La logorrea di Tino

Se hai un non marito logorroico, sei già a metà strada sul cammino della pazienza zen. Acquisisci – di diritto – un posto in prima fila, durante l’armageddon, per accedere alle poltrone numerate del Paradiso.

Tino ha tante qualità. Innumerevoli. Pregevoli. Di certo non ha il dono della sintesi.

Specie quando beve, parla un sacco.

Capita dunque che qualche tempo fa abbiamo fatto questa cena con i nostri vicini di casa – russi. Lo facciamo di tanto in tanto, oltre che dirimpettai sono amici. Gli unici che sopportano la sottoscritta, quando canta sotto la doccia senza avere la doccia.

Avevano portato non so quale super alcolico russo. Roba da stendere una cavalleria, in quanto a gradazione alcolica. Abbiamo preparato tagliatelle e bevuto vino.

Poi siamo passati a questo bibitone esotico e scaldamentoso.

Tino ha un po’ esagerato però. Così gli si è sciolta la lingua. E’ andato avanti per 50 minuti (non sto scherzando) senza fare pause. E’ riuscito a fare una panoramica storica e trasversale sul ruolo della formazione universitaria in ottica di ricerca del lavoro, per i giovani oggi.

La domanda dei nostri vicini era: “Secondo voi ha senso che nostro figlio provi a fare l’Università?”. Non credo prevedessero che la risposta gli sarebbe arrivata quando suddetto figlio (ora all’ultimo anno delle superiori) fosse già in pensione.

E’ riuscito perfino a tenere una piccola conferenza di approfondimento circa l’importanza dell’essere madrelingua russo.

Io – in evidente crisi comatosa post tagliatella – ad un certo punto ho ceduto. Nelle orecchie sentivo solo il rumore costante come di televisore con l’antenna rotta.

Un fruscio.

I miei neuroni hanno tentato più volte il suicidio per inedia. I vicini avevano lo sguardo vitreo. Chiedevano – muti – pietà.

Lui continuava a bere e a parlare e credo che tutti noi abbiamo più volte pensato che fosse un vero e strabiliante (e odioso) miracolo quello per cui riusciva a non interrompere la favella anche trincando super alcolici copiosamente.

Ad un certo punto ho pensato che l’unica soluzione era appiccare un incendio in cucina. Tanto per distrarlo e patrocinare la fuga di questi poveretti.

Per fortuna ad un certo punto la sua resistenza è stata fiaccata dall’esigenza della minzione.

Quando è uscito dal bagno (dove io qualche minuto prima mi ero chiusa a pregare che smettesse), loro erano spariti.  Si è sentito solo il rumore della porta che chiudeva alle loro spalle. Lui stava già ricominciando la sua omelia.

Era ubriaco. Fatto di vino e simil vodka.

Quando molto gentilmente gli ho detto che era stato tarantolato dalla sua famosa logorrea, si deve essere sentito punto sul vivo.

Alle 2 del mattino voleva andare a suonare alla porta dei due malcapitati per scusarsi.

Si è convinto a non farlo solo perché gli ho assicurato che si erano già buttati dalla finestra, certamente, nella foga della fuga.

Siamo andati a dormire e mi ricordo solo che quel fruscio nella mia testa non smetteva più. A causa dell’avinazzamento aveva ricominciato.

La sua animuccia da nerd aveva preso una deriva tecnica. Mi sono addormentata. L’ultima cosa che ricordo è lui che mi parla di html 5 e di alcune app per I phone.

Lo amo questo uomo. Ma se dovesse perdere la lingua in un combattimento tra smanettoni, sappiate che non soffrirò troppo 😉

14 commenti
  1. Lorenzo Gasparrini dice:

    Non per fare sempre il saputone con la soluzione migliore, ma se per farlo smettere avresti appiccato un incendio sareste saltati tutti in aria alla prima scintilla.
    Meglio il frustino. I russi avrebbero capito anche qualcosa dell’università. 😀

  2. Alessandra Aurelio dice:

    Sto morendo dal ridere e clap anche a Lorenzo che illustra perfettamente la situazione della mia competitor diretta che è riuscita a sposarsi il professore di turno con chissà quali arti sadomaso da marecarfagna di provincia. E le somiglia pure :))) Evviva i logorroici!

  3. supermambanana dice:

    ma guarda c’e’ chi ti invidierebbe, quello con cui divido il letto e i due mostri, causa scazzo di cui non ci e’ dato sapere di piu’ (i bimbi non erano stati piu’ lagnosi del solito, io non piu’ sarcastica del solito, boh) non ha proferito verbo ne’ con me ne con loro dalle 17:40 di martedi fino alle 06:40 di giovedi. Trentasette ore. Ma uno normale no?

  4. ll dice:

    uè a cena a casa nostra è stato quasi muto, eppure gli alcolici non mancavano! sarà mica colpa nostra???

  5. zia S. dice:

    è che bisogna stancarlo 🙂 Però a un uomo che mi accoglie sempre con una birra fresca e un sorriso non posso dire nulla

  6. wising dice:

    Il mio risponde giorni, a volte settimane dopo che io ho fatto la domanda. Se non ha voglia di parlarne non c’è verso. Spesso io non ricordo neppure più la domanda, per cui prendo le esternazioni come doni estemporanei, il che è bellissimo perchè tutto è una sorpresa 🙂 Tutto cambia se beve un caffè (non lo beve mai) perchè allora … allora potrebbe superare anche Tino 🙂 Spesso ho pensato di chiamarmi da un telefono all’altro per creare un diversivo ….

  7. Lorenzo dice:

    E dovevi vedere quando venerdì mattina siamo andati dal commercialista e spiegava lui al commercialista le varie forme societarie e i criteri di tassazione…

  8. Giordano dice:

    A giorni vi spediamo un po’ di biscotti, che asciugheranno le serate allegre.
    Tino, ti vogliamo tanto bene, se hai bisogno di parlare, abbiamo grappa, divano e tecnologia nerd da condividere.

I commenti sono chiusi.