I buoni propositi di una mamma bio

La frollina e le sue amiche - foto Paola Righetti

Purtroppo non ho molto tempo in questi giorni. Sto lavorando tanto e devo mettere un po’ in fila le cose. Mi manca la scrittura e non vedo l’ora di riappropriarmi del tempo per questo blog (e spero avvenga nei prossimi giorni, perché ho tante cose da raccontare!).

Visto che oggi proprio non riesco a scrivere un post, vi incollo qui l’articolo che ho scritto in occasione della Città dello Zecchino per Bambini da vivere nella sua versione cartacea (una rivista bolognese di segnalazione eventi per famiglie).

Il titolo che mi avevano dato è “Mamma bio” e io l’ho interpretato così:

Diciamoci la verità: per molti l’anno nuovo inizia a settembre. Ci scommetto un dito che non sono l’unica ad avere sposato il calendario scolastico; lo facevo prima della Frollina, ora che sono mamma a maggior ragione.

A settembre la città è tutta un brulichio di persone che si organizzano la vita, l’autunno e l’inverno, che spendono in diari, vestiti e paltò.

Nell’aria si percepisce la voglia di essere migliori dell’anno prima, di essere più organizzati, efficienti e ordinati di quanto non si sia arrivati a giugno.

A me poi l’autunno piace talmente che ogni anno organizzo una festa per il giorno in cui potrò mettere il piumino sul letto: Tino, il non marito con cui condivido la vita, è disperato. Da quando mi conosce, in questo particolare periodo dell’anno è costretto a mentire a se stesso sulla temperatura esterna perché io entro in loop e ho bisogno di sentirmi dire che si, è più fresco, è arrivato l’autunno e io posso mettermi la mia felpetta preferita.

La Frollina non sta nella pelle. Quest’anno che torna nella stessa scuola materna, con gli stessi compagni, si sveglia perfino di notte per chiedermi quanti giorni mancano al primo giorno di asilo. Non vede l’ora e delle volte credo che tema che la vogliamo fregare costringendola a un’eterna vacanza, cosa che per lei sarebbe una grande fregatura.

A me – sarà che sono nata per i Morti – in autunno mi vengono poi tante di quelle idee che ci potrei riempire il garage di mio suocero: cose da fare, posti da vedere, progetti di lavoro e di festa, per i grandi e per i piccoli. A settembre compro sempre tante riviste e sottolineo, cerchio con i colori, metto promemoria sul cellulare: la città sboccia a nuova vita e non voglio perdermi un secondo, non voglio mancare nemmeno a un appuntamento!

Come ogni anno, anche ora sono piena di entusiasmo. Ho pianificato. Elaborato. Fatto fioretti al nume tutelare della buona organizzazione.

Ce la posso fare.

Prima di tutto dovrò ricominciare ad arrivare in ufficio puntuale che se no per andare a prendere Frollina a scuola alle quattro e mezza sono dolori e gimcane in mezzo al traffico e tripli salti mortali con arresto forzato del computer.

Non esiste, poi, che mi metta a scrivere fino alle due di notte. Non ho più l’età per confidare nel potere terapeutico del caffè mattutino. Mi organizzo e mi ritaglio un po’ di tempo due pomeriggi a settimana. Ora che ci penso, potrei già decidere quali così è più facile e mi do una regola. Mando i nonni a prendere la Prole a scuola e io nel frattempo posso scrivere i miei racconti – che sono mesi che devo finire -occuparmi dell’associazione, promuovere lo spettacolo del calzino spaiato e ogni tanto pensare un po’ a me, farmi un bel bagno caldo rilassante, leggermi un buon libro. Due pomeriggi sembrano pochi ma sono certa che con tutte queste energie ce la posso fare. Quest’anno per altro bisogna mettere un freno al mangiare in quel modo disordinato. Non esiste che – in ritardo su qualsiasi tabella di marcia – piazzo la bambina davanti alla Pimpa e le preparo un improbabile panino in zona divano, simulando entusiasta il pic nic domiciliare. O almeno, non esiste per più di 2 giorni di seguito. Ok che ci portano la cassetta con le verdure bio a casa e che dentro alla rosetta ci piazzo roba buona, ma qui c’è bisogno di riprendere in mano la situazione, di pianificare pasti sani, a prova di compatimento di nonna. Quest’anno mi metto a cucinare, giuro. Magari uno di quei due famosi pomeriggi potrei passarlo a stipare il freezer di verdure cotte, minestroni, salse bioqualcosa fatte in casa.

Si ecco, mi sembra che così possa funzionare.

Due pomeriggi li dedico a me. Scrivo, comunico, organizzo eventi per l’associazione, magari rispondo anche alle mail e cerco qualche teatro disposto ad investire su uno spettacolo autoprodotto e nel frattempo, mentre sono al computer, nel silenzio di qualche ora per la sottoscritta, predispongo una dieta genuina e equilibrata per tutta la settimana, spadellando con l’ausilio creativo di qualche cooking blog.

Due pomeriggi porto la Frollina al corso a cui l’avrò iscritta, potrebbe essere nuoto, oppure danza creativa: è giusto che questa bambina impari presto le gioie dello sport, del gruppo, l’importanza di una sana attività fisica. Oppure potrei farle fare un pomeriggio nuoto e l’altro canto, che non si sa mai che abbia preso da me e allora sarebbe davvero una piaga: vi dico solo che il maestro di musica, alle scuole Medie, quando si intonava “Romagna mia” mi faceva uscire in corridoio a giocare a briscola con i bidelli, perché avevo il potere di far steccare tutti, lui compreso.

Quest’anno il sabato mattina andremo in biblioteca oppure a qualche museo, oppure in piscina con mamma e papà che hanno anche bisogno di rimettersi in forma.

Quest’anno non mi farò prendere dalla pigrizia e non voglio finire a supplicare il bagnino per trovare un buco a mia figlia perché sto tentando di iscriverla a nuoto creativo a novembre; non voglio finire a dover infilare un piede per tenere aperto il portone della scuola perché arrivo all’ultimo secondo a prendere la bambina, quando è rimasta accesa solo un’unica e flebile luce.

Sono piena di propositi, in questo nuovo anno. Sarò forte, sarò allegra, sarò sorridente, sarò più bionica di Jaime Sommers e tutti ma proprio tutti ammireranno le mie doti di conciliazione.

Per dimostrarvi le mie intenzioni sapete cosa faccio?

Vado subito a tirare fuori il piumino dall’armadio.

6 commenti
  1. Virgy dice:

    Oohhhhhhhhhhhhh mi mancavi! e poi condivido le stesse identiche sensazioni -potere del segno zodiacale e i compleanni vicini?- adoro l’autunno e le pianificazioni anche se oggi era cominciata nera, ma poi leggendoti ho ritrovato l’entusiasmo di cominciare a fare…grazie!

  2. supermambanana dice:

    oddio…

    non so perche’…

    improvvisamente sento un disperatissimo bisogno…

    di una barra di cioccolato

    …..

  3. mogliedaunavita dice:

    l’albero delle bambine è meraviglioso. quando sono mature posso venire a raccoglierle?
    settembre è sì l’inizio dell’anno. dalla parte che non mi piace però. adoro i suoi colori, i frutti dell’autunno, fare le gare di pigiama, accendere il camino ma…non c’è abbastanza luce, ritorno col buio e mi passano le voglie e sono sei mesi. sei. tu scrivi che io ti preparo qualcosa.

  4. Gloria dice:

    Posso dirlo? Settembre per me invece è il mese-no. Quello in cui è meno caldo, c’è meno luce, si prospetta un lungo inverno a separarci dalla prossima primavera. Quello in cui ho più lavoro, passo meno ore fuori, e sempre più ore dentro. Quello in cui mi assale un’ansia di fare e una tristezza di non arrivare a fare tutto. Insomma, quanto invidio (di invidia buona, eh) questo tuo entusiasmo! Quanto ne vorrei anche solo un pochino per me 🙂
    Un abbraccio

  5. anna dice:

    Io aggiungerei un punto:farmi aiutare in casa almeno una volta a settimana da una brava signora, che magari cucini e prepari qualcosa da mettere in congelatore!
    Sei una donna molto impegnata e credo che alla fine noi tutte pensiamo e vorremmo fare tutto e bene ma a volte bisogna anche delegare!!
    Provare per credere!

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