LiveTag # uno

A volte bisogna lavorare con la concretezza delle parole. A volte le proprie non bastano. Non le trovi. Non le senti. Hai bisogno dello spessore, della colla sulle dita, delle immagini che girano e sono immagini di lettere e di pezzi di mondo. A volte bisogna avere la colla che attacca le dita, le forbici che cercano un confine, le frecce che cercano una direzione.

A volte la direzione è casuale, non sai perchè ma è quella che hai già preso e non ha nulla a che fare con obiettivi, gli obiettivi sono solo gli scarti del destino che ti sei confezionato addosso.

A volte l’entropia è sana, come un bubbone del cuore che non puoi stare tanto a mettere in ordine, bisogna che scoppi.

A volte bisogna essere terricoli, lasciare che la testa segua la mano e il cuore vada dove vogliono le viscere. E così ho preso giornali, riviste e ho cominciato a cercare parole e loro mi chiamavano e io le tagliavo. Ho cercato anche qualche immagine e poi ho preso tutto e l’ho attaccato su un foglio, nella posizione che era nella mia mente. Ed è nata la prima pagina del mio diario in TAG.

Livetag#uno si chiama Sono senza parole

 

6 commenti
  1. Dani dice:

    Cara Fró il tuo entusiasmo è dolcissimo e generoso. Mi piace tantissimo questo tuo nuovo esperimento narrativo. Ti ringrazio perchè dici che ti do spunti ma tu mi restituisci sempre la concretezza e l’immediatezza del fare e non sai quanto bene mi fa! Magari una volta ci troviamo ad incollare insieme che dici?! 😉

  2. Panzallaria dice:

    @Dani: sarebbe STUPENDO!!!! io sono solo un’attacchina, ma ho deciso di sfidare il senso di inadeguatezza manuale e partire. Ho bisogno di sporcarmi le mani in questo periodo. grazie per l’ispirazione che mi dai 😉

  3. la coniglia dice:

    perchè nella freccia rossa, (sotto il naso di berlusconi per intenderci) la scritta è al contrario? cosa rappresenta? o la sto vedendo male io?

  4. Panzallaria dice:

    @la coniglia: no, nessun dettaglio è a caso 😉 la frollina scrive così, da destra verso sinistra, al contrario e credo sia una grandissima libertà creativa che poi si perde con l’evoluzione della vita. volevo celebrare lei e anche il fatto che oggi, le nuove frontiere della creatività (il titolo faceva riferimento al web) si giocano invece, secondo me, sulla terra, tra le persone, con le mani.

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