Copincolla di pezzi di Italia

Dov’è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti  perché negli asili nido non c’è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il tg1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.

Un brano della lettera  – condivisibile, coraggiosa, lucida – di Maria Luisa Busi, con cui chiede di essere sollevata dal suo incarico di conduttrice del TG1 serale.

Ieri ho comprato Vanity Fair dove, per la prima volta dopo le sue dimissioni, la Busi racconta come ha maturato la sua scelta. Ho trovato parole che in Italia si sentono molto poco: rispetto, dignità, dovere.

Sullo stesso numero di Vanity Fair c’è anche un’intervista a Patrizia D’Addario, sempre strumentalizzata da ogni genere di uomo. Ecco un brano, tratto da un articolo del Corriere.it (intermezzi del Corriere):

In quest’anno, alla D’Addario è successo di tutto. Minacce su minacce, incidenti, furti. «Mia madre è stata colpita a un occhio. Io sono stata mandata fuori strada in auto. Mi hanno rubato l’intero guardaroba, i vestiti di scena di una vita – racconta dettagliatamente – Mi hanno aggredita in casa mia. Un carabiniere in borghese mi ha assalito e ha tentato di violentarmi mente i suoi colleghi facevano la guardia fuori». Ha pagato a caro prezzo quello che è successo a Palazzo Grazioli, anche se a chi le da della prostituta, lei ribatte con fierezza «Non sono assolutamente una prostituta. Io non sono andata là per i soldi, tant’è che la prima sera non sono rimasta. Non ho preso la busta da diecimila euro per le quali le altre erano lì. Quello era prostituirsi. E non ho venduto il mio silenzio. Chi l’ha fatto ora vive a Roma, riverita. Io non torno nemmeno più a casa». (…) «Sono stata una escort ma solo qualche volta. Mi ci ha costretta il mio ex, con la violenza». Patrizia riapre anche il capitolo delle feste coi volti noti della politica: «Ci sono delle cose su quelle serate che non sono ancora venute fuori, ma le racconterò nel mio secondo libro» lanciando anche una frecciata ad un imprecisato qualcuno del mondo della televisione: «Alcuni di quei signori che stanno in Tv e mi chiamano prostituta c’erano, loro sì con le prostitute e io lo so che cosa hanno fatto. E lo dirò, se me lo lasciano dire». In realtà, qualcuno che voleva farla parlare c’era già ma poi la sua intervista è stata bloccata per «ordini superiori», come non manca di riportare: «Mi chiama Radio Rai, la trasmissione “Un giorno da pecora”. Sono malata, ma sembra che se non partecipo non possano andare in onda. Insistono, vogliono mandarmi a prendere, in ambulanza se necessario. Pregano. Alla fine mio cugino Mimmo mi accompagna a Roma. Siamo a un chilometro dagli studi quando una segretaria telefona per dire che l’intervista è stata annullata. Poi Mimmo parla con l’aiuto regista che ammette: è arrivato un veto, dai piani alti, dice. Perfino in Spagna, a Telecinco, mi hanno chiamata e poi hanno disdetto perché è roba che si sa a chi appartiene…».

Ieri ho scoperto anche dell’esistenza del docufiction Le dame e il cavaliere che – a causa della legge sulle intercettazioni – a fine mese diventerà, probabilmente, illegale.

In un’intervista all’autore Franco Fracassi sul blog del film leggo:

Qual è l’idea che ne emerge?

C’è un mondo fatto di ragazze, imprenditori dello spettacolo, esponenti del mondo degli affari, che ruota intorno al sesso ed è legato al premier. Berlusconi sistema le sue ragazze in due modi: nel mondo dello spettacolo, per fare favori a politici che gli servono all’interno del parlamento; oppure nel mondo della politica. Non si tratta di un premio, ma di una strategia: Berlusconi ha bisogno di riempire i vari parlamenti – regionali, nazionale ed europeo – di persone devote a lui e ignoranti, quindi totalmente controllabili. Queste persone non parlano, non fanno interventi e agiscono in base a messaggi che gli indicano come votare. Il premier sta cercando di ottenere un parlamento formato da automi nelle sue mani, dove il diritto di parola e di voto siano appannaggio di capigruppo che facciano passare le leggi decise dal governo. Chi cerca di mettergli i bastoni tra le ruote, i media o singoli testimoni, è distrutto da veri e propri killer mediatici. Si tratta di un apparato di disinformazione degno del Kgb dell’Unione Sovietica, gestito dal direttore di ‘Chi’ e di ‘Tv sorrisi & canzoni’, Alfonso Signorini.

Io, stanotte, malgrado il clima estivo, ho dovuto mettere sul letto una copertina di lana. Ho tremato tutta notte.

6 commenti
  1. Stefania dice:

    Sai cosa mi frulla per la testa da un bel po’ di tempo? Che questa situazione di re e cortigiane è possibile perché ci sono molte ragazze/donne che non ci pensano due volte ad usare il loro corpo per fare carriera. Nell’Italia di oggi dove tantissime brave neolaureate e non solo sono disoccupate oppure precarie, si sceglie la via più facile, che è quella di diventare una delle favorite del capo.
    Ed ambire così ad un posto in Parlamento oppure in Consiglio Regionale.
    Donne che con i loro meriti professionali non arriverebbero mai così in alto, sanno che entrando nelle grazie di qualche Signorotto possono diventare qualcuno. Con poco sforzo.
    A me pesonalmente fa schifo, ma mi accorgo che è un ragionamento molto diffuso, e non solo in politica. Anche il mondo delle aziende talcune volte è un bello zoo da osservare…
    Capisco che tu abbia tremato tutta la notte. Io alcuni giorni non so dove sbattere la testa…

  2. Panzallaria dice:

    @Stefania: condivido in pieno quello che dici. E’ uno dei motivi per cui stiamo spendendo tante energie su donne pensanti. Perché bisogna cambiare l’humus, bisogna ribadire che si può vivere, scegliere, lavorare diversamente. Perché fino a quando gli esempi di “successo” saranno quelli di cui parli tu, saremo sempre al palo. Condivido in pieno quanto scritto dalla Busi: le donne della realtà come me, come te, sono zittite e quando non vengono zittite, spesso scelgono di mostrare solo il lato migliore, edulcorato, perché è questo che AMA il MERCATO dei cervelli (quando di cervelli si parla)

  3. Brain dice:

    Posto che le cortigiane del re son sempre esistite, quello che ancora non sono riuscita a capire è fino a che punto l’uso opportunistico del proprio corpo sia frutto di una scelta lucida, quanto piuttosto il risultato di un lavaggio del cervello perpetrato negli anni che non consente di elaborare alcuna alternativa a queste ragazze. Più che una scelta diventa allora la normalità delle cose: se son donna automaticamente devo svestirmi per dimostrare di valere qualcosa.

  4. Stefania dice:

    Io non credo che l’uso opportunistico del proprio corpo sia dovuto esclusivamente al lavaggio del cervello.
    Secondo me, purtroppo, molte donne ci giocano e cavalcano la situazione attuale, il sistema re e cortigiane, per intenderci. Perché l’alternativa sarebbe impegnarsi con la mente oltre che con il corpo…
    E sarebbe troppo impegnativo.
    E’ una sensazione che ho da molto tempo, prima era limitata al mondo aziendale, poi invece mi sono resa conto che è cultura dominante.

  5. la coniglia dice:

    Berlusconi comunque non ha inventato nulla…il problema è che nonostante noi conosciamo la storia continuiamo a permettere che tutto questo accada…
    Benediciamo donne pensanti e tutte le manifestazioni come questa, che cambi la testa della gente…

  6. rocciajubba dice:

    Credo che da una parte ci siano donne che non si fanno scrupolo e usare il proprio corpo per “arrivare” (dove non importa) e dall’altra un regime culturale ben impostato negli ultimi 25 anni.
    Dal Drive In (che tutti guardavamo) in avanti il mondo della televisione ha imposto un ben preciso sistema culturale con una altrettanto precisa idea di donna.
    Quello che sconvolge è come nessuno si chieda come può avere rispetto per le donne chi ha sempre proposto una donna “usa e getta”.
    Credo che oggi il compito più duro per le donne sia di formare una nuova generazione che dico no a questi stereotipi.

I commenti sono chiusi.