Cappuccetto Sozzo

C’era una volta Cappuccetto Rosso. Cappuccetto Rosso era una bambina solare e piena di vita che la mamma chiamava narrativamente Frollina e che in quella domenica di sole si trasformo agilmente in Capuccetto Sozzo.

La prima medaglia di sozzeria se la vinse rotolandosi in mezzo a foglie e prato, mentre la mamma e gli amici stendevano la coperta per il pic nic, nella gioia dei pic nic domenicali.

Un bel sorriso le si stampò sulla faccia.

La seconda medaglia arrivò con il gelato del dopo pranzo alla baracca di Parco Cavaioni. Che felicità vedere Cappuccetto Sozzo con la barbetta di D’Artagnan, solo bianca di panna!

La terza medaglia fu un dono di fortuna: la mamma Panz convinse tutta la combriccola a fare una passeggiata nel bosco per raggiungere il maneggio e dopo essersi persa 4 volte, aver ricevuto dalla figlia ingrata una frustata in faccia con un ramo pieno di spine riuscì a condurre tutti alla meta. I pony erano bel belli pronti e invitanti e la frollina, con l’amica valentina si guadagnò un giro in sella. Un po’ del manto peloso del piccolo animale si trasferì sulle mani appiccicose di Cappuccetto, trasformandola in una giovane Neanderthaliana d’eccezione.

La quarta medaglia fu la più gradita: come ogni bambino, trovandosi nei pressi di una montagnola ghiaiosa, Cappuccetto e Valentina si improvvisarono sciatrici e fecero una gara di bob senza bob, scivolando sui sassolini e sollevando più polverone di un discorso di Berlusconi.

Bellissime le due si diressero dai loro genitori completamente glassate e felici.

Il secondo gelato fece il suo dovere e la caduta in prossimità di una cacca di cane risultò quasi innocua, di fronte a pezzi di fango seccati nei capelli, macchie di cioccolata e erba e ogni ben di dio avesse trovato Cappuccetto Sozzo.

La bambina era felice. La mamma era felice. Che i bambini devono essere Sozzi ogni tanto e c’è sempre la scusa che così sviluppano anticorpi e c’è sempre la scusa che abitando in città ogni tanto bisogna pur aggredirla (bonariamente, si intende) questa natura selvaggia!

Giunta a casa, Cappuccetto Sozzo fu infilata direttamente nella vasca da bagno. Non prima di aver incontrato il Lupo, il quale, constatato il livello di strati di sporcizia, decise di diventare vegetariano.

Dopo il fiero bagno, Frollina fu messa direttamente a letto, pulita e profumata, con grande orgoglio di mamma sua. Papà Tino nella notte ha fatto “brillare” un sacchetto con i vestiti della figlia in giardino.

Poco dopo frollina si è svegliata carica di urina. La leggenda narra che non abbia fatto proprio in tempo ad arrivare al bagno e che presa in braccio dalla sua mamma, gliela abbia fatta direttamente addosso, scaldandole il sonno, come dire.

Ma è una leggenda e nessuno saprà mai quanto c’è di vero e quanto di falso… 😉

2 commenti
  1. bismama dice:

    E’ bellissima.
    Siamo telepatiche però… ieri la nana ha preso in mano un microfono e s’è messa a cantare “Capputtetto Osso eni eni cca! Ke aesso ene i upo e ti angeà”

    O_o

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