Di Roberto Saviano

Ieri sera – caso del tutto eccezionale – la frollina dormiva alle 22, puntuale perché – caso del tutto eccezionale – io abbia potuto accendere la tv – caso del tutto eccezionale.

L’insieme di tutte queste casualità ha fatto si che io abbia visto la puntata di Che tempo che fa in cui Fazio ha intervistato Roberto Saviano.

Premetto che io non ho letto Gomorra, più per caso che altro e che non avevo mai sentito l’autore parlare in prima persona della sua vicenda di scrittore e di essere umano.

Premetto che non sono una grande fan di Fazio.

Ma.

Secondo me quella di ieri è stata grande televisione e io alla fine avevo le budella rimescolate e sono stata molte ore sveglia a pensare a tante cose: che secondo me dovrebbe essere questo il senso buono dei Media, che ti fanno pensare e dubitare e mettere in discussione e non che ti “spengono il cervello” prima di andare a letto, come se ce ne fosse bisogno in un mondo dove sempre più spesso prevale la modalità off.

Mi hanno colpito molte cose.

A guardarlo Saviano, si capisce subito che è un uomo imprigionato dal suo libro e che ormai vita e letteratura si sono mischiate a tal punto che le parole della sua opera gli scorrono nelle vene e si sono sostituite al sangue.

Ad ascoltarlo Saviano, ti fa sentire un uomo piccolo che si preoccupa di cose piccole e fa molto poco per questo Paese.

A Saviano in molti lo odiano e proprio per questo vive sotto scorta da 3 anni: 3 anni senza fissa dimora, 3 anni senza affetti reali (mi sono commossa molto quando ha detto che i carabinieri sono la sua famiglia), 3 anni in cui Saviano si è fatto semplicemente manifesto di protesta e la sua vita si autoesplica – volente o nolente – solo in quello.

Saviano lo dice chiaro, senza ipocrisia, che il suo obiettivo è apparire in prima serata, andare sul maggior numero possibile di giornali e usare la forza dironpente dei Media per promuovere la verità.

Parla del peso delle parole che troppo spesso ci dimentichiamo e che molti violentano quotidianamente. Della responsabilità della letteratura. Che se elitaria contiene in se’ una piccola sconfitta: perché il vero intellettuale (questo lo penso io eh?) è quello che attraverso la sua opera cambia il mondo, scuote le coscienze e parla al maggior numero possibile di anime.

A sentirlo ieri sera Saviano, si ha l’impressione che la sua sia una missione, che la sua mente contenga la perfetta lucidità di quello che ha perso prendendo questo impegno ma sappia che ormai è un suo DOVERE MORALE.

Ad un certo punto in studio arrivano anche Paul Auster e David Grosmann e devo dire che vederli seduti tutti e tre, questi grandi scrittori, mi ha emozionato parecchio. Il mio cuore di lettrice si è allargato molto e sono rimasta inchiodata al divano con le lacrime che scendevano sulle guance e una grande voglia di fare qualcosa.

Perché diciamolo.

Se ognuno di noi fosse un po’, solo un po’, più consapevole, meno menefreghista, più rispettoso della verità e non avesse naturalizzato in se stesso un sistema malato che ammorba questo Paese,

Roberto Saviano non dovrebbe vivere sotto scorta.

Se tutti fossimo un poco Saviano

non ci sarebbe bisogno di Saviano.

Ma il mondo, si sa, non funziona così. E allora grazie, grazie a uomini come lui che ci permettono di credere ancora che la letteratura possa cambiare il mondo.

Io sto con Roberto Saviano

Grazie anche alla Rai che per una volta ha fatto veramente un grande servizio al Paese, secondo me.

14 commenti
  1. Mammamsterdam dice:

    Io amo molto Saviano, il suo libro, persino il film che ne hanno tratto,che ne han fatto fiction, ma di quella onesta. una fiction che io, a furia di leggere tutto quello che posso su mafia, camorra e come stanno corrodendo il mio paese, mi ero scordata una cosa e ci è voluto questo film per ricordarmela. I posti. Questa gente vive letteralmente in posti di merda. Posti brutti, dove lo spazio pubblico è di nessuno e allora abusato da tutti, che non merita cura.

    Ma se vivi e cresci in certi posti, se vedi solo quelli, se sai che non ne uscrai mai, perché fuori non sei niente e il tuo piccolo potere meschino si esplica lì, nmi dici a che tipo di futuro sei in grado di pensare per te stesso?

    Ecco, Saviano mi è servito non solo a dare una dimensione estetica e letteraria a quella cronaca che seguo da tanto, ma il film tratto dal suo libro mi ha dato i paesaggi corrispondenti.

    Dico una stupidaggine, se dicessi che bisognerebbe portarlo nei programmi scolastici? Mi sa di si.

  2. Chiaretta dice:

    Grazie Francesca. Mi ero persa l’esistenza della trasmissione e ora sono riuscita a godermela.
    E sai cosa mi verebbe spontaneo dire a Saviano? “Roberto, quando vuoi ti apparecchio un posto a tavola”.

  3. cg dice:

    Stavo ora pensando a Roberto Saviano e alla utilità delle sue parole..mi collego al tuo blog e trovo questo bellissimo post..
    lO POSSO DIRE..Sono soraggiata..sono scoraggiata perchè nel nostro paese lo STATO LATITA..dopo una trasmissione del genere (e ancor prima dopo un libro del genere) doveva essere fatto MOLTO MOLTO di più..come quando mi guardo la solita bellissima puntata di report , mi incazzo come sempre , e il giorno dopo non un titolo di giornale, non una polemica tutto continua a filare liscio come se nulla fosse accaduto..

    Per questo Saviano è ancora libero di parlare..perchè la camorra sa che le sue parole hanno un potere enorme ma alla fine inutile..
    E quel ragazzo non si merita questo..

  4. Stefania dice:

    Cara Panz, non ho nulla da aggiungere alla tua interessante analisi su Saviano, ma anche a seguito di questo post ci tengo a ringraziarti per ciò che scrivi e farti i complimenti per questo dono della scrittura di così facile immediatezza e che apprezzo profondamente. Grazie grazie grazie, leggerti è davvero un piacere.
    Stefania mamma di Vittoria

  5. Trasparelena dice:

    Io abbastanza recenemente (credo dopo cannes) ho sentito Saviano dire che il suo desiderio più grande sarebbe trovarsi una fidanzata e fare cose normali come andare al cinema o in pizzeria con gli amici… è una cosa tristissima a pensarci, che un ragazzo della nostra età non possa costriursi una famiglia. Ed è una cosa ammirevole la scelta che ha fatto, perchè scrivendo il libro secondo me già lo sapeva che se gli andava bene come scrittore gli andava male come vita privata. Però che cosa triste!

  6. Silvia dice:

    Chiaretta dice “E sai cosa mi verebbe spontaneo dire a Saviano? “Roberto, quando vuoi ti apparecchio un posto a tavola”.”

    Ti giuro che è la stessa identica cosa che ho pensato anche io.

  7. Mammafelice dice:

    Non lo so… Ieri sera ho pensato che forse era meglio per lui se questo libro non lo scriveva.
    Perchè lui è un’idealista, e in cuor suo probabilmente pensava di ‘liberare’ la gente del suo paese da una camorra di cui nessuno parla mai.

    Invece questo libro, se ci penso, lo ha scritto per noi. Perchè solo noi che ne parliamo, e siamo schifati dal trattamento che subisce… possiamo capire il suo messaggio.
    Ma è un messaggio che già conoscevamo e portavamo nel cuore… noi, anche prima di Saviano, eravamo anti-mafiosi.
    Quelli a cui invece è rivolto il libro… mi sembra siano diventati più camorristi di prima. Se solo ripenso a quei ragazzini intervistati di fronte a scuola, mi vengono i brividi. Pensano anche di avere ragione!

    Non so se riesco a spiegarmi. Si capisce?
    Dico che probabilmente non se lo meritano, un Saviano che diventa un martire… per salvare chi non vuole essere salvato.

  8. passodoppio dice:

    Solo una riflessione in aggiunta a ciò che hai scritto.
    A volte mi è parso di capire che il suo messaggio principale non sia stato compreso.
    Sicuramente la Campania è messa male a livello di scempio dell’ambiente e delle bellezze artistiche (ci sono stata), ma Saviano, aldilà dei nomi e cognomi fatti, ha messo bene in chiaro una cosa: non è un fenomeno della Campania. E’ un fenomeno europeo, se non mondiale. Non esiste Nord e Sud. Esistono luoghi in cui generalmente si preferisce mantenere una buona apparenza e luoghi in cui si scarica letteralmente il prodotto che ne deriva.

  9. panz dice:

    @passodoppio: grazie per aver aggiunto questa notazione che in effetti mi sembra fondamentale e che forse è anche la cosa che lo frustra di più, a ragione.

  10. La Meringa dice:

    Io pure stavo con le lacrime agli occhi a pensare a quanto deve essere dura la vita di quell’uomo e al tempo stesso esaltante. Come sanno essere esaltanti le vite dei condottieri e degli esploratori. Di quelli che sanno rompere con le ovvietà, spaccare col passato e rivolgere il loro sguardo, le loro opere e azioni verso un luminoso futuro. Preziosa eredità ai posteri.

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] come quella di Fazio, in occasione dell’intervista a Roberto Saviano fanno ascolto altissimo […]

I commenti sono chiusi.