Volevo solo due paia di calzini

Ieri alle 17.30 c’è stata questa riunione della scuola. La seconda – per intenderci – dell’anno. Non ci sono soldi, nemmeno per le riunioni.

Uscita dall’ufficio, dato che frollina era con i nonni e a me rimanevano 45 succulenti minuti di vaghezza urbana (niente pc per donnapensare o altro, niente bambina da giocare, niente lavoro da lavorare) ho deciso di fermarmi in centro per comprare due paia di calzini simpatici da spaiare e riabbinare per sabato sera.

Come buon auspicio. Io tutte le volte che devo fare qualcosa di importante, come buon auspicio mi indosso calze spaiate belle. Quando non è importante sono spaiate e pure brutte.

Però al posto del mondo del calzino ci era un nuovo negozio. Un negozio di vestiti, di quei vestiti che piacciono a me. Molto panzallaria.

Larghi eran larghi per contenere le mie carni.

Simpatici eran simpatici, per dare lustro alle mie malsane idee.

Ecco che senza manco accorgermene non solo ero dentro al negozio, dove la commessa mi ha imbonita subito con il trucco più vecchio del mondo, ovvero dirmi che se ero amica di una sua cliente mi faceva lo sconto e io ho sparato un nome a caso di una mia amica e lei mi ha detto che si, in effetti è sua cliente, e allora che non mi preoccupassi, che alla fine  “mi faceva bene”.

Nel negozio c’erano prezzi cari un bel po’ ma la roba era bella un bel po’ e dato che mi sono pensata che io sabato sera poi c’ho una prima teatrale, come la Eleonora Duse, e che ho appena preso lo stipendio e che il mio armadio è una specie di deserto del Sahara punteggiato dal miraggio di vecchi abiti che ora riuscirei a infilarmi solo nelle braccia, tanto sono diventata balena nel frattempo, allora mi sono detta

perché no?

E così ho inserito la marcia e mi sono data al consumismo più sfrenato e la commessa intanto mi diceva “Se fossi un chiletto più magra ti farei vedere anche questo!” o robe tipo “Peccato che hai un seno così grosso se no chissà che carina con questa camiciola…” e malgrado le simpatiche affermazioni io la adoravo questa donna, perché mi continuava a dire che mi faceva bene e mi faceva vedere abiti bellissimi che alla fine

alla fine

dico io

ho pensato seriamente di lasciare un rene.

Di espiantarmelo da sola.

Che tanto se il buon dio dei cattolici ce ne ha dati due, forse il motivo è proprio che uno è di riserva per poterlo vendere in casi come questi, che vorresti cambiarti tutto il guardaroba e ti si sommano nel cervello un centinaio di motivi validissimi per cambiarlo questo fottuto guardaroba e allora ti pensi che si, averci un bisturi nella borsetta…

Dopo la session nel negozio ovviamente non ho mica comprato i calzini che erano poi quelli il mio obiettivo ma il negozio non c’è più.

Dopo la session sono andata alla riunione della scuola dove c’era solo la B1 che è la Bì più Bì delle due maestre, la quale ci ha spiegato i motivi per cui ai bambini non si possono più fare attività che non ci sono soldi ragazzi miei, il comune non ha soldi, lo stato non ha soldi e la Gelmini è troppo occupata a riflettere sui privilegi delle mamme normali.

La B1 e la B2 vorrebbero fare tante cose, ma d’altra parte chi glielo paga lo straordinario?

Ecco, allora ho pensato a tutti i giovani che fanno cose per la gloria e che – come del resto la sottoscritta – la parola straordinario la associano solo alle nevicate primaverili, ma che forse hanno ragione loro, la b1 e la b2, che il lavoro è il lavoro e non si può lavorare per la gloria.

Ho pensato a questo Paese che si basa sulla buona volontà di chi ci crede e che se tutti smettessimo di fare di più, porcaputtana, questo Paese si fermerebbe perché non ci sono le tutele e i soldi e non c’è la voglia di investire e riconoscere gli sforzi.

Insomma ho pensato che dal loro punto di vista le capisco le bì maestre, ma è anche vero che se penso al mio di punto di vista, di mamma di una bimba curiosa e intelligente, ecco mi viene lo scoraggiamento a guardare all’amaro futuro formativo che l’aspetta.

Poi ecco, devo dirlo, c’era anche l’insegnante di religione e sono stata molto felice che mia figlia non la faccia. Perché più di dire che lei non insegna catechese ma i rudimenti della dottrina cattolica, ecco la maestra di religione non ha detto. E quando io che sono la regina di padelle e polemiche le ho chiesto come mai non insegna anche le altre di religioni, visto che lei non fa catechese e che in quel caso forse ci avrei mandato anche la frollina, allora lei mi ha detto che i bambini per le altre religioni non sono ancora pronti.

Insomma.

Ieri ho capito che:

  • meglio non entrare nei negozi dove ti fanno bene perché esci senza un rene
  • meglio non sperare che tua figlia a scuola faccia più di quello che farebbe in un baby parking
  • il dio dei cattolici è adatto ai minori di 6 anni, gli altri invece è meglio conoscerli dopo
29 commenti
  1. claudia-cipi dice:

    Io nei negozi non ci entro più, perchèi vestiti da cicciona costano troppo. Viva internet ed i negozi online!

    Per le maestre, da un lato le posso anche capire, che lo straordinario non pagato non piace a nessuno, ma caspita, il loro mestiere dovrebbe essere una vocazione, non solo un portare lo stipendio a casa, e allora un po’ di impegno da parte di tutti e magari qualcosa si riesce a fare. All’asilo dove il nano dovrebbe andare a settemrbe hanno un pezzetto di orto che non coltivano più perchè il comune non ha più i soldi per pagare l’impresa che preparava la terra. Ora, dico io, dare due zappate e un po’ d’acqua a quei 2 metri quadtrati di terra, ci vorrà mica così tanto. Possibile che non ci sia un parente pensionato e volenteroso? Io ho seriamente pensato di propormi io per farlo, nonostante il lavoro 10 ore al giorno (con gli straordinari non pagati, ovviamente), ma col mio pollice nero non credo che si riuscirebbe a vedere qualche pianta… e mi viene da chiedermi: possibile che nessun altro abbia potuto proporsi? Possibile che ci vogliano i soldi per la cooperativa? Mi sembra che più che altro tutti tendano a pensare solo per sè e a fare il meno possibile pretendendo che siano altri a fare…

  2. arso dice:

    I bambini, secondo l’insegnante di cateché?, nascono già pronti per la dottrina della chiesa cattolica apostolica romana.
    Per le altre non lo sono mai.

  3. la meringa dice:

    Io, per principio, pur essendo balena, non compro nei negozi dove le commesse mi trattano da cicciona.
    Tiè.
    Poi non c’ho stipendio e quindi nemmeno tentazioni!

  4. Panzallaria dice:

    @la meringa: anche io! questa era in realtà molto carina, solo che ogni tanto gli usciva una frase infelice, ma ho capito che lei aveva solo voglia di accontentarmi e non di ghettizzare le mie carni

  5. Ondaluna dice:

    Io sono stata giovane, ho lavorato “per la gloria” (più che altro per il curriculum), e qualcosa “aggratis” continuo a farla. Forse è per questo che sono “ridotta male”? Nel mio mestiere se molti la smettessero di pensarla così, si capirebbe che non siamo una categoria di volontari (succede anche questo).
    Riguardo allo shopping, mi hai suscitato una sana voglia di rifare il guardaroba! Devo trovare qualcuno che vuole il mio rene?

  6. Panzallaria dice:

    @claudia-cipi: ieri sera io e altre mamme abbiamo detto chiaramente che siamo a disposizione per fare le cose, per comprare ciò che manca ecc. La risposta è stata “non si può, tutto deve essere certificato” e che su quello che potranno chiederanno il nostro aiuto. C’è un cortocircuito: la burocrazia soffoca il volontarismo dei genitori

  7. FrancescaV dice:

    il volontarismo dei genitori è una cosa bellissima, ma cazzo noi paghiamo le tasse per averle ste cose nella scuola, non per farci dire che non ci sono i soldi per istruire i nostri figli? E allora dove cazzo stanno sti soldi? Qui bisogna pretendere delle risposte, ma serie eh, no le cazzate che i nostri politici dicono a Chi. (scusate ma sono arrabbiatissima).

    Un’ultima cosa sulla religione cattolica, a me sembra che sia l’UNICA religione che BISOGNA vietare ai minori, visto che ce li violentano tutti.

  8. fra dice:

    Mamma mia la risposta della maestra di religione è inquietante. Ma dai sarebbe da licenziarla, se questa è la cultura che si vuole trasmettere ai bambini in Italia c’è davvero da preoccuparsi!
    un abbraccio
    fra

  9. Chiò dice:

    per la scuola: è triste tristissimo quello che ho letto e mi sento fortunata per quanto riguarda la scuola materna di mia figlia anna Frank quartiere san vitale BO (è giusto pubblicizzarla visto l’aridità e il deserto che leggo dai vostri commenti!!). l’anno scorso abbiamo dato come regalo alle maestre dei soldi, per comprare materiale per quest’anno e loro son state ben contente… e non hanno sparato cazzate sul fatto che vada tutto classificato!!!! secondo me certe persone ben poco motivate, forse a ragione, non dico no, si nascondono dietro ai pochi soldi… ma dietro ci sono pessimi progetti pedagogici, e poca volontà… nella materna di cui parlo, i bimbi fanno psicomotricità progetti esterni creativi, teatro, e musiké (un progetto esterno di danza espressiva) con un contributo minimo dei genitori!!!
    altra cosa che mi fa imbufalire SEMPREEEE riguarda l’ora di religione (che poi quando ero piccola io manco la facevo alle elementari….FIGURIAMOCI ALLA MATERNA LI INDROTTINIAMO)… per pagare quegli individui che insegnano religione, che dicono assurdità come che i bambini a 3 anni non capiscono le religioni altre dunque per me sono decerebrati i soldi li trovano pure??? ecco questo mi fa INFEROCIRE… per questo (oltre al fatto che sono atea) mia figlia per principio NON FA L’ORA DI RELIGIONE!!!! in nostri pochi soldi dati a esterni spesso poco qualificati che parlano della Madonna e di Gesù per un’ora…. e invece tutte quelle attività che li farebbero crescere molto di più vengono tagliate….
    purtroppo tutto è nelle mani della vocazione di poche brave maestre!!! ed io ringrazio che quelle di Beatrice siano tra queste!!!!

  10. Panzallaria dice:

    @Chiò: condivido tutto, specie sulla rabbia circa l’ora di religione che toglie spazio e risorse economiche ad altro. E siamo in uno stato laico!
    Io ieri ho provato a far riflettere ma la chiusura è stata totale e una mamma è arrivata anche a dire che l’ora di religione è importante perché insegna il valore dell’amicizia.
    ecco
    qui abbiamo toccato il fondo
    e io che ingenuamente speravo che non servisse essere cattolici per imparare il valore dell’amicizia ;-(…

  11. lorella dice:

    Dpo l’intirvesta di Giorgia ecco che vengo a conoscerti e devo dirti che da quel poco che ho letto mi piaci proprio. Spero di trovare il tempo tra le mille cose (a gratis e di dovere) di seguirti.

  12. LGO dice:

    Quello che si fa nelle scuole italiane si chiama IRC : Insegnamento della religione cattolica. Se qualcuno vuole altro c’è l’esonero 🙂

    Sullo straordinario delle maestre c’è qualcuno che saprebbe dirmi una maestra quanto lavora e quanto guadagna?

  13. stefania dice:

    Forse sbaglio e magari sono un cattivo esempio per i diritti dei lavoratori, perchè capita che faccio straordinari non pagati, però a me un pò infastidisce l’atteggiamento dei lavoratori pubblici che sono così intransigenti e fiscali sull’orario. Ora, credo che pochi lavorino per la gloria, però un minimo di buona volontà da parte di tutti ci vuole anche “a gratis”.
    Stefania mamma di Vittoria

  14. Elisa dice:

    Sul lavorare per la gloria non so che dire , io l’ho fatto a lungo e mi son presa un bel calcione nel didietro al momento cruciale (capo sono incinta non so se tornero in questo posto asfissiante … cara mia ti tengo in grande considerazione ma mai e poi mai ti darò un part time!!!!), non so ancora se ho fatto bene o male … per gli asili quello di mia figlia che è tipo/privato si sostenta con le lotterie e le vendite di beneficenza , e i lavori di manutenzione li fanno un po di genitori volenterosi 🙁

  15. Panzallaria dice:

    @ELISA: certo che l’ho comprato! domani mi tolgono i punti della ferita per l’autoasportazione del rene 😉

  16. maddalena dice:

    Ciao,ti leggo silenziosa da qualche tempo e mi piace quello che scrivi.Sei uno spazio di riposo e riflessone.Sono un’insegnante da quasi dieci anni e HO DECISO di fare questo lavoro perchè lo sentivo adatto a me. Sono stata insegnante alla scuola dell’infanzia (sia pubblica che privata)e ora lavoro alla scuola primaria, dopo due anni di abilitazione.Sono una precaria di 37 anni e lo rimmarò per almeno altri 5 anni.La scuola italiana è sempre più precaria, costa di meno. Ogni anno cambio alunni, sede, colleghi,genitori. Ferie estive non sempre pagate, dipende dal contratto che riesco a strappare a fine agosto. Il mio stipendio e di quasi 1300 euro: sono richieste 22 ore frontali, 2 ore di programmazione settimanale, 40 ore annue tra collegi docenti, interclassi, consegna schede fine anno. non sono stata precisa, non ho il contratto di lavoro sottomano. Sul volontariato invece ci sono almeno 2 ore TUTTI i giorni per correggere quadernoni (sono scrupolosa), preparare lezioni, aggiornarsi.Volontariato sono le ore di ricevimento dei genitori previste e non previste. Volontariato è tutto il lavoro che ti porti a casa: schede di valutazione, verifiche, registri, verbali, cartelloni murali, materiali didattici da costruire, materiali per le feste e decine di altre cose che DA FUORI sembrano sempre scontate. ho anche zappato un orto scolastico. Come tanti genitori, anch’io lascio mio figlio al nido quasi 8 ore per riuscire a svolgere questa parte del mio lavoro a casa. Poi c’e una parte di questo lavoro che non si vede e che non ti molla neanche quando prepari la minestra ed è quel carico emotivo che dipende dalle relazione con gli alunni, con i colleghi,con i genitori, con la società e con la politica. Soppravivere a questo è davvero la parte più difficile e se non impari a farlo il burn out ti logora. Perchè questa è una delle professioni più logoranti. Non lo dico io e per chi volesse approffondire basta una breve ricerca. L’errore è di ricondurre sempre questo lavoro alla sola vocazione, ma non lo è, come non lo è essere genitori. Lo si diventa, cercando di migliorare ogni giono. A scuola ci siamo stati tutti e tutti pensiamo di sapere come dovrebbe essere. E’ vero che ci sono sempre meno risorse, non solo finanziare. Anche quelle umane e professionali basate sulla buona volontà del singolo e professionali(l’aggiornamento non è obbligatorio)sono destinate a ridursi, per sopravvivenza. Perchè anche gli insegnanti hanno una vita da godere.
    La scuola diventerrà sempre più povera e ci rimetteranno i NOSTRI figli. Questo non sembra preoccupare i genitori, sempre disponibili al volontariato e non a sostenere attivamente chi divide con loro anche un compito educativo. Gli insenanti della scuola primaria non sono stati sostenuti in maniera attiva quando sono state tolte le compresenze dall’attuale ministro. Chi ci ha rimesso? Come al solito gli alunni con difficoltà, che con poche ore preziose venivano aiutati a recuperare. Per chi ha soldi ci saranno lezioni private pagate più care e volentieri che un insegnante(altro che chiedersi come vengono spese le NOSTRE tasse) o la scuola privata. Gli altri? Agli italiani non interessa. Come molte altre cose del resto. Scusate gli errori ma non ho proprio il tempo di riguardare quanto ho scritto.

  17. maddalena dice:

    dimenticavo: non sono previsti straordinari pagati, rientra tutto nello stpendio. Se sei precario non ci sono scatti di anzianità e neppure possibilità di carriera. La media di precariato in anni è di 9 alle elementari e 15 per le medie ( soprattutto inglese e arte). Ad un certo punto la vocazione va a farsi benedire 🙂

  18. Panzallaria dice:

    @maddalena: ma infatti è proprio un problema grosso che riguarda tutti, ma non tutti se ne rendono conto. sul sostegno dei genitori, però, mi sembra che non si possa fare di tutta l’erba un fascio. Mia figlia è piccola, per carità, ma conosco persone che hanno dormito di notte nella scuola, per sostenere gli insegnanti e una scuola che non venga smontata pezzetto dopo pezzetto.
    Solo che come al solito, in Italia, si guarda sempre all’immediato domani e non si ha una vista lunga che ci permetta di capire che quello che distruggiamo oggi ci tornerù indietro domani ;-(

  19. luisa dice:

    ciao, anch’io come Maddalna ti seguo da un po’ in silenzio. Sono nonna della mia prima nipotina, ora poco più che duenne, per cui supplisco mia figlia dopo il nido. Ho sentito il bisogno per questo di confrontarmi con le mamme della sua generazione per capire meglio il mondo che devo anch’io comunque vivere e così ho incontrato voi.
    E’ stato bello vedere che in tanto squallore che ci circonda ci sono delle mamme così. Posso dire che mi sono un po’ ritrovata in voi?
    Però quando guardo alla scuola mi spavento. Sento i racconti dal di dentro sia dei giovani precari sia delle amiche che vi lavorano, tutte persone come Maddalena senza orari e tanto impegno: mi parlano di genitori che non crescono, che non si interrogano, che cercano un “parcheggio” e basta e di insegnanti che accolgono con favore le “riforme” della ministra Mary SuperStar perchè così si va avanti di solo tran tran.
    Anche qui c’è chi protesta, chi ha avvolto di carta igenica provveditorato e scuole, chi collabora, ma poi? Poi vedo amareggiata il vuoto, la regressione. I bambini non sono il centro, non hanno diritto di crescere in un ambiente stimolante, creativo, collaborativo, che dia risalto alle loro potenzialità, che li formi come esseri liberi e pensanti.

  20. Giacomo dice:

    Come diceva una canzone dei Ramones, IGNORANCE IS BLISS, traduco alla maniera di mia nonna ” beati gli ignoranti “.
    In Italia la maggioranza del popolo, prova ne è il matematico predominio politico di chi governa, ha accettato che si ripieghi su una scuola per ignoranti. Imbavagliano la critica, fanno passare le maestre nel solito clichè delle fannullone ( e nel contempo chiudono gli occhi sulla legge 103, che in Italia e soprattuto in meridione è un arma potentissima, usata da migliaia di furbacchioni che a suon di certificati medici diventano disabili nottetempo. Ergo, punteggio in graudatoria alle stelle ), tolgono finanziamenti alla cultura mentre sperperano milioni di euro in progetti inutili, vedi il brambilloso progetto del marchio per la promozione turismo italiano ( costato decine di milioni di euro e poi si scopre che il logo era già esistente negli anni 80, per una casa di produzione di film a luci rosse ).
    Allora viene da dire, beato chi se la ride, coi figli che non conoscono altro che i miracoli trash della tivù italiana, deridono le maestre ed aspirano a predominare il prossimo emulando i genitori che emulano i prepotenti al potere.
    E’ proprio così, tutti zitti, in fila ad abbassare la testa.
    In tivù il capo da contro ai maestri, tutti contro i maestri. Zero spirito critico e zero riflessioni.
    Sapete che la scuola elementare italiana era tra le migliori in Europa? e chi pensate ci fosse in quelle scuole? Mary Poppins, no cari miei, le insegnanti tanto scudisciate dai genitori.
    Da genitore dico, e ne sono fiero, mio figlio a scuola dovrà imparare, certo, ma è a casa che dovrà farsi il mazzo per imparare a vivere, l’educazione più importante, quella di vita, sarà data da mia moglie ed il sottoscritto.
    Non addossiamo alle maestre doveri che non sappiamo affrontare, se non riusciamo a crescere i figli, meglio rifletterci bene.
    Approposito, sono un uomo di destra, non etichettatemi come “bolscevico” solo per aver fatto una critica al sistema.
    Non hanno colore le critiche, sono cose che nascono da un cervello che funziona, bene o male, ma funziona.
    Scrolliamoci di dosso la polvere dei luoghi comuni.
    Dedico questa mail alla mia vecchia maestra, che ora non c’è più, mi ha insegnato tanto e ci diceva sempre ” io vi aiuto ad imparare, ma che i vostri genitori devono insegnarvi a vivere “.
    Un saluto a tutti, con tanti auguri per tutto.
    Giacomo.

  21. Panzallaria dice:

    @giacomo: le tue riflessioni sono importantissime e poco importa dove voti. La politica da stadio alla quale ci siamo abituati ultimamente non ha alcun senso e forse se tutti ambissimo al suo superamento, si costruirebbe di più. detto questo, sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che non si debba addossare colpe a maestri e professori che fanno tantissimo e spesso in condizioni di grande disagio, però come genitrice e persona attivamente impegnata nella società, mi sento molto scoraggiata e credo sia normale. Mia figlia ha 3 anni e mi hanno già fatto capire che più andrà avanti più sarà peggio. Ho chiesto: “Cosa posso fare concretamente? Avete bisogno che venga a pulire, cambiare giochi, sistemare il prato? Io ci sono” e mi è stato risposto che non si può, che tutto deve essere certificato. Permettimi di essere quindi irritata sia con l’Istituzione scuola ma anche con le maestre specifiche (questo post riguarda la mia esperienza personale e non è un post generale sulla condizione della scuola italiana) che evidentemente per motivi probabilmente anche validi, hanno abdicato alla passione in favore del mantenimento della tranquillità.

    Poi per quanto riguarda l’importanza della famiglia, sono perfettamente d’accordo, ma credo anche che con la scuola ci si debba supportare a vicenda, in una sinergia che rende l’essere umano completo

  22. Giacomo dice:

    La tua buona volontà è l’amore per tua figlia, va lodata, e qui non ci piove.
    Ma dobbiamo metterci nei panni di chi lavora nella scuola, è un meccanismo complicatissimo e spesso i maestri, gli insegnanti, devono lavorare schivando quintali di intoppi burocratici e pressioni dal basso e dall’alto.
    Sicuramente la tua buona volontà è sintomo di voglia di cambiare le cose, di migliorarle, ma la scuola deve cambiare da dentro, queste incursioni dall’esterno, paradossalmente, fanno ben poco. Io sono convinto che la maggioranza degli insegnanti capisce benissimo queste cose, ma purtroppo sanno anche di avere le mani legate.
    Spesso molti insegnanti, che sono la “faccia” della scuola, fungono da interlocutori e molte volte si sentono le tonnellate di lamentele da parte dei genitori.
    Allora, nella scuola purtroppo chi decide non sono i maestri, ma i ministri, i provveditori, i dirigenti.
    Abbiamo delle lamentele? Qualcosa non va? Lamentiamoci con chi la scuola la influenza veramente, gli insegnati sono la solo per eseguire.
    Io la penso così, se la scuola sta andando male, non è colpa dei maestri, ma di chi li ha messi in condizione di lavorare così.

  23. Panzallaria dice:

    @giacomo: hai ragione e hai fatto bene a ricordarlo. io con donnepensanti.net sto vedendo in prima persona quanto spesso non facciamo le cose più semplici, ovvero cercare un dialogo con chi decide le cose. E a volte è sorprendente, ma se siamo in tanti, funziona. Potrebbe essere un inizio. Grazie dei tuoi preziosi contributi

  24. desian dice:

    Intanto sono d’accordo con LGO: quanto lavorano (davvero, non solo in cattedra…) le/gli insegnanti e quanto guadagnano così la smettiamo di sparare addosso alla croce rossa… Inoltre, da quando mia moglie ha cominciato ad insegnare (quasi due anni) ho capito che, visto da dentro, il mestiere è ben altra cosa: oltre la cattedra, appunto, correzione compiti, preparazione della lezione del giorno dopo, consiglio dei docenti, incontri coi genitori, riunioni per programmazione, esami, ecc. A farlo, non dico con particolare spirito di servizio, ma con un minimo di coscienza vengono fuori parecchie orette settimanali. E inoltre un insegnante deve essere abbastanza lucido quando sta in classe: voi vorreste essere operati da un medico stressato, stanco e sottopagato?
    Poi d’accordo con Francesca quando dice che se in questo Paese la gente smettesse di fare “il di più” si fermerebbe tutto. Poi anche tra le/gli insegnanti ci sono quelli che lavorano con coscienza e passione e quelli che no, così come tra architetti, medici, commercianti, ministri. Eviterei se possibile le generalizzazioni e farei piuttosto appello al senso di responsabilità che, come sappiamo, qui in Italia non è proprio la nostra prima virtù…

  25. Panzallaria dice:

    @desian: concordo in tutto. per altro vorrei ricordare che questo post non generalizza ma tratta una situazione specifica, la mia. Poi ho visto che è stato preso come occasione di riflessione su questi temi e mi fa piacere, ma davvero vorrei ricordare che non voleva essere arrogante o etichettare ma che ho voluto semplicemente raccontare la mia esperienza (per altro alla materna), unica e soprattutto che io per prima, malgrado mi venga il nervoso delle volte, per via della b1 e b2, tendo a capirle molto bene, perché penso che il Sistema sia assolutamente castrante come ha ben scritto anche Giacomo.

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