sono cose che condividiamo tutte e non le ripeto solo che ogni tanto sogno di vivere in Svezia dove ti consentono la maternità lunga e giusta e il part time senza perdere posizioni e carriera -perchè si sa che quelle due o tre al giorno in meno al lavoro, utili per non soffocare tra i mille impegni, sono fondamentali per la produttività e la carriera vero? Resistiamo e combattiamo attivamente e col cervello!!!

  17. Elisa dice:

    Come ho già detto è scandaloso quello che dice la ministra , che l’abbia detto sotto effetto di ormoni o meno , suggerito o meditato è vergognoso , lei che puo permettersi tate e colf ci viene a fare la morale a noi magari costrette a scegliere tra lo stare coi nostri figli e uno stipendio da fame … ma va la Mariastella vergognati

  18. Beta dice:

    Ancora una volta (l’ennesima!) la Sig.ra Ministro ha dato aria alla bocca prima di collegare il cervello! Ma vi rendete conto? Olte a tutto il resto ha usato parole tipo “donne-normali” … embè certo, lei non è donna-normale!!!! Sono sempre più schifata da come vengono politicamente gestite le cose in questo paese…. ma chi continua a votare per certa gente non ne ha ancora abbastanza? Ma gli italiani analizzano ciò che esce dalla bocca dei nostri politici?

  19. silvia dice:

    Cara Panz, ti ringrazio della segnalazione che mi era sfuggita. Purtroppo come vedete, dall’indagine del documentario Uno virgola due, uscito nel 2005 e del libro che ho scritto nel 2007, non solo non è cambiato niente ma anzi la situazione è peggiorata, se un ministro della Repubblica per di più donna si permette di dire una cosa del genere. Quando Uno virgola due è uscito si è gridato allo scandalo, i giornali e le televisioni ne parlavano come di una realtà che nessuno prima conosceva. Ora si fa passare un commento del genere.
    Io non sono brava a fare promozione, nè uso bene la rete come altre blogger fanno. Ma a chi fosse interessato proporrei di mettere il documentario intero Uno virgola due on line. E’ forse un arma che si può ancora usare. Fatemi sapere cosa ne pensate.Silvia (Uno Virgola Due)

  20. MammaNews dice:

    Io sono stata a casa nemmeno tre mesi perchè ho un’attività mia e non potevo permettermi di rimandare(quindi come dice lei: stare a casa per me sarebbe stato un privilegio). Ma ti dico che se avessi potuto non mi sarei separata dal cucciolo. quindi chi può prendersi almeno sei/sette mesi per stare con il neonato dovrebbe godersela e soprattutto rivendicare il suo pieno DIRITTO. e non solo per il bambino, anche per se stesse perchè è un momento che non torna mai più. nessuna esperienza lavorativa può eguagliarele emozioni che si provano in quei mesi.
    Secondo me la Gelmini ancora non si è ben resa conto di cosa le è accaduto perchè a dieci giorni dal parto non puoi avere la lucidità di pensare al lavoro come la priorità…trovo il suo discorso così freddo e distaccato e mi dispiace per lei. non sa cosa si perde

  21. Panzallaria dice:

    @silvia ferreri: ti ho mandato mail. Sarei molto felice di lanciare la discussione partendo dal tuo documentario (così non facciamo quelle che si lamentano su cose teoriche ma forniamo basi solide di discussione) su donne pensanti. se hai versione strict inferiore ai 10 minuti per youtube sono ben disponibile ad aiutarti

  22. judith dice:

    Ancora non sono diventata madre e mi fa vera paura che ci siano donne, anzi, donne-ministro che la pensino così.

  23. silvia dice:

    panz ti ho mandato una mail. se vuoi una versione strict di pochi minuti ho il trailer. lo trovi già on line su unovirgoladue.com/blog
    il film intero dura 52 minuti e come ti ho detto nella mail posso fartelo comprimere per il web e mandartelo.

  24. valewanda dice:

    Ho comprato, letto il libro, e visto il film di Silvia Ferreri: proprorrei di mandarne una copia alla ministra per posta, chissà che non si renda conto delle bestialità che ha detto. Ciao, Valentina

  25. Panzallaria dice:

    @vale: infatti! io su donnepensanti.net le ho scritto lettera pubblica (che le ho anche inviato) segnalandole proprio unovirgoladue e silvia sul suo blog ha scritto delle cose davvero interessanti in merito alla questione

  26. annarita dice:

    Mi ci rivedo, in questa storia. Ma io l’ho vissuta diversamente. Mi sono costretta a tornare al lavoro – e comunque senza mai staccare completamente – quando la mia prima aveva 4 mesi, solo in nome di un certo senso del dovere che mi si era abbattuto addosso (ero assessore di un comune capoluogo, con deleghe sensibili). L’ho vissuta come la rinuncia a un diritto, non come se le altre avessero un privilegio, e ancora oggi rimpiango di non avere, prima di ogni altra cosa, dedicato a mia figlia il tempo che le era dovuto. (Poi c’era anche il fatto che tale lavoro era molto coinvolgente, avrei fatto fatica a dirmi ‘stacco per 6 mesi’, non ci arrivavo proprio con la testa che sarebbe stata la cosa migliore, anche perchè comunque c’erano delle iene che aspiravano molto alla stessa posizione e che si erano figurati un’assenza di un anno e mezzo …non potevo dargliela vinta)
    Non capisce proprio niente la Gelmini, non capisce che un paese civile è quello che sostiene il diritto di ogni madre (in posizioni più o meno ‘di prestigio’ ) a vivere la maternità (soprattutto il periodo del maternage) e poi a ritornare al lavoro trovando lo stesso rispetto e considerazione (e mansioni) di prima.
    Ma soprattutto non si rende conto minimamente di quello che si perde, che è il rapporto unico con sua figlia. Io ho compreso meglio tutto questo quando – tornata al mio lavoro ‘normale’ – ho avuto il secondo bimbo, e mi sono presa l’aspettativa obbligatoria e in parte quella facoltativa, come nei diritti miei ma soprattutto di mio figlio . Se mai avrà questa occasione, la signora Gelmini si renderà conto delle stupidate enormi che va avrà declamato senza un briciolo di umiltà.

  27. Panzallaria dice:

    @annarita: off topic: ho letto questo sul tuo blog e mi sono commossa:
    L’onestà innanzi tutto

    Sinistra Democratica è difficile…difficile da seguire, verbosa, ipocondriaca, riflessiva…rimuginante come me. Il succo pero’ e’ tanta partecipazione di persone che credono nella importanza della questione morale. Impariamo a comunicare il nesso immediato tra onestà degli amministratori e qualita’ della vita quotidiana e forse altri ci seguiranno. La serietà non va di moda e non e’ al potere, ma dovrebbe essere la motivazione più grande e persistente di chi si occupa di politica per il bene comune e non dietro compensi di alcun genere.
    Ecco l’intervento di Claudio Fava a Pescara.

  28. ROSALINDA dice:

    Cara Gelmini l’astensione obbligatoria NON E’ UN PRIVILEGIO NON E’ UN DIRITTO, MA UN DOVERE.

    Gentile Ministro Gelmini

    L’altro giorno, leggendo la sua intervista sul corriere della sera, in cui dichiarava che L’ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO, è un privilegio, sono rimasta basita.

    Che lei d’educazione ne capisse poco, non ci voleva la laurea in pedagogia, che io possiedo e lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e lei no, visto quello che sta combinando alla scuola statale.

    Ma almeno speravo ne capisse di legge, essendo lei avvocato, ed io no.

    Certo, dato che lei ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata, in “zona franca” (quel di Reggio Calabria), perché più facile (come da lei con un’ingenuità, o candore imbarazzante affermato)., lo doveva fare supporre.

    E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto, e poi parliamo d’educazione.

    L’astensione dopo il parto, sul quale lei oggi con tanta leggerezza sputa, è appellata come OBBLIGATORIA, ed è un diritto insindacabile inserito all’interno di quelle leggi, per cui donne, molto più in gamba di lei e di me, hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri.

    Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si può usufruire, dopo i tre mesi di vita del lattante, e fino agli 8 anni, per un totale di 180g, i primi 30 retribuiti al 100%, e se usufruiti entro i 3 anni di vita del bambino retribuiti al 30%, oltre i 3 anni non retribuiti.

    Sempre parlando di lavoro, in cui sono riconosciuti tutti i diritti.

    Ovviamente per persone come lei, con un reddito di oltre 150000 euro l’anno, pari quasi al governatore della California, Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione, in questo caso più che un privilegio, è un’eresia.

    Ovviamente lei non può immaginare, perché può permettersi tate, tatine, nido “aziendale” al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che lei dice di capire, deve avere a che fare con file d’attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per baby sitter maggiori del proprio stipendi.

    Voglio dirle una cosa però, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che usufruire, dell’astensione OBBLIGATORIA è un DOVERE, prima di tutto morale, e poi sociale.

    Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe suggerirle qualcosa.

    Ma preferisco spiegarmi meglio, ma prima una piccola premessa è doverosa.

    Lei come tante donne, crede che l’essere madre, in se stesso (nel suo caso da 10g, anche se lei anche prima di diventarlo era già una luminare della pedagogia del luogo comune), le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e studi.

    Ma io le comunico una notizia bomba, per parlare di pedagogia oggi chiamata più propriamente SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione non le attribuisco.

    Le potrei parlare della teoria sull’attaccamento di Bowlby, d’imprinting, e altre citazioni etologiche, ma non voglio confonderle, le poche e ben confuse idee che già possiede, e allora la rimando ad esempi più accessibili.

    Basta guardare il regno animale per renderci conto come le mamme non si allontanano dai piccolini, e dedicano loro, attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO (nel caso dei bambini riconducibile ai 5 mesi circa).

    Non è una legge dell’uomo, è della natura.

    Fare un figlio, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, DEVE CAMBIARE LA VITA DI UNA DONNA.

    Sbaglia chi crede, che l’arrivo di un figlio, non deve comportare cambiamenti nella propria vita.

    Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono, di se stessi, e anche del proprio tempo.

    Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla a misura loro.

    Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza autostima e con poca sicurezza di sé.

    Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita.

    L’idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materno, e un biberon della tata, è solo nostra.

    Ciò non vuol dire certo, che tutti bambini allattati artificialmente, o tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati.

    Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l’acido folico, per prevenire la “spina bifida”.

    I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno.

    L’idea, che se piangono non si devono prendere in braccio “perché si abituano alle braccia”, è un luogo comune.

    Le “abitudini” arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto amore.

    Non è un caso che studi recenti, riabilitano il cosleeping, (dormire nel lettone), e i migliori pediatri sostengono, la scelta dell’allattamento a richiesta.

    Il volere educare i bambini, inquadrarli come soldati, già dai primi giorni, non è solo antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita può essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali.

    Poi possiamo discutere del fatto che molto spesso le donne sono costrette, perché non possono rimanere indietro in una posizione lavorativa faticosamente conquistata.

    Che tornare a lavorare per molte donne è una necessità.

    Ma per questo dovrebbe intervenire pesantemente lo stato, non certo con affermazioni come le sue.

    Mi rendo conto, che il suo lavoro le permette, di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità), e tornare da sua figlia.

    Ma ci sono lavori che richiedono, tempo e fatica fisica e mentale, che lei non conosce, che sarebbe inevitabilmente tolto, ad un neonato che ha bisogno di una mamma “fresca”, che gi dedichi massima attenzione.

    Noi donne, infatti, spesso ci sentiamo Wonder Woman, ma necessariamente, diveniamo vittime della sindrome del sovraffaticamento.

    E non è vero che è importante la qualità e non la quantità.

    1) Sia perché la qualità del tempo di una mamma da pochi giorni, che rientra nel tritacarne della routine quotidiana, aggiungendo il carico della gestione di un neonato, può essere compromessa.

    2) Sia perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi, dovrebbe avere entrambi.

    Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, negli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie atmosferiche o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido.

    Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al nido troppo presto, o che non vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario.

    Poi per carità, si può obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male.

    Bisogna dunque incentivare, i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si può fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza.

    E allora le domando Ministro, senza merito, di svolgere il suo ruolo istituzionale importante con maggiore serietà, cercando di evitare “sparate” fuori luogo, come questa, o come che studiare non è poi così importante, prendendo Renzo Bossi come esempio, e con maggiore consapevolezza che lei è una “miracolata”.

    E proprio come tale dovrebbe impegnarsi nello studio e in un’attenta analisi di ciò che afferma, per evitare strafalcioni, e posizioni dannose, per lei per gli altri e per il paese.

    Perché forse, qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, “non poteva arrecare grossi danni”, soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo, mettendo del suo, allo sfascio delle generazioni future.

    Un’ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola.

  29. Panzallaria dice:

    @rosalinda: bellissima lettera, bellissimo finale: “Un’ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola.” grazie per averla voluta condividere qui

  30. Vale dice:

    Carissima Mariastella.
    In questi giorni rimbalzano d’appertutto notizie sulla famosa intervista che hai rilasciato e sul fatto dei “privilegi” delle donne normali.
    Tu che non sai nemmeno lontanamente cosa significhi normalità.
    Ma non voglio essere polemica, voglio sperare che quell’esserino appena nato che hai dato alla luce sia,ora, il centro della tua vita e la tua priorità assoluta. Perché è un SUO DIRITTO.
    Ti parlerò perciò da madre.
    Da madre non piu giovane che ha avuto questa fantastica opportunità a 39 anni.
    Sono stata a casa per maternità anticipata, e non me ne vergogno.
    Ho provato ad andare al lavoro in autobus strapieni, con gente che mi spingeva, e dopo l’ennesima nausea e svenimento ho parlato con il ginecologo.
    Non era possibile, non potevo rischiare di mettere in serio pericolo la creatura che avevo in grembo.
    E sono fiera di quello che ho fatto, delle giornate a fare delle piccole passeggiate accarezzandomi il pancione, delle fiabe che già allora leggevo ad alta voce, dei sogni che dalla mia mente passavano alla sua.
    Poi è arrivato il giorno, un po’ presto, alla 35° settimana e con un cesareo d’urgenza è nata la mia meraviglia. 1 kg e 750 g. d’amore.
    Un amore così unico e grande che mai nemmeno per un secondo mi hanno fatto pensare ad altro.
    Pensavo solo a stare bene io (ho avuto un decorso duro) e soprattutto lei.
    Dopo un mese siamo tornate a casa, per 6 mesi mi sn dedicata a lei e credimi, non me ne pento.
    Perché continuiamo a dare sanzioni a poveri genitori che “abbandonano” dodicenni d’estate e nelle vacanze natalizie e poi quegli stessi dodicenni si ubriacano o si drogano, e invece non pensiamo che una mamma (o un papà) siano essenziali per crescere dei figli sereni che saranno gli adulti di domani.?
    Sono tornata al lavoro con la morte nel cuore, ma per fortuna ho trovato un nido (privato) dove la mia piccola è stata accolta come una figlia. Per fortuna non si è ammalata molto la mia piccola, perché ogni volta che stava male o io o il papà dovevamo stare a casa (a stipendio zero x malattia bambino). Non abbiamo né nonni ne parenti ne tate.
    Ho chiesto il part-time (con un mutuo ventennale credimi è tanto dura) me lo hanno concesso e da allora tiro la cinghia (tiriamo) su tutto.
    Ma nulla, davvero nulla mi darebbe la stessa felicità di mia figlia e dello sguardo amorevole che ha nei miei confronti.
    Stiamo crescendo, assieme, io e lei e il papà.
    Le insegno (IO e non qualche sconosciuto) le ragole, gliele spiego, facciamo tante cose insieme nei nostri pomeriggi.
    Al lavoro ovviamente sono stata mobbizzata, non faccio piu nulla di quello che facevo prima, ho chiesto il telelavoro (quello sarebbe davvero una cosa importantissima x le mamme), me lo hanno concesso un mese ma poi siccome i colleghi “brontolavano” me lo hanno tolto.
    E da allora ogni volta che si avvicina qualche chiusura scolastica (nel frattempo la mia piccola va alla materna-privata perché non potevamo permetterci di aspettare le graduatorie e di sottostare a scioperi, inserimenti lunghi e quant’altro), per noi è un incubo. Un incubo per trovarle una “sistemazione”.
    Nel frattempo continuano le cose di tutti i giorni:lavare, stirare, fare la spesa, far da mangiare…
    Tutto questo per dirti cosa?
    Due cose fondamentalmente:
    1-questa è la vita delle donne “normali”
    2-sta con tua figlia, che ha diritto ad avere una madre e dimostra a tutta Italia (e anche al mondo) quale contributo importante alla società sia quello di una madre che fa la madre.
    Credimi, tua figlia un giorno, se lo farai, sarà fiera di te.

  31. CosmicMummy dice:

    grazie per aver pubblicato gli indirizzi email.
    ho inviato la mia lettera ma dubito che qualcuno la leggerà.
    un ministro dovrebbe pesare un pò di più quello che dice…

  32. CosmicMummy dice:

    riporto anche qui – visto che lo avete fatto in tante – la mia lettera:

    Cara signora Gelmini,

    ho una laurea ed una specializzazione in campo scientifico, un bimbo
    piccolo e un lavoro precario.
    Quando sono andata in maternità avevo un co co pro di cui rimanevano
    pochi mesi alla scadenza.
    Per fortuna la gravidanza è andata benissimo e godevo di ottima
    salute, ma se avessi dovuto chiedere la maternità anticipata non avrei
    avuto diritto a percepire lo stipendio, nè a una proroga del
    contratto. Per fortuna mi piace molto lavorare, in particolare mi
    piaceva il lavoro che facevo in quel periodo. Così ho lavorato fino a
    che la legge me lo ha permesso, cioè fino a un mese prima della data
    presunta del parto. Una volta terminato il periodo di congedo
    obbligatorio non ho neanche minimamente pensato di chiedere il congedo
    parentale, sebbene mi spettasse, perchè come ho detto lavorare mi
    piaceva e sapevo che con un contratto che stava per scadere avrei
    perso l’occasione di concludere quell’esperienza… tanto per stare a
    casa avrei avuto tempo dopo, nell’attesa di trovare un altro lavoro.
    L’indennità di maternità la sto ancora aspettando. Ci sono stati dei
    problemi, qualcosa è andato storto nella comunicazione fra l’azienda e
    l’INPS, fatto sta che i miei contributi non risultavano, la maternità
    è stata rifiutata, ho dovuto presentare ricorso e sto ancora
    aspettando una risposta. E’ passato più di un anno.
    Quando è scaduto il contratto sono rimasta disoccupata 6 mesi. Non è
    facile trovare lavoro in un paese che non investe in ricerca
    scientifica, per una persona con le mie competenze, tantomeno se ha un
    marito e un figlio, perchè la ricerca di lavoro è limitata alla
    provincia di residenza della famiglia e la famiglia dovrebbe risiedere
    dove almeno uno dei due genitori ha un lavoro sicuro. E di questo devo
    ringraziare lei e tutti i suoi predecessori.
    Ho poi vinto una borsa di formazione per 6 mesi. Al momento della
    firma del contratto ho scoperto che non mi avrebbero pagato i
    contributi. Fra qualche mese il contratto scade e sarò di nuovo
    disoccupata. Mi piacerebbe avere un altro figlio ma con contratti di 6
    mesi la maternità non è prevista, qualunque gravidanza che si concluda
    positivamente dura più di 6 mesi, oltre al fatto che senza contributi
    non si ha diritto a nessuna indennità. Una donna incinta poi non la
    assumerebbe nessuno, e un rientro dopo più di un anno di
    ‘inoccupazione’, dovendo iniziare da zero a cercare lavoro lo vedo
    molto difficile.
    Conosco donne che si sono viste rifiutare la firma del contratto
    perchè erano incinte. Conosco donne che lavoravano ‘da casa’ per non
    perdere il lavoro, poche settimane dopo il parto, invece che godersi
    la maternità e riposarsi da una nottata in bianco. Conosco tante altre
    storie che sarebbe troppo lungo raccontare. E tutte di donne laureate
    e con un titolo di dottorato o specializzazione.
    Cara signora Gelmini, a me sembra che qui la PRIVILEGIATA è solo lei.

    Distinti saluti e tanti auguri

  33. elena dice:

    Son finita per caso su un blog: https://www.francescasanzo.net/2010/05/02/la-gelmini-ovvero-cosa-pensa-chi-ci-governa-dei-mesi-di-maternita/.. e ho anche letto la sua intervista sul corriere http://www.corriere.it/politica/10_aprile_30/gelmini-maternita-privilegio-mian_0aa5f66a-5441-11df-a5b5-00144f02aabe.shtml e putroppo concordo con tutti i commenti a lei indirizzati.

    Mi dispiace che lei la pensi così, mi sembra quasi di parlare ad una persona NON donna e femmina, ma ad un essere totalmente anaffettivo con le sue sembianze. Mi dispiace ancor di più per sua figlia, perchè anche se lei crede che non serve, purtroppo la vicinanza alla madre è quella cosa che contribuisce all’equilibrio psicofisico nell’età adulta.

    Sono mamma da 2 anni e mezzo e se avessi potuto stare più tempo con mio figlio l’avrei fatto. E’ oltretutto un’ingiustizia non poter avere i “privilegi” economici della scuola materna anche per i nidi, perchè proprio si fa fatica.

    Che tristezza.. che amarezza!

    Elena Salomoni

    • Panzallaria dice:

      ciao elena,
      credo che la tua lettera fosse per la Ministra (spero non per me ;-)). Colgo l’occasione per dire a quanti stanno mandando un messaggio alla ministra lasciando commenti su questo blog, che l’unica speranza che abbiamo per farglieli recapitare è che la ministra stessa legga panzallaria…chissà…ciao a tutti e grazie degli interventi

  34. donatella albergo dice:

    vedo solo ora i commenti alle scandalose parole della ministra. mi trovo perfettamente d’accordo con voi signore. questa donna che considera un privilegio quello che è un diritto sacrosanto fa rabbrividire anche gli inconsapevoli. è ovvio come diceva una collega che la signora gelmini ha la possibilità economica oltre che temporale di affidare il proprio figlio ad altre donne. la sgnora dimentica che non tutte le donne hanno la possibilità di assentarsi qual si volglia e pagare qualcun altro per fare quello che una madre dovrebbe fare. anzichè parlare in questo senso, dovrebbe documentarsi su quello che fanno nei paesi più civilizzati. in Norvegia il congedo di maternità è di 46 settimane pagate al 100% o in alternativa la madre può decidere di restare a casa 56 settimane pagate al 80%. è pacifico che il bambino nel primo anno di vita ha bisogno dei genitori costantemente ed è nei primi mesi di vita che si trasmette ai bimbi il seme di ciò che saranno da adulti. è evidente che in Italia non viene data la giusta importanza alla vita. siamo terzo mondo in realtà.

  35. donatella albergo dice:

    giusto per informarla, cara ministra, che noi donne che lavoriamo, e che non facciamo pesare nulla alle aziende per cui lavoriamo, che non conoscono gg di malattia, ne di assenteismo, che ci barcameniamo tra nonne disposte ad aiutarci nonostante l’età, a pagare babysitter ad ore sacroficando lo stipendio perchè cara signora Gelmini soprattutto al sud non ci sono asili nido aziendali, e poche strutture idonee magari lontane km dal lavoro e da casa, noi donne che lavoriamo i sacrifici li facciamo, e guardiamo a quei paesi dove tutto questo significa non garantire alla donna che lavora una stabilità economica e strutture adeguate che tutelino madre-lavoratrice e bambino, s’impegni nelle riforme garantiste piuttosto che parlare senza cognizione di causa. lei qui è l’unica privilegiata, insieme ai suoi colleghi ministri e parlamentari. le donne italiane sono stanche di sentirvi parlare a vanvera.

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  1. […] intervista della neomamma Gelmini. Per fortuna che la rete me lo ha ricordato qui, qui e qui. Che dire… Certo anch’io ho considerato un privilegio per poche il fatto di potersi […]

  2. […] Dopo la session sono andata alla riunione della scuola dove c’era solo la B1 che è la Bì più Bì delle due maestre, la quale ci ha spiegato i motivi per cui ai bambini non si possono più fare attività che non ci sono soldi ragazzi miei, il comune non ha soldi, lo stato non ha soldi e la Gelmini è troppo occupata a riflettere sui privilegi delle mamme normali. […]

  3. […] alcune risposte diffuse nella rete dalle mamme blogger: Genitori crescono, Mamma Felice, Panzallaria. var addthis_language = 'it';var addthis_options = 'email, favorites, digg, delicious, myspace, […]

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