Vita vera, mica pizza e fichi

E’ qualche giorno che, forse per questo strano clima autunnale in mezzo all’estate, qui a casa Panz siamo un po’ storditi, svampiti.

Ieri sera, per esempio, un Tino carico di formaggi, carta igienica, rava e fava, mentre nel parcheggio del supermercato caricava le borse della spesa in auto, ha ricevuto una telefonata e sovrappensiero ha chiuso le chiavi della macchina dentro al bagagliaio, rimanendo così prigioniero della sua stessa pirlaggine.

Per fortuna possediamo una vecchia chiave della Brigitte (mezza rotta ma che ancora riesce ad aprire le portiere) e così abbiamo potuto scassinare la nostra auto e liberare la cena serale. Che qui, diciamo la verità, ultimamente si vive come in campeggio: la frollina sta dai nonni durante il giorno, noi lavoriamo come pazzi per chiudere i progetti di luglio e assicurarci qualche giorno di relax e da bravi lavoratoridacasa perdiamo la percezione della realtà e dunque trascuriamo quasi tutto, in primis di cucinare.

Oggi ha suonato il campanello un corriere: il pacco non era per noi ma per una vicina omonima di Tino. Ho subito fatto presente all’ambasciator che aveva sbagliato campanello, ma forse per problemi linguistici (non era italiano) non ne ha voluto sapere.

Ha preteso che ritirassi il pacco e mi ha perfino guardata male quando ci siamo incontrati sulle scale. Immagino abbia pensato che non era bello quello che stavo facendo “alla mia parente”, ovvero rifiutare un ritiro.

Mi sono adeguata e ho anche firmato. Stavo già per rientrare nel mio appartamento con pive e pacco nel sacco, che lui mi ha bloccata e mi ha chiesto il grado di parentela con la proprietaria della consegna.

Incerta se ricominciare da capo con la “strana storia” di due che si chiamano uguale ma non sono parenti anche se abitano nello stesso palazzo, presa dal lavoro lasciato a metà sul tavolo di cucina, ho scelto la via più facile, ovvero la menzogna.

“Siamo cugine. Cioé, non proprio cugine, diciamo che lei è una cugina alla lontana di mio marito…cioé volevo dire del mio compagno!”

Lui mi ha guardato soddisfatto con i suoi occhi neri rasserenati dalla mia spiegazione ed è ripartito. Io spero che la mia vicina che non è mia cugina ma quasi non sia partita per un lunghissimo viaggio e che nessuno si accorga della firma/sgorbio che ho fatto, firmando con il doppio cognome (il mio e quello del non marito), come se ci fossimo sposati su una spiaggia di Miami.

buona giornata a tutti con la segnalazione di un libro che sembra davvero molto utile e carino specie per chi resta in vacanza in Italia

101 cose divertenti, insolite e curiose da fare gratis in Italia almeno una volta nella vita di Isa Grassano

 

 

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