Il lupo ballerino

fonte: http://www.paroledautore.net

Si chiamava Ernesto ed era un giovane lupo che abitava nel bosco della contea di Fabularia.

Tutte le mattine si infilava la cartella e andava a scuola di luperie. Il maestro Lupastro De Lupis cercava di insegnare ai cuccioli come inseguire i maialini, le tecniche per far crollare le case di mattone e i travestimenti più adatti ad ingannare Cappuccetto Rosso e  a disarmare i cacciatori. Una lezione importante era costituita dal saper riconoscere le zone sassose: pericolosissime durante eventuali battute di caccia di capretti. Bisognava fare molta attenzione perché – come narra la “Lupina Commedia”-  i sassi possono essere davvero indigesti!

Al lupo Ernesto però importava poco: mentre i suoi compagni di classe scodinzolavano felici, seguendo tracce e entusiasmandosi per qualche setola che faceva venire in mente le salsicce che avrebbero presto mangiato, lui pensava solo alla musica. Ernesto amava ballare e gli bastava sentire un uccellino cinguettare perché le sue zampe cominciassero a muoversi e gli venisse voglia di piroettare ovunque. La danza classica era la sua preferita, ma non disdegnava nemmeno la Samba o il Liscio.

Tutti però lo prendevano in giro e la sua mamma provava molta vergogna.

Insomma Ernesto,  ma è possibile che tu non voglia fare le cose che fanno i lupetti della tua età? Invece di studiare per acchiappare i maialini o allenare la voce per imitare le bambine ingenue che vanno a trovare la nonna, tu passi il tuo tempo a muovere le zampe come se stessi scivolando sull’olio, fai salti, capriole e ascolti quella musica che ti fa sembrare buono e per nulla terribile e malefico!

gli diceva ogni pomeriggio, quando lo sorprendeva a muoversi come un matto al ritmo dei Cra Cra delle rane dello stagno!

Ernesto non sapeva mai cosa rispondere. A lui piaceva molto ballare.

I compagni di scuola si erano inventati anche una filastrocca per canzonarlo un po’:

Che denti, che paura

arriva il lupo ballerino

 

a lui interessa la postura

e rinuncia al maialino

per danzar nella natura!

 

Che malefiche zanne, che unghie affilate

servono solo a titillar

vecchie chitarre accordate!

A Ernesto non importava molto. Lui sentiva la musica, non certe sciocchezze!

Una mattina tutta la classe partì per una gita. Per essere sinceri, si trattava più di un esame che una gita: bisognava seguire le tracce dei tre porcellini, raggiungerli e provare ad acchiapparli.

Ernesto stava in fondo alla fila, mentre tutti gli altri ringhiavano e si affilavano i denti, pronti a rincorrere la preda.

Quando la classe arrivò in prossimità delle case dei porcellini (tutte rigorosamente in mattone!) il maestro Lupastro de Lupis chiese a tutti di fare silenzio per non essere scoperti. Dalle finestre di una casetta si sentiva però uscire una musica bellissima, fatta di trombe e pianoforte.

Ernesto tentò di trattenersi, ma proprio non ci riuscì: la musica lo travolse e si mise a ballare in mezzo all’Aia. Di solito era abituato a danzare al ritmo delle rane, di qualche chitarra di fortuna, al canto dei grilli alla sera. Una musica come quella, così coinvolgente, proprio non l’aveva mai sentita. Era Jazz e si spandeva nell’aria come un profumo di torta.

I piedi e i fianchi e le braccia non riuscivano proprio a smettere!

I suoi compagni di classe si erano dimenticati dei maialini: non lo avevano mai visto ballare così ed erano tutti incantati. Il maestro Lupastro de Lupis, stava già tirando fuori il suo “libretto nero” per dargli un bel 4 in condotta, ma anche lui era rimasto immobilizzato dallo spettacolo.

Anche i maialini, distratti dal rumore, uscirono sull’aia a vedere quello che stava succedendo. Non poteva essere un lupo quello che ballava nel loro giardino! Le zanne sembravano corde d’arpa, gli artigli pennarelli con cui disegnare nell’aria note di colore.

Non riuscivano ad avere paura del lupo ballerino!

La magia della danza di Ernesto travolse tutti: a un certo punto, senza accorgersene, anche il maestro pestava le zampe ritmicamente. I maialini sculettavano, i lupetti danzavano in cerchio, Ernesto piroettava nell’aria.

Nessuno pensò più a chi dava la caccia a chi. I maialini prepararono polenta al formaggio per tutti e si mangiò e bevve e suonò e ballò per tutto il giorno.

Gli amici ormai non prendevano più in giro Ernesto, la voce aveva fatto il giro del bosco e anche la mamma lupa era corsa a vedere le meraviglie del suo bambino. Da ogni angolo, da ogni città, arrivavano persone che volevano assistere allo spettacolo dei lupi che ballano con i porcellini.

Nel giro di pochi mesi la strana compagnia artistica divenne famosa in tutto il mondo e da quel momento, nei boschi di Fabularia, risuona sempre buona musica, si mangia polenta e i maialini hanno abbandonato  le case di mattoni per vivere nelle tende con i lupi, girare il mondo insieme e portare gioia e buon umore a tutti.

Ernesto finalmente può ballare liberamente.

1 commento
  1. Alessandra Innocenti dice:

    francesca quando fari un libro delle tue favole ne ordino una decina per regalarlo alle persone alle quali voglio bene

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