La favola per bambini che hanno poca voglia di mangiare

Questa favola me la sono inventata per Frollina e gliela racconto a tavola, quando ha poca voglia di mangiare. Lei un giorno ha preso in mano la forma di Grana e mi ha chiesto se le leggevo la favola tatuata sulla sua buccia. In quell’occasione è nata questa storia. Si può declinare in tanti modi e con tanti cibi, mettendo un po’ di magia nel pentolone.

C’era una volta un formaggio molto vecchio che si era stancato di stare da solo in mezzo alla tavola e voleva trovare gli spaghetti perché gli avevano raccontato che erano molto simpatici e socievoli, specie con i formaggi da grattugia come lui.

Una mattina il formaggio stagionato riunì poche cose (lo spazzolino da denti, una grattugia che gli aveva regalato la sua mamma e due paia di calzini puliti) e partì in direzione del grande bosco di Fabularia.

Camminò molto tempo, senza fermarsi, fino a quando non stava per perdere le speranze. Stanco, sudato e esausto si sedette accanto a un ruscello, per riposarsi un poco. Stava per ripartire quando la sua attenzione fu attirata da un pianto sommesso che proveniva da lì vicino. Era un pomodoro maturo che stava piangendo rosse lacrime di sugo, appoggiato alla riva del ruscello.

“Che ti succede pomodoro? Perché piangi così?” chiese allora il formaggio.

“Sono disperato, caro formaggio! Sono diventato maturo e non riesco a trovare gli spaghetti, tra un po’ sarò talmente molliccio da diventare marcio e non potrò più camminare per raggiungerli!”.

Il formaggio cercò di consolare il pomodoro e gli propose di partire insieme: “Anche io sto cercando gli spaghetti, perché non facciamo il viaggio insieme?”.

I due nuovi amici ripresero la strada, alla ricerca di quei tipi magrolini e simpatici che vivevano chissà dove.

Non passò molto tempo che sentirono un rumore strano, un po’ metallico e il cielo si fece pieno di una luce acceccante.

“Presto, scappa” Urlò il pomodoro “Sta arrivando Mino, il coltello da cucina e rischiamo di essere fatti a pezzettini!”.

I due cominciarono a correre più forte che potevano, perché tutti sapevano che Mino amava molto tagliuzzare i cibi. Per fortuna il coltello non faceva mai ginnastica e così non era molto veloce e grazie alla forza delle loro gambette riuscirono a sfuggirgli.

“Me lo ha sempre detto la mamma che sono un tipo in forma!” commento soddisfatto il formaggio, mentre il pomodoro che era rosso per la corsa e ansimava e non riusciva quasi a rispondere per la fatica, riprese a piangere.

“Se continua così, prima di arrivare dagli spaghetti sarò marcio e non potrò più fare festa con loro!” commento tristemente.

Mentre parlavano Maggio e Pommy – così si chiamavano i due – si accorsero di essere arrivati sulla spiaggia.

Cinquecento chicchi di sale stavano facendo una festa e ballavano in riva al mare, saltavano le onde e ridevano come matti.

“Avete visto gli spaghetti?” chiese Maggio pieno di speranze.

I chicchi di sale si guardarono tra loro e cominciarono a gridare dalla gioia

“No, non li abbiamo visti, ma siamo contenti di conoscervi: anche noi li stiamo cercando. Possiamo venire con voi? ”

La banda diventava sempre più numerosa.

Superato il bosco e anche la spiaggia, tutti insieme i protagonisti di questa storia chiesero indicazioni a un maccherone che stava andando ai bagni termali e per caso passava di lì. Lui era un gran chiacchierone e cercò di convincere tutti quanti ad andare con lui ma non ci fu nulla da fare: il pomodoro, i chicchi di sale e il formaggio volevano solo gli spaghetti.

“Il paese dove viviamo noi altri, figli della pasta, è proprio al centro del campo di grano. Andate là e troverete gli spaghetti!” raccontò il simpatico personaggio.

Quando finalmente arrivarono al campo di grano, gli spaghetti stavano facendo un bagno nella piscina con le bolle.

La banda era davvero felice e loro erano proprio dei tipi simpatici.

“Se il sale vuole buttarsi in acqua con noi” dissero allegri “poi potremmo fare una bella festa con il pomodoro e il formaggio!”.

Maggio tirò fuori la grattugia dal suo fagotto e pensò che era proprio vero quello che si raccontava in giro: quegli spilungoni degli spaghetti non solo erano simpatici ma anche molto gentili. Li abbracciò e capì subito che erano al dente.

Pronti per essere mangiati da tutti i bambini!

8 commenti
  1. santino dice:

    ciao, curo per costanzo un programma su radiouno e avevo piacere a proporti un’intervista per l’uomo della notte.

    aspetto una tua preziosa risposta
    santino

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