Quando sui muri di Bologna sono solo scarabocchi…

Si chiamano Thomas, Daniel, Cosmin, Luigi, Vasile, Concetta, Artur, Mauro, Vitali, Emanuele, Francesco, El Mostafa, Hajiba, Andrea e sono i componenti della “squadra” antigraffiti all’opera per ripulire dalle scritte i muri de il giardino 11 settembre a Bologna.

Scritte sui muri che nulla hanno a che vedere con l’arte di strada, quella per cui anche un bolognese, il bravissimo Blu, è entrato recentemente nella classifica dei migliori artisti di strada stilata da The Guardian.

Il progetto, voluto dal Comune di Bologna, mira a reinserire persone disoccupate o svantaggiate nel mondo del lavoro: prima un corso teorico e poi l’inizio dell’attività pratica, per ripulire i muri di Bologna.

Lo racconto perché la “maestra” di questo corso, colei che mi ha fatto conoscere questa bella iniziativa, è una mia amica. Fa la restauratrice, si chiama Michela e ha voluto insegnare a tutti i partecipanti all’iniziativa come si ripulisce un muro rispettandone le specificità e l’età anagrafica.

Non basta infatti una pennellata di colore per togliere le tracce di quanti hanno voluto lasciare una “firma” su muri e monumenti del centro città, non pensando che si tratta di spazi comuni che abbiamo tutti il diritto di guardare in maniera piena e naturale.

E’ un lavoro “di fino” quello che aspetta questi 12 operatori e ora che è anche freddo, sicuramente non “facile”. Però, come mi ha detto Hajiba mentre le scattavo una foto, si tratta di un “bell’esempio da dare ai nostri figli”.

C’è una grossa differenza tra la street art, che spesso riqualifica intere zone, le rende più belle all’occhio di chi guarda, e gli scarabocchi che qualcuno fa per lasciare un segno volatile, di non senso, ma duraturo, del proprio passaggio.

E se non sempre è facile  per noi profani capire cosa sia arte o meno, dove possa liberarsi l’ispirazione e dove è meglio lasciare spazio ai colori del mattone, di sicuro quello che stanno facendo questi ragazzi è qualcosa di importante, concreto e che oltre a valorizzare la mia città, offre anche a loro l’opportunità di imparare un mestiere.

Ecco qualche foto scattata ai giardini 11 settembre di Bologna.

Per tutte le informazioni istituzionali sul progetto e saperne di più, ecco l’articolo del Comune di Bologna 

 

 

1 commento
  1. William Andraghetti dice:

    Vero che spesso la città è invasa da graffiti a dir poco “osceni”, ma è anche vero che se non ci fossero questi graffiti forse l’aspetto della città sarebbe più…grigio, anonimo, impersonale. Poi a me piace leggere le scritte che qualcuno lascia. Qualche esempio? “Siamo tutti fuori luogo”, “se la vita ti sorride è sotto l’effetto di droghe sintetiche”, “anche oggi i miei fantasmi mi inseguono”. per me sono spunti di riflessione. Anche molti graffiti sono interessanti. Forse non comprensibili ma affascinanti.

I commenti sono chiusi.