La nostra settimana croata e libera

Abbiamo sfidato le avversità che da sempre si frappongono tra noi e le vacanze, abbiamo osato, fatto il bagno nudi, ci siamo buttati dagli scogli con Frollina che nuotava con la sua maschera a largo, urlando “Pescetti, pescetti!” e non erano i peli incolti delle mie gambe.

Abbiamo mangiato calamari fritti ma anche grigliati e così ho finalmente scoperto che no, i calamari non li trovi a rondelle in mezzo al mare che nuotano a frotte insieme ai tonni/cilindretti tondi e untuosi tutti rosa (che mi sono sempre chiesta come caspita facesse a respirare un tonno, con tutto quell’olio e senza manco uno straccio di naso!).

Come se non ci fosse domani.

Tino ha inseguito nella notte frotte di zanzare che venivano a pasteggiare nella nostra stanza. In Croazia la trattoria si chiama Konoba, ci sono stati momenti in cui ho sospettato di essere la konoba di intere tribù di zanzare dalmate affamate.

La sua ciabatta e il suo sguardo sadico verranno ricordati come quelli del famoso “Vendicatore della Notte”: abbiamo lasciato più lapidi di insetti noi, di quanto non fecero davanti a Troia i Greci.

Abbiamo anche ceduto al lato oscuro dei predatori turistici: inconsapevoli abbiamo voluto recare i nostri molli corpi a visitare quelle che sono un gruppo di isole bellissime, al largo di Pirovac (dove alloggiavamo), le Krnati e ne siamo usciti scornati. Presi ostaggio da una balorda imbarcazione croata, siamo stati spiaggiati davanti a un ristorante, dopo aver assistito a spettacoli di dubbio gusto a bordo e perfino all’elezione di una Miss. Negheremo fino alla morte, ma per noi SNOB con le PEZZE AL CULO è stato un duro colpo all’orgoglio che abbiamo vendicato abbandonando il gruppo sull’isola e andando a bagnare in luoghi ameni e molto isolati i nostri culoni tutti nudi (le Orate locali hanno ancora gli incubi notturni).

Abbiamo visto cascate, animali di ogni fattezza, fiori profumati. Abbiamo tentato di parlare in tante lingue, preso caffè laddove nessuno ha mai osato, bevuto birra in riva al mare, visto posti bellissimi come Primosten, esplorato promontori meravigliosi come Murter.

Abbiamo (in realtà ho, ma sto tentanto di convincere Tino con l’astuta tecnica dello sfinimento) sognato di avere un camper per girare il mondo, magari – che ne so – portando il wi-fi in luoghi sconosciuti, a indigeni non tecnologizzati che avranno senz’altro bisogno di qualcuno che li metta degnamente in Rete…

Abbiamo incontrato amici randagi come noi, amici local e con loro riso e mangiato e fumato e scherzato.

Abbiamo fatto la famiglia feliciona: ogni momento insieme un bel miracolo, dopo un’estate passata a rincorrerci, facendo lo slalom tra sfighe, impegni, lavoro e assenza di scuola. Ci siamo svegliati di notte per il caldo e invece di incazzarci ci siamo messi a chiacchierare: Frollina mi ha chiesto come si fanno TECNICAMENTE i bambini alle 5.45 di un mattino straniero e non so come, me la sono cavata senza dover ricorrere ai cavoli.

Siamo tornati sotto un muro di pioggia. Sopravvissuti alla ‘Unto, la nostra auto transessuale, che nel viaggio si è bruciata 3 lampadine su 4 e portava sulla groppa una tavola di legno da mettere sotto il letto di Tino (e non ne ha nemmeno avuto bisogno!).

E allora ecco qualche foto. Ora che la stagione, il calendario e la mole di lavoro ci hanno ricondotti alla cruda realtà.

Sono tornata gente e (non ditelo a nessuno) ma sto anche provando a mangiare di meno.

 

 

7 commenti
  1. girandolaprecaria dice:

    Che bello che le vacanze siano andate bene. Ve lo siete proprio meritati.
    Poi svegliarsi per il caldo e anziché arrabbiarsi, mettersi a chiacchierare per me è così fantascientifico che deve essere stato fantastico!
    Buon rientro allora a tutta la famiglia

  2. verdeacqua dice:

    vi siete divertiti un sacco, sono proprio felice per voi! (cmq mi spiegherai come hai fatto a sviare l’argomento “come si fanno i bambini” a quell’ora e senza ricorrere a cavoli e cicogne!)

  3. Panzallaria dice:

    grazie ragazze! @verdeacqua: non ho sviato, ho raccontato del semino che esce dal pisello del papà e entra nella patozzina della mamma, perché quando ci si ama molto e si decide di fare un bambino è una cosa bella. Insomma, ho detto proprio la verità: frollina già sapeva da dove escono i bambini, per ciò è stato abbastanza facile. arrivati a bologna le ho anche fatto vedere un libro per bambini che racconta la riproduzione per chiarirle meglio le idee. Penso che fino a quando i genitori tratteranno il sesso come qualcosa tabù e di cui non si deve parlare, i nostri figli continueranno a trovarsi impreparati di fronte a certe situazioni potenzialmente rischiose. In fondo è una cosa bella che fa parte della vita, ho pensato fosse giusto parlargliene tranquillamente, facendole capire che è una cosa che arriva con l’adultità.

  4. madainoncicredo dice:

    Eh no, adesso devi spiegare anche a me TECNICAMENTE come si fanno i bambini, perché a una domanda simile io ho dribblato accampando spiegazioni sul Dna e i cromosomi…

    (E per la tavola di legno, sperando che a Tino non serva più, sappiate che io anni fa, in piena crisi da ernia del disco, trovai in una sanitaria una tavola pieghevole da viaggio!)

  5. Francesca dice:

    Bentornati!!
    Complimenti per tutto! L’ultima foto con il piedino di Frollina, è la mia preferita! A presto

  6. fefiny dice:

    Che bravi e che belli! Vi siete proprio goduti l’attimo, ed è quello che non siamo riusciti a fare noi..con grande rimpianto al rientro!!!

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