Settimana de-frollinizzata

Alle otto e zerozero di ieri frollina era già pronta e ha costretto suo padre a scendere in strada con valigina, pupazzo di ordinanza, cappellino bianco con fiocco e borsetta in raffia che conteneva una macchinina, una testa di bambolina e un piccolo portamonete con qualche centesimo.

L’appuntamento era per le otto e trenta ma che importa, quando la prospettiva è quella di iniziare le vacanze al mare? I nonni sono arrivati e l’hanno caricata. Via verso la Romagna, dove la raggiungeremo a fine settimana per poi partire per le nostre vacanze.

La sera prima mi aveva detto: “Mamma, io non voglio andare sempre a scuola!” e avevo potuto entusiasticamente dirle che sarebbe partita la mattina seguente per il mare, con i nonni.

“Così nuoto. Anche se io preferisco la piscina da bere, perché il mare è cattivo!” ha risposto lei con altrettanta gioia ed emozione.

Le nostre scorribande delle settimane scorse in piscina l’hanno trasformata in un pesciolino, per la gioia di mamma.

Non usa più i braccioli e va nell’acqua alta dove starnazza e batte le gambine, anche se ancora ha qualche problema di galleggiamento e non vuole tenerle su. Va sott’acqua a occhi aperti e passiamo ore a giocare che ci incontriamo sotto e ci salutiamo o proviamo a parlare. Non beve. Io tento di insegnarle ma lei – da brava testona e figlia di sua madre – fa la sbruffona. L’altro giorno mi ha perfino imitata: “Lo so, lo so, sei una maestra di nuoto!” mi ha detto con la vocina da mamma e il tono di chi ha già sentito troppe volte gli stessi triti aneddoti.

Ma torniamo a ieri. Dopo una notte quasi insonne per l’emozione della partenza, ieri è andata. Cinque giorni defiliati per me e Tino.

Mentre lei partiva, io sull’autobus incontravo una delle mie amichette di infanzia del paesello, che per uno strano gioco del destino ora abita da questa parte della città.

“Quando ci vediamo?” mi ha chiesto lei, prima di scendere.

Ho pensato a tutti i miei impegni e d’un tratto mi sono resa conto che Tino ed io possiamo disporre dei prossimi 5 giorni. Che se prendo un impegno non devo movimentare le Nazioni Unite per trovare accordi internazionali e sistemare la bambina e tutto il resto e che la mia mente era libera di improvvisare.

“Oggi, alle 6 in piazza maggiore!” ho risposto alla mia amica.

Vi sembrerà estremamente sciocco, ma mi ha cambiato in positivo la giornata pensare che avevo la libertà di prendere un appuntamento, così, su due piedi. Con l’aspettativa, dopo l’aperitivo con l’amica, di uscire con il non marito per una seratina tra noi.

Mi ha svoltato la giornata per tanti motivi: ultimamente il tempo libero dal lavoro e dalla bambina lo uso per donne pensanti, per i lavori extra, per andare a fare la spesa, mai per CAZZEGGIARE o prendere una birra con un’amica e ne avevo tantissimo bisogno.

Quando sono uscita dall’ufficio, senza dover correre a scuole materne o da nonni, mi sono concessa il lusso di una lunga passeggiata in centro. Sono entrata in un negozio di borse e ho provato, toccato, annusato TUTTO quello che c’era. Sono stata dentro 45 minuti, senza ovviamente acquistare nulla ma con la soddisfazione di aver valutato ogni cosa.

Mi sono seduta in piazza Maggiore, dove è stato allestito il Cinema estivo, e ho osservato la gente intorno. Faceva molto caldo.  Una ragazza era stata lanciata vestita nella fontana. Aveva una corona d’alloro in testa e una bottiglia di vino in mano. Felice della laurea appena ottenuto era un po’ brilla e da dentro la fontana, con i vestiti bagnati addosso gridava: “Auguri a tutti!!!!!!!” sventolando il suo vino. Ho ripensato a me, a quel giorno di quasi dieci anni fa, alle scale della facoltà che ho dovuto scendere scalza perché ero bresca come una pigna e non riuscivo a portare i tacchi che mi sono messa in quella unica occasione. Ho pensato alla potenza delle aspettative e alla paura del futuro che racchiude quel giorno della vita e sottovoce mi è venuto da risponderle: “In bocca al lupo a te!” con un misto di Leopardismo e speranza  che mi ha fatto sorridere di me stessa.

E’ arrivata la mia amica e ci siamo sedute in un bar. Ci siamo raccontate molte cose e mi sono resa conto che avevo un gran bisogno di parlare con un’amica, di raccontare, di ascoltare. Mi sono resa conto che avevo bisogno proprio di un incontro così, con una persona che mi conosce da una vita e che conosco da una vita, con la quale potere essere totalmente libera e rilassata.

Con Tino, visto che si era fatto tardi, abbiamo accompagnato a casa la Manolita e poi ci siamo infilati in una romanticissima trattoria di collina a mangiare un piatto di tagliatelle. Abbiamo parlato tanto, abbiamo bevuto vino e odorato il gelsomino tutto intorno.

Stasera andiamo a casa della nostra socia pensante per la ormai consueta riunione del prossimo consiglio direttivo dell’associazione donne pensanti. Domani andremo a cena da una vecchia amica che si è appena trasferita e venerdì abbiamo un sacco di impegni allettanti, previsione delle vacanze, vicinissime.

Ci siamo interrogati, Tino ed io, su cosa facevamo prima della frollina, sul perché non uscissimo tutte le sere. Stanchi, c’erano molti giorni in cui ci sembrava di essere stanchi.

Siamo stati proprio due imbecilli, altro che stanchi! Solo dopo ti accorgi di quanto sia prezioso, ogni tanto, poter disporre liberamente e senza responsabilità del tuo tempo. Prima ti sembra scontato.

Ecco perché credo che questi giorni saranno importanti a ricaricarci un poco. Anche perché non è un periodo facile. Tino sta male e la vita è abbastanza faticosa.

A ristorante ho intravisto una bambina grande quanto la nostra. Una punta di malinconia mi ha assalito. Così le ho fatto la centesima telefonata della giornata. Era felice, in giro per il paese dei balocchi in riva al mare con i nonni. A caccia di giostre e colori.

Ogni tanto l’autonomia è un bene. Per tutti.

10 commenti
  1. bismama dice:

    Io sui nonni non posso contare per le vacanze. Loro tengono “solo” 5 nipoti, tutto il giorno, tutti i giorni. alla fine della vacanza hanno bisogno, ma in eremitaggio sul K2…
    Tutto sommato però ti fa bene…ti manca, è ovvio. Però è come dici tu. A volte ti fermi a pensar e dici, ma prima cosa facevo? Io me lo ricordo: “mi grattavo la panza” nei momenti di dolece far niente…
    Che ci vuoi fare? Meno tempo significa più mamme multitasking 😀 vediamola così!

    Ma che ci faceva la testa di una bambola nella borsa? Fa molto Addams Family!

  2. Lumaca a 1000 dice:

    lo sai panz, io non ho figli, ma leggendo questo post mi si sono chiarite un sacco di cose della mia vita in questo periodo! grazie come sempre 🙂

  3. Panzallaria dice:

    @bismama: Ecco, la famiglia Addams è proprio quello a cui penso quando vedo frollina che gioca con la sua bambolina staccandole la testa e facendo dialogare la testa con il corpo. E’ molto divertente, a tratti inquietante. 😉

  4. ba1976 dice:

    gaia invece quest’anno non ce la riusciamo a scrollare neanche un giorno…
    io uscivo tutte le sere. con il marito o con le amiche. ricordo i 2 anni di convivenza e primo anno di matrimonio come il paese dei balocchi, uscivamo insieme o ognuno da solo e poi magari ci incontravamo in un pub di via zamboni alle 3 del mattino… dopodichè è apparsa una lineetta su un test di gravidanza 😛

  5. Ondaluna dice:

    Ogni tanto l’autonomia è un bene: dici benissimo.
    Parola di mamma ancora per niente “autonoma”.
    Spero che questi tempi arrivino anche per me.

  6. Panzallaria dice:

    @ondaluna: vedrai che arrivano. dopo i due anni poi c’è come una sorta di secondo taglio del cordone ombelicale e tu ti rilassi e anche loro trovano una dimensione “personale”. in bocca al lupo 😉

  7. judith dice:

    Mi piace questa parola, mai letta né sentita, CAZZEGGIARE, me la imparerò a memoria.

    Buone vacanze!

  8. mogliedaunavita dice:

    il mio bambino ha 21 anni. vive ancora in casa. ha sempre passato il mese di luglio con i nonni al mare. e io e pà tornavamo fidanzati. liberi di fare. anche 100 km per andarlo a baciare. ma liberi. lui ci salutava con la manina e poi si raccomandava: ma andate via vero? e per un mese vizi e coccole. per lui e per noi.
    ps
    da domenica 1. il mio numero ce l’hai. il tuo numero ce l’ho. ci tel. i dettagli. baci. si ehhh…a volte non essere pensanti fa volare …

  9. silvia dice:

    panz quell’immagine di te nel ristorante che vedi la bimba della sua età…
    gianca mi sta facendo il lavaggio del cervello perchè vorrebbe tornare a parigi qualche giorno noi due soli che da quando siamo tornati in italia da soli non ci siamo più stati. e parigi diciamo che con il bambino piccolo non è che ta la godi proprio.
    io lo vorrei tanto…ma non so se ce la facio:) a settembre avrà 18 mesi. come faccio????

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