La tabellina del 3

Io coi numeri ci ho dei problemi seri.

Non come quella mia ex, ex, ex collega di quando facevo l’aguzzina che in odore di Euro era convinta che di virgole nelle nuove cifre ce ne fossero due e leggeva ai clienti i loro debiti così: “mille-virgola-cinquecento-virgola-zerodue“, ma abbastanza patologici comunque.

Per esempio le tabelline non le ho mai imparate bene. La mia mente è lì che si strizza per fare conti con ditina immaginarie e per percepire moltiplicazioni che un bambino di 6 anni saprebbe fare al volo mentre io rimango appesa a dubbi cocenti per ore.

Per esempio i soldi. Ecco io i soldi, oltre una certa cifra, non li capisco più bene. Se diventassi ricca dilapiderei tutto nel giro di breve o finirei vecchietta bacucca truffata sulla porta da improbabili impiegati comunali.

Una volta, quando ero più giovane, sono andata in banca con l’obiettivo di ritirare settecento mila lire per le vacanze estive in Grecia.

Ho preso in mano la commessa (o come diavolo si chiama il foglietto da compilare per spillare soldi al tuo conto) e dopo averla compilata, l’ho presentata al solerte impiegato faccia di bronzo. Io quell’uomo, in 10 anni che quella banca è stata la mia banca, non lo avevo davvero mai visto ridere o cambiare espressione, era sempre stato una specie di monolite umano vestito da impiegato.

Quella volta lì invece la mia commessa compì il miracolo: mentre la leggeva vidi agli angoli della bocca come due tiranti arruginiti partire e l’omarino abbozzo un sorriso impiegatizio che mi fece credere per un attimo nell’esistenza di Dio, tanto era improbabile.

Nel richiedere la mia cifretta avevo ecceduto un po’ negli zeri e così mi volevo prelevare settecento milioni di lire.

Lui mi guardò, tornato momentaneamente serio e mi disse: “Sicura di volerli tutti in contanti?”

Allora avevo 25 anni e sono convinta che l’impiegato abbia certamente pensato quello che una volta nella vita pensiamo tutti e sancisce il passaggio dalla spensierata giovinezza all’inizio della senile decomposizione mentale:

“L’Università non è più come quella di una volta e questi ragazzi non imparano nemmeno a fare due conti!”

Comunque.

Tino non si capacita. Non si capacita del fatto che io perda la bussola davanti a qualche cifra. Dice che lui mi considera una persona intelligente ma di fronte a certi miei corti circuiti si chiede se non abbia una parte del cervello con un baco di sistema.

Io non lo so. Sto bene così. ‘Desso poi, con il fono, ci ho pure la calcolatrice, per cui che problemi ci sono? Mica si può sapere tutto nella vita, no?

Tanto ricca non diventerò mai, per ciò non mi devo certo preoccupare.

Fino al conteggio di mille euro ci arriva e tanto transita, solitamente, sul mio conto corrente.

Però lui non si da pace e ieri sera mentre mi cucinava il pescetto dietetico e io avevo una crisi di astinenza da cibo grasso e porcone, di quelle che mettono a dura prova la forza di volontà, il mio secondino alimentare ha pensato bene di interrogarmi anche sulla tabellina del 3.

E ho scoperto

che io

la tabellina del 3

la conosco solo

fino

a

15.

13 commenti
  1. ll dice:

    ammetto il mio limite: ho sempre trovato incomprensibile che ci fossero persone che non capissero la matematica, tanto per me era limpida.
    Finché non sono arrivata alla geometria analitica.

    P.S. condivido anche io aneddoto bancario: prime ripetizioni della mia vita (quindi avevo 19 anni). La mamma del pupo mi fa un assegno. Tutta orgogliosa vado a cambiarlo in banca. L’impiegato allo sportello mi chiede come li voglio. Io: in contanti.
    Però lui è rimasto impassibile 😉

  2. Lorenzo Gasparrini dice:

    E’ così anche Nicoletta.
    Immagino sia il prezzo da pagare per tutte le altre doti meravigliose che ha, e mi sta bene così.
    Anche se ogni tanto vorrei proprio che sapesse fare le divisioni.

  3. deborah dice:

    Mio Dio, mi hai descritta benissimo; se poi anche tu, come me, hai il senso del disorientamento e vorresti un navigatore satellitare inserito direttamente nel sistema limbico, siamo quasi gemelle!

  4. Panzallaria dice:

    @deborah: siamo gemelle 😉 appena arrivata nell’ufficio dove sono ora, una volta mi sono sbagliata e invece di entrare alla toilette mi stavo mettendo a fare pipì sulla scrivania del direttore generale…ci ho messo un mese solo per capire dove fosse il mio ufficio 😉

  5. FrancescaV dice:

    che buffa questa cosa. Credo comunque che Tino abbia ragione sulla questione del cortocircuito, bisognerebbe indagare a quando risale e perchè. Io ho avuto dei momenti lunghi di black out dovuti a sbalzi emotivi forzi, ma ammetto, sulle tabelline come per i verbi sono sempre andata forte 😉

  6. panz dice:

    io sui verbi sono un mago, per dire. prendevo sempre voti altissimi in grammatica. non so perché coi numeri è un’altra storia…

  7. deborah dice:

    Ovvio:i numeri sono noiosi. Quando c’era l’ora di matematica, al liceo, partivo d’impegno. Mi dicevo: “stai concentrata” Poi, mi ritrovavo a pensare non so come, alle cose più strampalate.
    E’ che secondo me, mentre la filosofia, la letteratura, la storia consegnano il pensiero ai massimi sistemi di speculazione, la matematica a scuola è ancora insegnata come mero e sterile esercizio cerebrale.
    Ma la matematica, ad alti livelli, si ricollega ad affascinanti teorie scientifiche, economiche , filosofiche..
    Ecco , secondo me il problema è che viene insegnata male, non le viene dato quell’ ampio respiro che meriterebbe e di cui invece godono molte altre materie scolastiche.
    E da una che ha odiato la matematica, è tutto dire..

  8. Marcella dice:

    Come ti capisco!
    Con i numeri sono sempre stata una frana, ma, se ti può consolare, le tabelline le imparerai presto: aspetta che Frollina arrivi in seconda elementare e, a furia di ripeterle con lei, le saprai cantando!!!
    ..a me è successo così ;-)!!!

    Marcella

  9. Lumaca a 1000 dice:

    anche io anche io!!! io e la matematica siamo due cose nettamente distinte e non ho mai imparato la tabellina del 4 e del 6, anche oggi devo contare con le dita… (che vergognaaaaa), mia madre ancora non si capacita di certe mie ignoranze matematiche, ma proprio mi si chiude il cervello… 🙂

  10. Elisa dice:

    Io con matematica e geometria me la cavicchio ;), in compenso vado in black out quando si tratta di scrivere qualcosa di più complicato della lista della spesa e questa cosa risale alla seconda elementare … odiavo scrivere già allora …

  11. dani dice:

    Io non so fare le divisioni a tre cifre. Oddio, ho seri problemi pure con quelle a due modeste cifre…diciamo che ci arivo a occhio…come quando pesi la frutta al supermercato… 🙂

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