Galeotto fu il libro sbagliato: Io viaggio da sola – Maria Perosino

Mi scrive Eleonora Mazzoni chiedendomi se mi interessa leggere il suo libro Le Difettose.

Una bella mail in cui parla delle cose che abbiamo in comune. Il suo libro era già nella mia lista estiva per cui, alla proposta di mandarmelo, rispondo con entusiasmo.

E’ un’esperienza che ho già fatto quella di accogliere questo genere di inviti: non farei mai una recensione di un prodotto sul mio blog, ma leggere, io leggo molto, per cui se mi omaggiano di libri, perché no? Tanto sono abbastanza centrata per non scrivere che trovo interessante una lettura se non lo è.

Mesi fa Feltrinelli mi ha fatto avere “Assalto all’infanzia”, comprendendo che poteva interessarmi e così è stato: forse da sola non lo avrei acquistato, mentre così ho letto un bellissimo saggio.

Arriva il corriere con il pacco Einaudi, io sto per partire, penso che metterò in valigia questo dono prezioso. Scarto la busta e al posto  del libro di Mazzoni a sorpresa trovo Io viaggio da sola di Maria Perosino. Un errore probabilmente. Non fatale.

Scrivo divertita a Eleonora e lei e l’Einaudi si scusano. Mi faranno avere a breve il libro “giusto”. Capita anche nelle migliori famiglie come mi immagino sia la Einaudi.

A questo punto mi trovo con un libro inaspettato, che certamente non avrei mai osato comprare (e non per il terrore che Tino si faccia strane idee, ma perché ho un sacco di pregiudizi su tutto ciò che sembra riguardare solo fette di pubblico e che ha un sottotitolo che inizia con “Istruzioni…”).

Me lo porto a Montombraro, dove leggere è una delle mie attività preferite: la montagna concilia, il silenzio concilia e qui ogni minuto si dilata in un lusso che a volte mi sembra quasi eccessivo (ma a cui sto languidamente facendo l’abitudine).

E scopro un manuale non manuale, un romanzo non romanzo, una biografia non biografia che mi intriga e appassiona, scava dentro a parti di me, del mio modo di guardare al mondo, di cercare le storie sull’autobus e di sbirciare dentro alle case.

Il viaggio come dimensione dell’io, che non è solo scoprire posti nuovi con gli occhi del turista solitario ma anche abitare se stessi con se stessi e gli altri, anche se si parte da soli.

Strategie pratiche (come si caricano i bagagli su un treno quando si viaggia da sole?) ma anche digressioni nella vita della scrittrice e nelle storie che ha incontrato lungo i suoi viaggi. Riflessioni sulle “vacanze intelligenti” (che cosa sono davvero? Vale la pena visitare l’intero Louvre se invece siamo amanti della botanica?), sul gusto e il modo per scegliere un ristorante dove incontreremo le migliori menti (e storie) della nostra generazione.

A tratti un po’ snob (specialmente per una terricola come me), a volte un po’ troppo didascalico, è un libro che si mangia con tutti i sensi. E non è vero che è solo per donne che viaggiano da sole, anzi, spero che lo legga anche il mio compagno.

Fa ritrovare la voglia di partire, nonostante tutto. Nonostante la crisi, gli impegni, il lavoro. Perché la partenza in fondo altro non è che un momento che scivola fluido in altri momenti, altre partenze, altri ritorni.

Perché si può viaggiare anche stando fermi, basta avere la mente predisposta a farlo, basta guardare alle cose e alle persone non come qualcosa di esterno, ma come qualcosa che ci può entrare dentro, che possiamo accogliere.

Era un po’ che ci pensavo: troppi libri di qualità ho letto in questi mesi. Troppo invitante l’idea che magari ci sono altri autori, altre case editrici disponibili a inviarmi un romanzo, un saggio, qualcosa che possa essere consonante al mondo che dipingo scrivendo o che possa stupirlo e sovvertirlo.

Così con il libro sbagliato inauguro questa rubrica dedicata alle letture. Quelle che mi capiteranno perché sono entrata in biblioteca o in un’edicola di Zocca dove scopro di poter prendere a prestito i libri candidati al Premio Zocca Giovani per votarli, o quelli che mi vorrete mandare voi che li avete scritti o editati.

Io non sono paracula, questo è giusto dirlo. Potrebbe essere rischioso mandarmi un libro, anche questa parte non va taciuta. Vi consoli sapere che non mi leggono poi in tanti.

Potrei dire di no. Per esempio non chiedetemi di leggere l’ennesimo manuale su come fare la brava mamma: ho capito in 5 anni che preferisco prendere spunto dalla vita.

Inauguro così la rubrica, in attesa che mi arrivi anche il libro di Eleonora, che sono davvero curiosa di leggere.

Nel frattempo, oltre a Einaudi e Feltrinelli, ringrazio sentitamente Danilo Maso Masotti e il suo Ci meritiamo tutto, l’amica Patrizia Violi che mi ha mandato il suo terzo romanzo  Affari d’amore con una dedica piena di affetto, l’edicola di Zocca, la biblioteca di Montombraro e il mio IPAD  su cui ho scaricato (gratis o a pagamento) alcuni libri che ho divorato.

Di tutti questi racconterò uno per volta, sperando di instillare un sano dubbio in altri lettori nomadi come me, che hanno deciso di partire per un viaggio che inizia alla prima pagina e non sai mai dove ti porterà.

[e per inciso: dirò sempre se il libro è stato acquistato, preso in prestito, regalato o omaggiato e da chi]

Per conoscere la policy delle mie letture vai alla pagina letture 

Maria Perosino, Io viaggio da sola, 2012, Einaudi, Torino

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3 commenti
  1. Lisa dice:

    Bella questa rubrica! E devo dire che ti capisco. Recensire prodotti è un conto, ma un libro… un libro… come dire di no ad un libro?

  2. Panzallaria dice:

    @Lisa: poi diciamolo, se ci sono scrittori o case editrici che hanno voglia di mandarmi gratis libri che forse comprerei, in tempi di crisi chi sono io per dire di no? 😉 Leggere mi nutre, io in cambio scrivo e racconto il bello del libro, mi sembra uno scambio alla pari e ci guadagniamo tutti

  3. Jane Pancrazia dice:

    Dichiaro ufficialmente tutta la mia invidia. E approfitto del tuo blog per un annuncio ufficiale.
    Care case editrici se volete mandarmi dei libri gratis da leggere non fatevi alcuno scrupolo: mandatemeli! 😀
    Citofonare Jane Pancrazia Cole, grazie! 😉

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