Piripicchio e la scatola della fantasia

Il principe Gioacchino non era molto bravo a disegnare e tutti i suoi compagni di scuola lo prendevano in giro.

“Fai degli sgorbi!” gli dicevano un po’ maligni, davanti alle sue creazioni.

Lui ci rimaneva molto male. Cominciava a urlare spazientito:

“Io sono principe e devo disegnare meglio di tutti.”

Invece il suo amico Giotto faceva dei tondi che sembravano bolle di sapone, tanto erano leggeri e Leonardo sapeva dipingere i sorrisi di tutti i suoi amici come se il foglio cominciasse a muovere la bocca.

Gioacchino faceva i bambini rettangolari e al posto dei capelli metteva qualche piccolo segno spelacchiato.

Quando tornava a casa dalla scuola reale di Petulonia, era arrabbiatissimo.

“Non è giusto! Sono un principe e non so disegnare!” diceva spazientito e stizzito mentre provava e riprovava.

Gli avevano regalato un album di carta di Fabriano.
Le fate della montagna avevano confezionato per lui i colori più intensi dell’arcobaleno e grazie ai cinghiali del regno la setola dei suoi pennelli era perfetta per qualsiasi artista.

Invidia e sollucchero di tutti i pittori di Palazzo.

Ma lui niente. Gli uscivano solo degli sgorbi. Una sera che stava piangendo di nascosto, bagnando di reali lacrime i fogli dell’album di carta di Fabriano, entrò nella sua stanza la saggia nonna, anziana Regina Madre.

“Gioacchino non disperare: ognuno ha i suoi talenti e per fortuna non per tutti sono gli stessi!” gli disse con la sua vocina stanca di vecchina.

“Io no voglio i talenti, io voglio saper disegnare!” rispose arrabbiato il nipotino, puntando i piedi e sguainando la principesca spada di legno.

La nonna si avvicinò a Gioacchino e gli porse una scatola su cui erano stati incollati pezzi di vecchi libri, giornali, illustrazioni.
Gli disse:

“Prendi questo regalo, vedrai che ti sarà utile!”. Gioacchino aprì immediatamente la scatola sperando in un trenino di legno più bello, in qualche pennello magico o in un nuovo mantello di seta azzurra.

Ma che delusione, la scatola era vuota! La nonna doveva essersi dimenticata di mettere dentro il suo regalo.

“La scatola non è vuota, piccolo sciocchino!” gli disse la vecchia con un sorriso grande. “E’ una scatola della fantasia: se chiudi gli occhi mentre la apri, da lì usciranno molte cose belle!”.

Gioacchino non era tanto convinto di quello che le aveva promesso la nonna così decise di usare la scatola per metterci dentro alcuni dei disegni che aveva fatto mentre provava a diventare un artista.

Diede il bacio della buona notte e si addormentò.

Fuori splendeva la luna e le stelle luccicavano come tante perline.

Mentre stava dormendo sentì qualcuno che gli tirava la coperta. All’inizio ebbe molta paura ma poi decise di accendere la luce sul comodino e si accorse che uno degli sgorbietti che aveva disegnato era uscito dal quaderno, aveva aperto la scatola e ora stava giocando nella sua stanza.

“Ciao, sono Piripicchio e ti volevo ringraziare per avermi disegnato! Ora si che mi posso divertire!!!” disse lo strano personaggio.

Gioacchino all’inizio rimase muto come un pesce, con la bocca spalancata come un baccalà, poi cercò di capire qualcosa di più di Piripicchio.

“Ma i disegni non parlano, i disegni non camminano! Come hai fatto?”chiese.

“Sono nato dentro alla scatola della fantasia e ora ho tanta voglia di fare molte cose!” disse Piripicchio, cominciando a saltellare per tutta la stanza.

“Prima di tutto vorrei tanto fare un giro in treno!” e salì sul trenino di legno del Principe. Andò a Parigi e poi anche a Londra e tornò a Petulonia facendo fischiare la locomotiva.

“Ora voglio proprio cucinare una torta!” continuò Piripicchio prendendo i pentolini di che Gioacchino teneva per le sue ricette di fango.

“Mi piacerebbe anche travestirmi da pirata!” fece, allungando una mano per prendere la benda e  mentre sguainava una sciabola piratesca.

Piripicchiò giocò a lungo insieme a Gioacchino, il quale era felice di aver trovato un amico così simpatico.

Ad un certo punto il piccolo sgorbio guardò il principe:

“Ora sono molto stanco, posso tornare nel mio album?”.

Anche Gioacchino era distrutto e ognuno si mise a dormire nel suo letto.

La mattina seguente il principe era felicissimo. Possedeva una storia speciale da raccontare a tutti i suoi amici.

In pochi giorni, tutti i bambini di Petulonia non parlavano di altro che delle avventure di Piripicchio.

La nonna tornò a far visita al nipote, ora più sereno:

“Hai visto Gioacchino? Ognuno ha un talento diverso. Tu hai delle storie bellissime da raccontare!”

Da quel giorno il bambino non si crucciò più perché non sapeva disegnare e a lungo i suoi sgorbietti ebbero fama e rispetto in tutto il Regno.

2 commenti
  1. Francesca Sanzo dice:

    @donatella: grazie davvero, mi piace molto scrivere favole e quando mi fanno un complimento così bello, sono proprio contenta

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