Perché correre fa bene alla mia creatività

L’arte di correre è un libro di Haruki Murakami, scrittore giapponese affermato (e che io amo molto) in cui racconta il legame tra la sua dimensione creativa e la corsa. L’ho letto quando ancora camminavo e ci ho ritrovato molto di quello che poi accenno anche nel mio libro: fare sport ha a che fare con “l’immergersi in sé stessi” per tirare fuori qualcosa di nuovo, inaspettato, utile, generativo, ovvero ha a che fare con la creatività.

La corsa, in questo anno e mezzo che la pratico regolarmente, è diventata per me una dimensione fondamentale: oggi non potrei farne più a meno e soprattutto non potrei più fare a meno della combinazione “nuoto + corsa”. 

Quando nuoto ritrovo una forza che ho iscritta nel corpo da tantissimo tempo, mi sento sicura, protetta e forte: l’acqua è la mia dimensione e so che nell’acqua posso essere molto efficace. Al tempo stesso, mentre nuoto, sono focalizzata sui muscoli in maniera “agonistica” anche se agonismo non faccio e ogni volta che vado in piscina metto alla prova la mia lucidità verso l’obiettivo. Torno a casa con i muscoli stanchi ma leggeri e con la consapevolezza di avere ripulito la testa dalle scorie della paura di non riuscire a fare qualcosa.  

Quando corro succede qualcosa d’altro.

La corsa è arrivata nella mia vita che avevo compiuto 40 anni, per ciò quando ero già una persona formata, in un momento particolare: stavo cambiando il mio approccio al corpo, al quotidiano, a me stessa, al mio lavoro, alle mie passioni.

La corsa, fin da subito, ha avuto più a che fare con la mia testa che con il mio corpo. Lo so, sembra paradossale, ho iniziato a correre perché sapevo mi sarebbe stato utile per dimagrire, mentre ancora facevo la dieta, eppure non ho mai (nemmeno all’inizio) concentrato la nostra relazione (tra me e lei) sull’effetto che avrebbe avuto sul mio corpo: fin da subito mi è stato chiaro che stava nascendo una nuova relazione tra me e la mia anima, tra me e la mia mente.

Murakami scrive:

Ma per quel che mi riguarda, perché la mia creatività diventi sempre più grande, il potenziamento della mia <<forza fisica di base>> è qualcosa cui non posso sottrarmi, e sono convinto che il suo perseguimento abbia già un valore in sé, o per lo meno sia di gran lunga preferibile all’inazione.

In questa frase è riassunto il senso stesso del perché io corra. 

Correre è il momento in cui la mia creatività prospera: mentre corro mi vengono le idee migliori per il lavoro, per la scrittura, per quello che DESIDERO fare.

Tu te lo chiedi mai cosa DESIDERI fare? Io non lo facevo, ho iniziato e da quel momento il DESIDERIO è diventato qualcosa che ha che fare con la dimensione REALE più che con quella del SOGNO dove spesso releghiamo i nostri desideri.

Io desidero stare bene, essere efficace nel mio lavoro sul web e desidero RACCONTARE per EMOZIONARE: per questo motivo e nessun altro scrivo, per questo motivo cerco di trovare in me storie che non abbiano a fare solo con me, per questo motivo ho condiviso la mia esperienza e l’ho fatto, certa che non fosse un’esperienza “speciale”, anzi che potesse essere comune a tanti, almeno nelle intenzioni. Perché se troviamo il comune denominatore tra noi e gli altri stiamo facendo un atto “generativo”: ognuno ha un percorso diverso, ma quel comune denominatore potrebbe diventare benzina o miccia.

Dai libri e dalle storie degli altri io ho imparato tanto di quello che so, ho dato cornice alla mia esperienza, ho goduto del senso profondo di ogni vita: quell’essenza comune a tutti come la nascita e la morte. E quando scrivo penso a questo, penso a quello che DESIDERO provare nel LEGGERE.

E di solito scrivo mentre corro: le idee mi vengono mentre i muscoli macinano chilometri, mentre sento la stanchezza arrivare, mentre voglio fermarmi  e invece – passo dopo passo – mi do un obiettivo successivo.

Scrivo mentre sudo, scrivo mentre (attenta che non ci sia troppa gente in giro), dopo circa 6 km – a muscoli caldi e polmoni forti – spalanco le braccia, faccio l’aereo, canto e rido per un lunghissimo minuto di felicità. 

Un momento di pienezza assoluta, in cui sento tutta la leggerezza del corpo combinata alla leggerezza delle idee e le cose pesanti della mia testa rimangono sul fondo e si elevano quelle altre, quelle che vengono normalmente schiacciate dalla quotidianità, quelle che non trovano spazio se non negli anfratti tra un impegno e un altro, tra un “devo” e “ho un appuntamento”. Mentre ho le ali spalancate e le gambe vanno fortissimo, prendono aria i pensieri e le idee escono, vanno verso il cielo, si mostrano a me in tutta la loro profondità.

Mentre corro SO: so quello che devo fare, so cosa temo, so cosa mi spaventa, ma so anche cosa mi rende contenta e quale sia la prossima direzione da prendere.

Per ciò corro, perché tutto questo mi viene regalato dalla testa mentre muovo le gambe, perché la SFIDA con il mio corpo mi consente di avere pensieri laterali, perché arrivare in fondo a una mezza maratona significa affrontare il Mostro, il Mostro che mi porto sempre dentro e avere la concretezza che quel Mostro posso sconfiggerlo.

Io oggi vivo una vita più sana, perché SO di essere una persona malsana. Credo che sia una benedizione avere 41 anni: so di me cose che prima non sapevo, conosco reazioni che prima non dominavo e il mio corpo ne ha un grandissimo vantaggio. Forse, per quello che sono io, non è un caso che oggi sia molto più in forma che in qualsiasi momento della mia vita, che abbia gamba e braccia toniche. Ho imparato, ho imparato a dominare sano e malsano e soprattutto ho imparato ad accettarli.

Haruki Murakami ha scritto:

Per manipolare qualcosa di veramente malsano è necessario condurre una vita più sana possibile.

Sapere di avere un lato oscuro, un’anima nera e ACCETTARLO mi ha dato la consapevolezza di comprendere la gestione del mio tutto. A volte basta questo, basta davvero accettare per trovare una nuova soluzione con cui percorrere la propria strada: a ognuno servono scarpe diverse e mettersi quelle degli altri non è sempre detto che funzioni.

Di tutto questo e molto altro parlerò anche oggi a Parma, alle 17, alla presentazione del mio libro. Con me ci sarà Silvia di Mamma Imperfetta e Running for Mommies, con cui discutiamo spesso di corsa e oggi lo faremo per voi.

[Foto di Lucia Lanzoni Trabucchi]

 

 

 

 

5 commenti
  1. Gerardo Bisignano dice:

    Una carezza per quella bambina che spalanca le braccia alla vita.
    E la vita la ricambia con il sorriso del cielo e della luce di tutte le stelle comete.
    Buonanotte Francesca e auguri per i tuoi libri: che un bellissimo sogno scivoli per te dai capelli di questa notte.
    Gerardo

  2. Tr3sLunas dice:

    Ho letto il tuo blog tutto d’un fiato… E mi sono ritrovata in tantissimi tuoi pensieri! Io di kg ne peso 91 e la tua storia mi è servita per prendere quella decisione che rimandavo da tanto, troppo tempo: cambiare la mia vita e iniziare a volermi bene sul serio. Come te, ho deciso di rivolgermi ad una specialista, perché il fai da te non ha mai funzionato in queste situazioni, avevo bisogno di una guida. Da ieri ho una nuova dieta, che più che una dieta è in realtà un percorso, una trasformazione verso una nuova me. Non so come andrà, ma questa volta sento dentro di me qualcosa di diverso: sono tranquilla, non ho fretta, voglio prendermi cura di me e stare bene. Il resto arriverà di conseguenza.
    Volevo ringraziarti, perché leggere testimonianze come la tua aiutano davvero a trovare la spinta per fare qualcosa. Scriverò anche io il mio percorso e chissà, magari un giorno riuscirò a correre più di trenta secondi di fila!!

    Complimenti per quello che ti sei costruita e un grosso in bocca al lupo per il futuro!!

  3. Tiziana bianchi dice:

    Leggerti è stata una grande emozione.ho perso 22 kg in un anno, stringendo un patto con la mia Dexter…accettando la mia frivolezza a dispetto della mia proverbiale intransigenza. Comprando un tapiroulan che viola l’armonia della mia camera da letto… Riconoscendo la mia presunzione nel sentirmi utile a tutti… solo per lo spasmodico bisogno di essere riconosciuta e confermata . Anche a me fa paura e al tempo stesso , piace! Grazie Francesca. E buon lavoro!

  4. martina dice:

    Ciao Francesca, rubo un pò di tempo al mio lavoro per scriverti. Ho partecipato alla presentazione del tuo libro a Padova e ti ringrazio per l’ora che hai dedicato a me e alle altre ragazze presenti. Ti ringrazio perché per un’oretta è stato come sentire la mia anima parlare e i miei ricordi rianiamarsi…..
    Guardarti ed ascoltarti è stato come vedere dall’esterno la vera Martina. Il mio percorso è stato ed è tuttora molto simile al tuo ( infanzia obesa, adolescenza anoressia/bulimia, attualmente convivenza con la mia anima nera – da quando è nata le ho dato il nome di Ambra ). Simile è la conoscenza della corsa e di per sé dell’attività sportiva a cui devo dare molto. Su questo mi piacerebbe condividere con te tante emozioni, punti di vista, idee, aiuti….
    Io di aiuto ne chiedo tuttora tanto, aiuto soprattutto nel gestire Ambra che si risveglia in me quando meno me lo aspetto ed ahimè nei momenti che non vorrei proprio. Finora purtroppo Ambra ha sempre avuto la meglio, come pochi giorni fa che ha voluto riempire il mio stomaco come non era da molto tempo.
    Colgo con questo breve messaggio l’occasione per salutare tutte coloro che fanno parte di questo bellissimo blog con la speranza che possa diventare LA SOLA MEDICINA per la crescita interiore di ognuno di noi.
    Un abbraccio e spero a presto
    ciao

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