Elimino il mio profilo da facebook e twitter: cronache fantastiche di una disintossicazione

Una settimana fa mi sono cancellata da Facebook e Twitter: non ne potevo più, mi stavano risucchiando la vita, con tutta quella socialità e richiesta di pareri e clicca qui, clicca là, retwitta quella cosa, inventa un hashtag per ogni sensazione.

Il primo giorno sono dovuta scendere dalla mia vicina per scriverle qualcosa sul muro. Volevo chiederle se veniva in palestra con me, quel giorno, come facciamo quotidianamente. Non sapevo come fare, di solito glielo chiedo su Facebook. Lei si è molto irritata e entro 24 ore ho ricevuto la notifica di una denuncia per “atti di vandalismo in luogo privato”. Credevo che avrebbe solo commentato e invece si vede che era di cattivo umore quel giorno lì.

Il secondo giorno ho letto una cosa interessantissima sul giornale: si parlava del dramma dei pulcini indiani, costretti a vivere i primi anni in bottiglia per prenderne la forma e poi essere venduti così, come soprammobili naturali, su Internet. Volevo, anzi DOVEVO retwittare la notizia. Occorreva che tutti conoscessero questo scempio, che ognuno di noi riflettesse su quel che accade quando ci si sostituisce alla mano di Dio. Questi poveri pulcini a forma di bottiglia, costretti a trasformarsi in galline-damigiana che cacano uova a forma di tappo di sughero!.

Mi sono messa su una strada trafficata e ho cominciato a raccontarlo a tutti quelli che incontravo lungo il mio cammino. Quando sono diventata afona ho speso 100 Euri in fotocopie e ho distribuito quelle. La notizia ha avuto un sacco di retwitt e alcune persone hanno cominciato a seguirmi. Volevano salire a casa con me, ma ho avuto paura. Ho suonato alla vicina (prima di sapere che mi avesse denunciato) e lei invece di accogliermi nella sua casa e aiutarmi a sfuggire a questi psicopatici, mi ha urlato dalla finestra che ero stata bannata, di non chiederle più l’amicizia e mi ha tirato in testa una secchiata d’acqua mista a vernice, la stessa che avevo usato per lasciarle il commento sul suo muro.

Finalmente ho trovato le chiavi nella borsa, ho chiuso la porta in faccia a quelli che mi stavano seguendo e mi sono chiusa in casa.

A quel punto volevo raccontarlo. Avevo necessità di condividere la mia disavventura. Ma come?
Ho telefonato a una vecchia compagna di classe che non vedevo da anni e mi sono catapultata a casa sua per un caffè. Mi ha accolta molto preoccupata, dice che hanno organizzato una pizza su facebook con quelli del liceo, e ora che io mi sono tolta, come si fa? che peccato che non potrò esserci…Ho provato a ribattere che ci sarei andata lo stesso, che bastava mi telefonassero, al limite un sms con l’indirizzo, ma non c’è stato nulla da fare. Ero fuori dal gruppo.

Mi ha raccontato che la Cicci aveva appena postato una foto di 4 cagnolini bellissimi, dice che bisogna salvarli, c’è anche un numero di telefono, ne vuoi uno? se nessuno li prende entro 15 minuti moriranno per autocombustione, probabilmente in diretta su facebook!

Le ho chiesto – molto preoccupata – dove abita la Cicci, giusto per dirlo in giro, per allertare quelli della zona, ma lei non lo sapeva, dice che l’importante è fare girare al massimo la notizia.

Abbiamo parlato a lungo, mi ha fatto vedere l’album di Riccardo, il suo fidanzato, dice che ha trovato che ha stretto amicizia con quella buzzicona della sua ex, è molto preoccupata, teme la tradisca.
Per fortuna lei conosce la password e può tenere monitorata la situazione.

Me ne sono andata abbastanza contenta, che era tanto tempo che non chiacchieravo così con qualcuno, per via dei social network, che alla fine stai sempre a casa tua.

Quando pensavo di avercela fatta, di essermi disintossicata, finalmente, sono entrata al supermercato e nella corsia degli assorbenti ho notato una figura che mi sembrava di conoscere. Ma si, era proprio lei, la Lella, la mia migliore amica delle elementari. Avevamo litigato in prima media perché lei aveva detto al migliore amico di quello che mi piaceva che a me piaceva, facendomi fare una figuraccia. Da allora non ci eravamo parlate più. Chissà cosa fa la Lella adesso che abbiamo quasi 40 anni! Chissà se ha avuto dei figli, chissà con chi si è sposata…Sta comprando un pacco di pannolini extra notte, di sicuro non è incinta. Mi sono allontanata dalla corsia senza che lei se ne accorgesse e sono tornata a casa, dove ho acceso il computer, che erano almeno 48 ore che non lo facevo. Tremante e con qualche senso di colpa, mi sono ripetuta che non stavo facendo nulla di male, che sarebbe successo di rado, che non avrei mai abusato di quello che stavo per fare.

Ho aperto una nuova casella di posta, mi sono inventata una nuova identità, sfruttando quella della bidella morta delle Medie, ho ritoccato qualche foto scattata su Internet e ho creato Fantoni Cesira. Sotto questo falso nome (tutti i fan di Guccini mi hanno chiesto l’amicizia in mezz’ora) mi sono nuovamente iscritta a Facebook e sono andata a cercare la Lella per capire cosa sta facendo, quale vita conduce, se ha figli o no, che lavoro fa, se è soddisfatta, se ha fatto strada nella vita, con chi è sposata, se l’è venuta la cellulite.

Da allora – ma solo ogni tanto – uso di nuovo i social network. Solo per i casi di emergenza. Come quello della Lella, per intenderci.

Nessuna vicina, pulcino o gallina sono stati maltrattati per scrivere questo post. Non ho compiuto sperimentazioni ne su compagni delle superiori, ne su quelli delle elementari. I bidelli delle mie scuole medie godono di ottima salute, Fantoni Cesira è una delle mie canzoni preferite e i miei profili reali sui social network sono ancora tutti attivi. Anche se ogni tanto- come succede a chiunque – avrei voglia di cancellarli davvero. In uno di questi momenti è nata l’idea per questa storia.

20 commenti
  1. gabriella dice:

    Ovviamente ho letto questo post perchè linkato di FB 😀
    E però pure tu!! identità segreta e tranquilla con Fantoni Cesira???? ahahahahahahaha

  2. Camilla - Zelda was a writer dice:

    Muoio dal ridere!!!
    Forse perché l’idea di far esplodere tutto mi sta abitando i pensieri da qualche tempo… Se hai piacere, ti terrò aggiornata sugli sviluppi delle mie esplosioni virtuali… ovviamente ti manderò un aeroplanino di carta!
    Camilla
    Zelda was a writer

  3. fea dice:

    geniale…
    anche io ogni tanto penso di mollare tutto (soprattutto facebook)ma poi mi perderei post come questo e…. le giornate (soprattutto i lunedì) sarebbero più grigie… 🙂

    e, “Cesira”, facci sapere della Lella eh… 😉

  4. Fantoni Cesira dice:

    Visto che mi hanno chiamato in causa ve lo dico: la Lella si è comprata uno di quei pulcini in bottiglia di cui si parlava sul giornale e si sente una grande figa (a me sembra solo mamma gallina a forma di damigiana ;-). Si è fatta perfino fare un book da un fotografo professionista, ma si vede lontano un miglio che ha scelto il seppiato per coprire la pelle a buccia d’arancia. Non ha figli e viaggia molto per lavoro (scova prodotti home made – come i pulcini – e li rivende su internet)e a 16 anni ha avuto una storia con quello che piaceva a me in quinta elementare, tale Enrico Qaugliozzi. Lo so perché lui l’ha taggata in una foto della gita del Liceo in cui si danno metri di lingua. Domani le chiedo l’amicizia, a vedere la foto della defunta bidella delle Medie secondo me cede, e posso cominciare a scovare ulteriori informazioni che per colpa della privassi non riesco a leggere. Vi terrò aggiornati 😉

  5. Francesca dice:

    Bellissimo post! Da premio!!
    Ogni tanto “disintossicarsi” fa bene, anche se virtualmente.

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    […] re-iscritta con un altro e penso sia già a buon punto per ricascarci (un po’ come racconta Panzallaria nel suo post). Dai, puoi […]

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