Ciao Steve

Nel 2008 attraversavo una delle fasi peggiori della mia vita. Mi sentivo fallita e inadeguata e il corpo mi si era riempito di pustole, piaghe e bolle che mi mandavano scosse di prurito e avevano colonizzato il mio corpo. Non ero a casa mia perché avevamo deciso di ristrutturarla e Tino, io e la Frollina – che aveva 18 mesi – ci eravamo trasferiti a casa di mia mamma, in una stanza piena di scatoloni. I nostri ricordi mischiati ai vestiti e ai pannolini, tutto impilato in quella stanza.

Io lavoravo pochissimo eppure mi era arrivata una cartella esattoriale da 3500 euro per la quale sto ancora pagando un prestito. Mi sentivo una madre orribile e a tratti mi venivano in mente cose davvero indicibili, a tratti credevo di non amare mia figlia. Piangeva e dormiva poco e io, che piangevo e dormivo poco per via dello stress, delle pustole, del prurito e della paura di avere una malattia inguaribile, non riuscivo a sopportarlo.

Non riuscivo a essere una buona madre per me stessa, come avrei potuto esserlo per lei?

Andavo al supermercato e dovevo chiedere “la paghetta” a Tino per fare la spesa, io che mi ero sempre mantenuta da sola, da quando ho 18 anni. Eppure avevo scelto TUTTO io. Avevo rinunciato alla proposta di un contratto a tempo indeterminato perché perseguivo un sogno: scrivere e fare web da free lance. Avevo desiderato fortemente una figlia.

Ora avevo entrambe le cose?

Il lavoro era poco e molto lontano da quello che desideravo, ovvero scrivere. Mia figlia era vicinissima ma spesso mi sentivo così inadeguata che ai giardinetti mi vergognavo per lei. C’erano tutte quelle orribili pustole e non riuscivo più nemmeno a pensare di prendere un autobus e andare in centro: mi sembrava che tutti mi guardassero male, con terrore quasi. In fondo una delle malattie della pelle che avevo era la stessa che viene ai malati terminali di Aids: come potevo aspettarmi che qualcuno non fosse spaventato da me?

Un giorno un’amica mi disse: “Leggi, è il testo di un discorso di Steve Jobs”

Il discorso, che oggi vi propongo in video, mi lacerò completamente il cuore e fece sfiatare la mia pelle. Non fu risolutivo, non fu quello il momento preciso in cui mi partorii per la seconda volta, perché quello avvenne in treno, al ritorno da un viaggio dal mio dottore a Firenze, ma mi servì molto a ricontestualizzare la mia situazione.

In fondo io sapevo che c’erano delle cose che desideravo per me e che per arrivarci, avrei dovuto passare anche attraverso la sofferenza. Non mi era ancora chiaro, ma emanciparmi dal passato era certamente la più importante tra tutte le cose che desideravo.

Il lavoro: ho sempre pensato che ognuno abbia il diritto di provare a fare qualcosa che gli piace, perché così lo farà meglio, perché il lavoro è il contributo fattivo che tu dai a questo mondo e speri almeno che possa essere un buon contributo. Io volevo scrivere e volevo farlo sul web.

Non desideravo avere un lavoro “sicuro” nei termini in cui ci hanno insegnato che è un lavoro sicuro, speravo in un lavoro che fosse, almeno in parte, frutto di quello che sono io, come persona. Non si può avere tutto, avevo sposato il rischio di licenziarmi, dovevo prendermene le conseguenze.

Avevo una figlia stupenda, sorridente, vivace. Forse non sarei mai diventata il modello di madre che pensavo fosse il mio modello, ma potevo cercare di essere la madre che sapevo essere, nel migliore dei modi che mi era possibile.

Steve Jobs quel giorno mi toccò corde profonde. Steve Jobs ha configurato il paradigma tecnologico presente e se sono qui che vi scrivo, se Internet è stata la mia illuminazione sulla via di Damasco, che quando l’ho scoperto ho deciso che cosa sarebbe stato il mio lavoro futuro, è anche merito suo.

Oggi quindi non posso che celebrare la sua morte (che se non ci fosse morte, non ci sarebbe vita) con quel discorso. Vi invito a guardarlo. Non c’entra niente con la Apple, c’entra molto con la creatività, le potenzialità di ciascuno di noi e il segno che vogliamo lasciare nel mondo.

18 commenti
  1. la coniglia dice:

    adoro questo suo discorso e sono felice per te se è stato un aiuto al tuo secondo parto…un bacione, ti voglio bene

  2. mammadifretta dice:

    un’immortale, perchè lo è il suo pensiero.anche io ho avuto una scossa grazie a questo discorso..

  3. Elisa dice:

    Bellissima testimonianza! Capisco molto bene cosa hai provato nel 2008 e in questo, non dobbiamo mai dimenticare l’insegnamento di Steve Jobs nelle fasi difficili della vita.

    Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

  4. Brunhilde dice:

    Grazie per averlo pubblicato, non avevo mai ascoltato tutto il discorso.
    Mi ricorda la poesia “Stufen” (gradini) di Hermann Hesse.. “jedem Anfang wohnt ein zauber Inne”.

  5. Michela dice:

    Ciao Panz,
    leggi il mio post di oggi, sono nelle tue condizioni di allora, compreso un problema di salute pervasivo…
    Le altre cose che penso già le sai 😉

  6. valepi dice:

    Ho visto questo stesso video da questa mattina spuntare sulle bachece di centinaia di utenti facebook, ad esempio, che il più delle volte lo hanno condiviso senza nemmeno ascoltarlo…

    … è bello, una volta tanto, leggere una testimonianza personale…

    … grazie…

  7. Federica dice:

    Grazie Panz,
    mi sono emozionata ascoltando questo discorso.
    Non posso far altro che condividerlo.
    Era un genio!

  8. francesca dice:

    ho attraversato i tuoi stessi identici problemi con la mia prima gravidanza, e ora, con la seconda, finita male .Ho visto ieri questo discorso tutto intero, e mi ha dato come una scossa, e’ stato come accendere una lucina in un posto dove non riuscivo a vedere…e’ vero, le cose buone spesso nascono dalla sofferenza, e nella strada per raggiungerle ci saranno sempre momenti difficili…grazie a lui per averlo detto, e grazie a te per avermi fatto sentire in compagnia in questa sensazione!

  9. giacomo dice:

    Negli occhi di certe persone, quando le guardi mentre parlano, scoppiettano le scintille del genio, della vita.
    Amarsi così tanto, amare così tanto la propria vita, non può dare che frutti meravigliosi.

    Quanto ho invidiato questo figlio di buonadonna.

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  1. […] stavo per dimenticare questo. Stavo per dimenticare ciò che quest’uomo ha rappresentato. Francesca me lo ha impedito. Lpado me lo ha impedito. Mammadifretta me lo ha impedito. Michela, QueenB, […]

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