Conan, il ragazzo del futuro

Mi piaceva Conan di Miyazaki. Ero piccola e guardavo questo cartone animato alla televisione affascinata e angosciata insieme.

La mamma mi diceva: “Stai tranquilla bambina, è tutta una favola. Non devi aver paura!”. Me lo diceva anche dopo aver visto The Day After, il film sulla terza guerra mondiale, che non so perché, io l’ho visto da bambina e poi non ho dormito per mesi.

Mi piaceva Conan, volevo essere Lana.

Ve la ricordate la storia di Conan, il ragazzo nato dopo il 2008, quando la razza umana e il mondo erano stati distrutti dalla guerra atomica?

Crescendo e pensando a quello che ha subito il Giappone durante l’ultima guerra, ecco Conan ha acquistato un significato prezioso, ho capito l’immaginario, ho colto delle cose che – nei primi anni 80 – erano per me sconosciute.

Allora vedevo solo un bambino molto coraggioso  e un mondo acquatico molto strano.

A tratti molto, molto angosciante. A tratti molto solare.

Mi lasciava sempre in bocca un sapore ferroso di paura e speranza, Conan il ragazzo del futuro. Nella mia mente ristretta ai giardinetti, alle battaglie navali sotto casa, alla piscina, Conan connotava il futuro dell’incertezza che da bambino non hai.

Ecco, quel sapore ferroso che sentivo, quel gusto amaro e un po’ metallico dell’angoscia e della sofferenza empatica a cui allora non riuscivo a dare un nome, è lo stesso che provo oggi.

Pensando al nostro pianeta. Pensando al Giappone e ai suoi abitanti. Ai suoi bambini.

Com’è che faceva la sigla italiana?

Dai Conan! Tutto deve ricominciare

Dai Conan! Mettici tanto amore, più che puoi

Dai Conan! Ora stringiti forte a Lana

Dai Conan! Bella non c’è nessuna, come lei

Salta i pericoli, vola tra gli alberi, corri insieme a noi

oltre gli ostacoli, per tutti gli uomini liberi

Contro i nemici non perderti, non fermarti mai

Ci sono i buoni, come sei tu,

per un amicizia in più

C’è sempre Lana, vicino a te,

che ti fa sentire un re,

Ci sono i sogni, tutti quelli che fai,

che non moriranno mai

C’è la speranza che d’ora un poi

un futuro avremo noi

9 commenti
  1. rocciajubba dice:

    stessi pensieri…stesso sapore in bocca.
    Conan lo adoravo (io però volevo essere Conan!).

  2. Anna C dice:

    Anche io adoravo Conan e ho anche canticchiato più volte la sigla al mio bimbo, sono addolorata per il Giappone, i suoi abitanti e bambini, in più sono preoccupata dall’ottusità dei politici italiani che continuano a voler sostenere la costruzione di centrali nucleari nel nostro paese, che, dobbiamo dolorosamente ametterlo, non è capace della stessa precisione e limpidezza nella gestione della cosa pubblica… Con la spazzatura si fanno danni da “competizione”non oso immaginare le scorie radioattive…

  3. wising dice:

    Ho qualche anno in più e Conan non lo vedevo.
    Da piccola avevo una fissa totale per il Giappone: le lenzuola con la bandiera Giapponese; un libro strepitoso “Akiko la giapponesina” che raccontava la giornata di una bimba giapponese; maldestri tentativi di copiare qualche ideogramma e pensavo che mangiando solo riso magari un po’ giapponese lo sarei diventata, in fondo. Non ci sono mai andata in Giappone, è un viaggio che so che farò, ma ancora no.
    In questi giorni non riesco a staccarmi dalla TV, sperando, fortissimamente sperando, che ci arrivino notizie gonfiate, che la verità sia meno devastata. E’ una reazione sciocca, lo so.
    Tra una settimana esatta nascerà il mio bimbo, spero in un Paese che resterà senza il nucleare.
    Ciao ciao

  4. deborah. dice:

    Mi sono lontani e vicini i giapponesi, anche culturalmente. Ma ciò che durante l’infanzia ho amato, anche se pur in piccola parte, della loro cultura, mi rende partecipe di questa cosa enorme che è successa al di là del mondo, in quello spicchio lontano d’ occidente.
    Ogni volta che penso al giappone penso a un paese che, seppur fortemente radicato in oriente da un punto di vista mentale e culturale, ha voluto fortissimamente esserci vicino. Ha voluto, a volte anche in maniera confusa e schizofrenica, somigliarci.
    Me ne sono sempre chiesta i motivi. Soprattutto in quest’epoca in cui anche l’ultimo dei più piccoli paesi tende a marcare le differenze, il Giappone è lì, e vede noi, l’occidente, come punto di riferimento. Speriamo di non deluderlo.

  5. Daniela Bortolotti aka LdC dice:

    Noi abbiamo tutta la saga in dvd, il mio moroso insiste da anni perché lo guardi ma e me non piace il genere e quindi ho sempre rifiutato.
    Dite che invece…?

  6. Pucc@m dice:

    nn l’ho mai visto conan !ho qualche anno di meno rispetto a te Panzallaria..io guardavo Mila e Shiro , Chismy licya. Poveri Giapponesi !

  7. Il Teatrino di Mangiafoco dice:

    “Conan, il ragazzo del futuro”, un cartone che per anni ho cercato senza ricordarmi il nome. L’ho ri-scoperto nel 2008 e scaricato da internet. Il mondo, dopo una guerra NUCLEARE, è al 90% sepolto dall’acqua e Conan vive in un’isoletta con suo nonno, finché un bel giorno non spunta Lana e da lì partono le loro avventure… ciò che mi colpiva in questi cartoni, da bambina come da grande, era il modo nel quale i bambini erano trattati, cioè come degli adulti -nel bene e nel male-. Miyazaki, come tutti i grandi artisti, analizza conflitti reali attraverso una lettura fantastica. Questi cartoni sono fiabe per adulti ed è per questo che ci lasciavano una profonda angoscia quando eravamo bambini.

  8. Silvia dice:

    concordo con “Il teatrino di mangiafuoco”. Comunque è stato un bel cartone e quello che sta succedendo oggi in Giappone mi ha fatto ricordare quando lo guardavo. speriamo di non arrivare mai a quei disastri!
    Silvia

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